Ho impiegato 6 mesi per arrivare da da Panama sino al Messico, e sono riuscita nemmeno a scoprirlo tutto.
Il ricordo del mio viaggio in Centro America zaino in spalla tra le prime cose riporta alla mia memoria il caldo dei 45 gradi raggiunti in Nicaragua quando la sola idea di lasciare l'ostello con piscina era una delle sofferenze più atroci a cui mi stavo condannando, ma anche il sollievo dell'aria fresca, i cui sbalzi di temperatura mi hanno costretta a letto più di una volta, quando dalla costa Salvadorena sono approdata nella più temperata Antigua in Guatemala, tante banane fritte e riso e fagioli avvolti in foglie di banano, il mare dei Caraibi e le onde del Pacifico, le comunità di surfers e poi quelle di scuba divers...templi maya, montagne, fiumi, vulcani, laghi.
Tutto questo in una frazione di territorio lungo si è no 2500 chilometri e che ho vissuto pacificamente e lentamente per 6 lunghi, forse non tanto, mesi.
Fa paura a chi non lo conosce il Centro America. Eppure si presta perfettamente a un viaggio zaino in spalla, non a caso la maggior parte dei viaggiatori sono backpackers, grazie alle dimensioni ridotte, la conformazione morfologica ideale che si estende in lunghezza, la varietà di scenari che racchiude in appena 3000 chilometri, meno della lunghezza della sola Argentina, mare dei Caraibi, oceano Pacifico, montagne, vulcani, laghi, natura e aninali esotici.
Che si parta dal Messico o da Panama il percorso scorre in maniera lineare e veloce, le tappe sono per tutti un pò le stesse, facile reincontrare altri viaggiatori con cui si sono condivisi viaggi in bus o camere in ostello qualche settimana prima.
C’è chi impiega 6 mesi, chi ne impiega 3 e chi anche uno solo.
Le connessioni con gli autobus sono ben organizzare, NicaBus e TicaBus servono le principali rotte e destinazioni lungo l’intera tratta, si viaggia bene anche di notte. I passaggi di frontiera, soprattutto se sotto il sole cocente possono essere lunghi ma anche questi, solitamente non sono causa di problemi se non, a volte, lunghe attese in fila al caldo insopportabile.
Sono stati i primi Paesi che hanno dato vita al mio giro del mondo, quando ancora non sapevo che tale sarebbe diventato.Forse per questo questi Paesi hanno un posto particolare nel mio cuore. Lì ho scoperto cosa significa davvero viaggiare zaino in spalla e che non ero la unica a vivere questa esperienza, una specie di sospiro di sollievo.
Ho viaggiato in chicken bus dove per compagno avevo un pollo (ecco spiegato il perché del nome), dove, soprattutto i primi mesi, gli sguardi intensi dei locali e il mio pregiudizio nei loro confronti mi faceva apparire quel cammino stancante, intenso e da sfida.
Storie di pistole e assalti in spiaggia o notturni, si ne ho sentite, anche tante.
Eppure mai davvero viste, quindi realtà che ritornano nella mia mente per quello che sono, dei racconti fatti da altri ma mai vissuti in prima persona, ma che so esistere soprattutto se non si vive il viaggio in questi Paesi con la coscienza e la consapevolezza del sapere dove si è e quali regole base adottare per seguire in questo percorso senza avere alcun problema.
Ma il Centro America per me non è né pistole né roberie varie, è invece la bellezza dei luoghi immacolati e quasi vergini di ogni singolo Paese. Il mare di San Blas a Panama, il carattere poco friendly dei locali e i colori sgargianti dei “sempre imbronciati” Kuna, il verde dei parchi nazionali della Costa Rica e le scimmie che rubano quello che possono e lasciato incustodito dal turista distratto, le onde perfette della Peninsula de Nicoya, la pace e la tranquillità del lago Ometepe in Nicaragua, i palazzi coloniali Antigua, i mercati artigianali di Atitlan e , il misticismo di Semuc Champey, le splendide coste de El Salvador a strapiombo sul mare e le onde che richiamano surfers di tutto il mondo. Il silenzioso e grandioso di Tikal e la dinastia dei puma, le tradizioni religiose bizzarre di San Juan di Chiapas, la bellissima San Cristobal de Las Casas, l’acqua azzurra e cristallina della laguna Bacalar che per rendermi conto fosse un lago ho dovuto immergermi e bere un pò di acqua e capire che non ero al mare! Messico un Paese che va ben oltre lo Yucatan.
Un Fazzoletto di mondo dove non manca nulla , povero, semplice ed orgoglioso come la sua gente.
Natura e cultura che si alternano e si fondono nell’esempio più emblematico che secondo me è il Guatemala, terra di Maya, di antiche tradizioni e credenze che ancora oggi vivono e sono custodite come tesori di cui si è estremamente gelosi.
Quelli centro Americani sono Paesi in cui gli ostelli sono più numerosi degli hotel anche solo a 3 stelle, in cui gli autobus sono pieni di backpackers, dove le capitali è meglio evitarle, perché brutte e pericolose, per dedicarsi invece ai centri più piccoli ed intimi dove il progresso non è ancora arrivato e gli abiti tradizionali sono indossati non per farsi fotografare quanto perché così è come ci si veste, e uno scatto fotografico infastidisce perché "ruba l'anima".
Lunghe trecce raccolgono i capelli delle donne maya che camminano silenziose per le strade o lavorano nei mercati vendendo prodotti artigianali, anziani uomini trascinano fasci di legna tenendoli in equilibrio con una fascia adagiata sulla fronte, i bambini giocano con strumenti rudimentali per le strade e sembra mai si abitueranno allo straniero, il silenzio di chi seduto in piazza con sguardo quasi inquisitorio ti segue al tuo passaggio.
Splendido Centro America, piccola e preziosa gemma nel mappamondo, laddove la natura ha voluto concentrare tutto quello che di meglio può offrire.
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Ciao Giulia,
sono vissuta in Costa Rica e ho viaggiato il Centro America zaino in spalla. Oggi, che sono tornata in Italia da più di un annetto, e leggo il tuo post, mi viene da piangere dalla nostalgia.Ci ho lasciato un pezzetto di cuore, laggiù. Anche nelle difficoltà di viverci e non solo viaggiarci. Nella mia mente e nello stomaco, ormai, è la mia seconda casa.
Un in bocca al lupo a te che sei tornata.
Ciao