Come superare la paura di viaggiare da soli e per lunghi periodi

Ricevo molte email ogni giorno da persone che mi chiedono come faccia a viaggiare da sola e per così tanto tempo.
In genere in queste email si arriva sempre a un punto in cui mi dice che si vorrebbe fare lo stesso  ma ci sono tanti "ma".
Ma si ha paura e i motivi sono tanti.

Ammetto che la decisione di partire per questa avventura l’ho presa più o meno con molta leggerezza, con largo anticipo temporale ma senza pensare troppo alle conseguenze.

Io personalmente non mi ero mai fatta molte delle domande che voi mi fate e che comunque reputo comprensibili.
L’unica domanda ce mi martellava nel cervello era: di quanti soldi ho bisogno?
Unica soluzione possibile era risparmiare. Nessun trucco o magia.
Detto fatto. Ho lavorato sodo, ho messo da parte soldi non uscendo il weekend ma facendo cose gratis che Londra mi offriva e ho smesso di fare shopping e soprattutto ho smesso di andare al PUB (e chi vive in Gran Bretagna sa benissimo quanto questa spesa incida sui calcoli di fine mese).
Facevo cose gratis e centellinavo ogni singolo penny. In 8 mesi avevo risparmiato £5000.

paura di viaggiare

Altri dubbi o paure non ne avevo in realtà ma mi rendo conto che un passo del genere non può essere istintivo, deve essere programmato e bisogna essere sicuri che sia la cosa che si vuole davvero fare.
Ma un cambio radicale come mollare tutto e partire ovviamente mette un po' di paura, sarei un folle se non lo ammettessi.

La paura blocca e non ci lascia liberi di pensare lucidamente e razionalmente.

La paura è causata dal non sapere cosa ci aspetta, l'incognito terrorizza, ci paralizza e non ci fa fare quello che davvero vogliamo. Facciamo diventare una paura una scusane per non partire e così continuiamo a sognare qualcosa senza avere il coraggio di osare e farlo.
Mi si dice "vorrei farlo ma..", "è il mio sogno ma...", "sei forte vorrei riuscirci anche io ma...".

In relazione alle email che ho ricevuto ecco una serie di paure che la maggior parte della gente ha e che non sa come superarle. Voglio elencare le più frequenti e dare una risposta per spingere a compiere questo passo se questo è davvero il vostro sogno.

Come superare la paura di viaggiare soli e non trovare più scusanti per non partire

paura di viaggiare

Non me la sento di viaggiare da solo, cosa faccio se non incontro nessuno?

Questa è la scusante/paura numero uno. Posso assicurare che è impossibile rimanere da soli e non fare amicizia. Se si parla un minimo di inglese le cose saranno ancora più facili. Dimentica di potere parlare italiano per molto molto tempo. Non incontrerai conpratioti molto facilmente, italiani non ce ne sono in giro ma troverai e conoscerai gente di tutto il mondo. Ti aprirai a nuove culture, nuove lingue, nuovi stili di vita.
Ma dove si incontrano tutti questi altri viaggiatori? Domanda lecita ma che trova un semplice risposta: gli ostelli.
Dormire in ostello è il modo migliore e semplice per conoscere gente, si dorme nella stessa stanza, si cucina assieme e sarà facile cominciare una conversazione. Proponetevi anche per dividere eventuali spese, loro come te non aspettano altro. Per dirla con un detto: due piccioni con una fava.
Nessun timore quindi per rimanere soli o non fare amicizia. Sarete soli solo ed esclusivamente quando lo decidete voi.

Come faccio a prendere un anno sabbatico? Che impressione farà nel mio CV?

Questo è un timore che devo ammettere in Italia ha senso ed è fondato mentre all’estero un’esperienza del genere è vista molto diversamente. Gli italiani, soprattutto i datori di lavoro italiani, vedono il viaggio e l’anno sabbatico come una perdita di tempo. La verità è un'altra in Paesi quali la Gran Bretagana, la Germania e un pò tutti quelli nord europei, senza parlare di USA e Australia. Qui si valuta questa esperienza come un arricchimento personale ma soprattutto dimostra la nostra capacità di adattamento a situazione nuove: capacità di socializzazione, comprensione, pazienza. Tutte caratteristiche che rendono un candidato per un lavoro preferito a chi ha passato tutto il tempo studiando ma non ha alcuna esperienza di vita da potere applicare sul posto del lavoro.

All’estero infatti gli uffici stanno diventando sempre di più degli open spaces, ovvero si lavora tutti nella stessa stanza, i dipendenti devono essere in grado di condividere spazi, tempi, rumori si lavora in ambienti che stimolano la comunicazione e la creatività.
Un viaggio sul lungo termine è un punto positivo sul nostro curriculum piuttosto che una nota di demerito. Se poi si è lavorato o fatto del volontariato sono tutte esperienze da inserire nel cv.
Al tuo ritorno molto probabilmente parlerai 1 o 2 lingue, se l’Italia non dà alcuno sbocco perché non considerare di trasferirsi dove un’esperienza del genere ha valore e sfruttare queste possibilità?

 Di quanti soldi ho bisogno?

E' da più di un anno che viaggio e il mio budget medio è $500 al mese. Escludo USA, Australia e Nuova Zelanda. Ma per il resto del mondo ce la si può fare con questi soldi.
Scrivo questo blog proprio per dimostrare che è possibile, spiego come, consiglio dove andare, come muoversi per spendere di meno ma non rendere questa espeirenza un incubo o una vita fatta di privazioni. Addio camere private (a parte in Asia dove i costi sono talmente bass che si può avere la propria camera privata per $4), da adesso si dorme in ostello, si mangia street food, si viaggia sugli autobus. Un viaggio autentico.
Un taccuino dove annotare le spese oppure un servizio gratuito come budgetyourtrip potrebbe essere di aiuto per tenere sotto controllo quanto si sta spendendo.

 Non credo di potercela fare. Vorrei partire davvero ma ho davvero paura di non farcela da solo

Se questa è la tua paura allora dovresti lavorare sulla tua autostima.
Non sarai né il primo né l’ultimo a fare una scelta del genere. Ci son milioni di persone che viaggiano sul lungo periodo e tutti quelli che ho incontrato non hanno il minimo dubbio del fatto che sia l’esperienza più gratificante della propria vita. Un’esperienza di vita che insegna e che in qualche modo cambia oltre al fatto che si capisce cosa significa vivere in totale libertà ed indipendenza. Ce la puoi fare, una volta on the road l’adrenalina ti porterà non solo ad andare avanti ma a non volere più smettere. Sfida te stesso e supera questa paura che non ha fondamento.

 Ho un fidanzato/a non me la sento di andare via per qualche mese

Ho incontrato molte persone che a casa hanno un fidanzato. Non ci sono stati litigi né rotture a causa del viaggio. Una coppia dovrebbe vivere nel rispetto reciproco e se questa è un’esperienza che vuoi fare non c’è niente di male nell’andare via per qualche mese. Con le nuove tecnologie si può essere in contatto tutti i giorni e secondo me si da un valore alla relazione. La lontananza sai è come il vento, dice la canzone. Se si rompe non è a causa del viaggio.

La mia famiglia non vuole

Sai quante volte mi sono sentita ripetere questa cosa? Ho perso i calcoli. Eppure più mi buttavo nelle avventure più tornavo vittoriosa con un bel bagaglio in più e i miei confini si allargavano a dismisura.
Come glielo dicevo? Lo dicevo a cose fatte e visto e considerato che mi mantengo da sola e mi faccio responsabile delle mie scelte l'unica cosa che potevo fare era condividere la mia decisione ormai irremovibile.
La tua famiglia soprattutto se non sono proprio giovanissimi e non hanno esperienze di viaggio troveranno questa tua idea forze folle ma semplicemente perché la disconoscono. E' ovvio che sono preoccupati. Mio padre forse ancora non ne capisce il motivo e continua chiamandomi "matta" però mi sente felice e le sue preoccupazioni terminano.

 Il mondo è pericoloso

Il mondo è pericoloso se non prendiamo i giusti accorgimenti. Ne ho parlato più volte in più post, centro america pericoli, e la mia conclusione è sempre la stessa.
Se si sta attenti, ci sono Paesi più pericolosi di altri, non succederà nulla. Anche in Paesi come il Guatemala o il Nicaragua si può viaggiare tranquillamente senza avere paura. Non lasciamoci bloccare da posti che non conosciamo o per sentito dire. Io ci sono stata e posso assicurare che oltre ad essere splendidi non sono così “pericolosi” come si crede.
Teniamo sempre presente che siamo in Paesi stranieri dove le convenzioni e le regoli non sono come le nostre, quindi per esempio evitiamo di ubriacarci a Managua e tornare a casa da soli a piedi. Così, un esempio tra tanti.

Non parlo l'inglese, ce la posso fare?

Questa è qualcosa che potrebbe essere effettivamente un limite. In un post, viaggiare in solitaria senza parlare l'inglese, ho scritto che secondo me viaggiare sul lungo termine e da soli senza parlare l'inglese è fattibile ma rende le cose più complicate. Non lo rinnego e lo continua a sostenere ma visto che una decisione del genere non si prende dall'oggi al domani perché non frequentare un corso d'inglese serale e rimettersi in carreggiata con la lingua?
Non ci sono scusanti tipo "non ho tempo". Quando vivevo a Londra e avevo il progetto di trasferirmi a Berlino ho preso 9 mesi di lezioni di tedesco due volte a settimana. Allo stesso tempo lavoravo in ufficio, da casa come free lance, facevo un corso di teatro e un corso di organizzazione di eventi il weekend. Studiare tedesco era un piacere e lo facevo per non trovarmi in difficoltà una volta trasferita. Ripeto: è tutta questione di volere fare una cosa.

A questo punto l’unica paura che dovreste avere è quella di non volere tornare più. Che altre paure avete per intraprendere un viaggio di questo tipo? Cosa vi blocca dal prendere questa decisione?

Aggiornato il: 22 Novembre 2020
Scritto da: Giulia Raciti

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Scritto da Giulia Raciti

Esperta di Africa e Latino America sono in viaggio dal 2011. Attualmente a bordo di un van. Ho fatto un giro del mondo in solitaria durato 3 anni. Scrivo delle destinazioni che visito. Mi occupo di realizzazione viaggi personalizzati e su misura in Africa e Sud America sul sito dedicato Kipepeo Experience.

17 comments on “Come superare la paura di viaggiare da soli e per lunghi periodi”

  1. Ciao a tutti ragazzi, il mio primo lungo viaggio in solitaria lo sto affrontando ora,sud-est asiatico,sono in giro da 4 mesi e continuerò per altri 4. Anche io ,come altri ,non mi sono posto tante domande prima.di partire. Ho semplicemente venduto la mia attività,rinunciato a varie proposte di lavoro e mi sono buttato in questa avventura...quello che mi sento di dire,una personale riflessione, è che per questo genere di scelte ci troviamo di fronte a due tipologie di persone, quelle che sentono una propensione inarrestabile alla partenza ,e quelli che abituati ad avere il controllo dei loro progressi passo per passo,impiegano un po' più tempo a decidere ,dando modo ai mostri dell'armadio di impadronirsi del loro coraggio.
    Se siete della prima categoria probabilmente starete leggendo questo messaggio da una parte sperduta del globo,oppure vi trovate scalpitanti sul divano pensando al prossimo viaggio...Se siete invece parte della seconda categoria ,non mi sento né di biasimarvi né di giudicarvi,voglio solo dirvi che ogni attimo passato a pensare al futuro è un attimo non pienamente vissuto,c'è gente che fa passare un'intera vita perdendosi in questo loop.
    Se sentite la spinta,se con la mente siete sempre più spesso in un luogo lontano,provate a chiudere gli occhi,assecondate il vento,un aquilone che non si oppone al flusso volta lontano...Se poi doveste sentirvi sperduti non dovrete fare altro che seguire il filo e tornare a casa 🙂
    Concludo con una citazione del grande Herman Hesse

    "Viaggiare deve comportare il sacrificio di un programma ordinario a favore del caso,la.rinuncia del quotidiano per lo straordinario,deve essere una ristrutturazione.assolutamente personale delle nostre convinzioni."

  2. Io con la gente sto bene ma da solo sto meglio, perciò i viaggi in solitaria, anche se qualche difficoltà ci può essere, non sono un grosso problema e cerco di non farmi troppe paranoie.
    Si ragiona con la propria testa, si cerca di sapere più parole possibili, riesco a stare più tempo con i locali e di conseguenza imparo anche di più. La mia esperienza più lunga e' stata in Brasile (per 6 mesi nel 2004). Ho lasciato un posto di lavoro fisso, non mi hanno dato l'aspettativa ma sono partito ugualmente senza ripensamenti contro tutto e tutti.
    Certo qualche sacrificio l'ho fatto ma e' stata una buona esperienza.
    Un salutone.
    Alessio.

  3. Io ho una domanda sul punto "La mia famiglia non vuole".
    Premetto che ho 18 anni e dai 19/20 anni vorrei iniziare a girare il mondo come backpacker, offrendo il mio lavoro in cambio di vitto e alloggio.
    Sicuramente partirò anche se per ora mia madre (a cui ho accennato la cosa) è totalmente contraria. Però vorrei riuscire a convincerla quindi hai qualche consiglio da darmi al riguardo? Grazie mille!

    1. Ciao Valentina, le remore dei genitori sono comprensibili, ma magari perchè non l'abitui piano piano senza proporre il giro del mondo ma soprattutto dando il tempo anche a te, senza andare troppo lontana, di capire come farlo e soprattutto abituandoti a una vita che comunque stravolgerà tutti i tuoi equilibri?
      Ci tengo inoltre a sottolineare una cosa. Viaggiare ed offrire il lavoro in cambio di vitto e alloggio non è così semplice come tu possa credere soprattutto in parti del mondo dove questa non è una consuetudine, funziona questa cosa in Australia e Nuova Zelanda ma non funzionerà facilmente in Asia o Latino America, insomma non è una passeggiata, questo non vuol dire che non si possa fare ma richiede molto più impegno che mettere da parte dei soldi e poi viaggiare e basta.
      Pertanto l'unico consiglio è di abituarla senza partire per l'altro capo del mondo di punto e in bianco, ma questo vale anche per te.
      Anzi soprattutto per te.
      Un saluto

      1. Ciao Giulia,
        sono affascinato da tutto quello che viene scritto su questo blog, per me viaggiare è fonte di vita, io ho sempre viaggiato da solo fin quando ho conosciuto la compagna della mia vita, mia moglie e ora dopo tanti anni finalmente abbiamo l'opportunità di ricominciare a viaggiare e dopo le prime titubanze e insicurezze....figli, età...ecc ecc, ...abbiamo preso gli zaini e via!!! Paure??? tutto ciò che è nuovo rappresenta l'alieno, il buio, il non conosciuto....quindi giustamente si!!, paure sempre....ma da conoscere e comprendere, farci amicizia e farle nostre compagne di viaggio...APPIENO!!!!! o no!!???

  4. Ciao Giulia!

    Ho scoperto da poco il tuo sito, e me lo sto gustando post dopo post, che dire, complimenti!

    Ho iniziato a viaggiare da sola a 17/18 anni, anche se mai purtroppo per periodi di tempo molto lunghi (massimo 3 mesi), e quoto, quoto e stra-quoto ogni singola parola di questo articolo.

    La mia fortuna è stata quella di fare amicizia con una ragazza danese della mia stessa età, ma assai più adulta e responsabile di me, per motivi prettamente culturali. Lei, come (quasi) tutti i neo-diplomati nordici, alla fine del liceo ha riempito il suo zaino 100L e se ne è andata in Australia e in Nuova Zelanda per 1 anno. Io mi sono iscritta subito all'università, con il terrore di non tenere il passo delle mie amiche, e deludere le aspettative dei miei genitori. Che errore! C'è sempre tempo per recuperare, per carità, ma non ti nascondo che, tornassi indietro, l'anno sabbatico me lo prenderei, eccome. I vari "ah ma poi dopo 1 anno non hai più voglia di studiare" li ho sempre avvertiti come delle scemenze vere e proprie, se non meri alibi. Poi comunque il lavoro che volevo l'ho trovato solo grazie ai miei sforzi, e non per i miei studi. Comunque è solo grazie all'amicizia con questa ragazza danese se mi sono un po' "desbelinata", come si dice in Liguria, diciamo che mi ha aperto molto gli occhi.

    PS. Vivo a Londra, e anche io mi sto mettendo da parte i soldi per "il lungo viaggio". Non sono una grande frequentatrice di pub, e sono d'accordo con te, è incredibile quanti soldi si riescano a mettere da parte con un po' di astuzia... Soprattutto, con tutti gli eventi gratis che ci sono a Londra!

    Grazie e buona giornata!

  5. Ciao, sono passati oltre due anni da questo post ma lo trovo molto utile e affascinante lo stesso, l'avessi trovato prima vi avrei gia scritto.
    Io invece ho un problema diverso, vorrei..anzi voglio viaggiare, ma non per tutta la vita diciamo qualche mese e assolutamente non oltre un anno, ma è una cosa che sento dentro.. mi serve lo voglio fare. Sono disoccupato e spiantato da oltre due anni e questa staticità mi sta uccidendo, tutti mi dicono di aspettare ma ho gia 35 anni... non ne posso più e sarebbe carino anche farmi una famiglia non troppo in la con il tempo.
    Vorrei tanto fare qualche mese all'estero magari lavorando come freelance per pagarmi gli spostamenti, ho discrete conoscenze informatiche (programmazione) e buone grafiche(photoshop,Gimp e rendering 3D con Blender).
    Però ho solo un diploma di maturità ed esperienze lavorative di bassa manovalanza (Edile, operaio, Giardiniere...etc) ...
    Vorrei un vostro consiglio.. 🙂

    Daniele

  6. Ciao, io parlo della mia esperienza dicendo che dopo che ho sempresognato di fare un lungo viaggio, quando ho deciso di fare un progetto di volontariato mi sono tirato indietro quando ne ho parlato allamia famiglia; orasto mettendo dei soldi daparte perpartire appena possibile e questa volta non ci sarà famiglia a fermarmi.
    Ciao a tutti

  7. Ciao Giulia, un saluto dalla tua sicilia.
    Io ti ammiro, hai avuto tanto coraggio a lasciare tutto e partire, io spero un giorno di fare un'esperienza simile, per il momento ci sono una serie di impedimenti a partire dal fatto che non ho un euro, sono una studentessa, vivo in casa con mia madre che non la pensa affatto come i tuoi e che purtroppo ha solo me come punto di riferimento.
    Spero un giorno di trascorrere anche 1/4 del tempo che tu hai vissuto all'estero, la considero una grandissima esperienza, un arricchimento culturale e anche spirituale, ti apre la mente e l'anima e tornerei sicuramente a casa, con la consapevolezza che li fuori c'è un mondo meraviglioso tutto da scoprire!
    Buon proseguimento! Adoro vedere le tue foto nei posti più belli del mondo!

    1. Ciao Giusy,
      grazie per il tuo commento. Io spero che non appena terminerai gli studi avrai anche tu l'opportunità di potere viaggiare per un pò e andare alla scoperta di questo grande splendido mondo!
      Un abbraccio e buona fortuna!
      Giulia

  8. Mi ritrovo alla perfezione con tutte le domande che hai formulato, una prospettiva molto completa, brava! Io per esempio ho dovuto affrontare anche le domande di amici e parenti (non sono sposato ne fidanzato) che mi hanno guardato come gli avessi detto "vado sulla luna e su marte con una valigia e con un biglietto one way". Mi sono immaginato cosa stessero pensando.
    Credo che ci siano due grossi aspetti che riguardano questa scelta di viaggiare. Molto importanti che possono influenzare tantissimo.
    Il primo aspetto è che quello interiore imprescindibile, rispecchiato da tutte le domande che hai fatto. Importantissimo e fondamentale per organizzarsi.
    Il secondo aspetto, non meno importante del primo, secondo il mio punto di vista, sono appunto gli altri, gli affetti, gli amici, i familiari. Oltre a sconfiggere la paura di viaggiare da soli, bisogna sconfiggere la paura dei giudizi delle persone.
    Io sono stato fortunato, all'interno della famiglia non ho avuto avversioni, e ho capito quanto fosse importante.
    La determinazione è basilare quando fai questa scelta di vita, ma le difficoltà non arrivano solo durante il viaggio. Spesso le devi affrontare quando ancora non sei partito.
    E' un discorso molto grande che può aprire interessanti riflessioni
    Ciao!

    1. Ciao Andrea,
      io la vedo doverosamente ma perché per natura sono indipendente e poco mi importa di quello che diccela gente.
      Ho cambiato città più di una volta, ho fatto le valigie e dall'oggi al domani ero in un altro posto. I miei hanno smesso di fare domande, sanno che sto seguendo la mia strada.
      Quando i miei, papà in particolare, mi chiedeva perché stessi facendo questo che per lui non aveva senso la mia risposta era "perché è quello che mi fa felice". Di fronte a questa risposta non poteva ribattere più nulla. Sto viaggiando non sto andando ad addestrarmi come Kamikaze.Io sono felice e loro sono felici con me. Ci sentiamo spesso, mamma si è aperta un account su Fb, guardano le mie foto assieme, commentano, mi sostengono, sono sempre presenti.
      Immagino che in alcune famiglie questa decisione possa essere vissuta meno serenamente. Sono fortunata ad avere due genitori che mi hanno spinta all'indipendenza sin da quando ero piccola. Mi hanno mandata a studiare lontana da casa (ripeto MI HANNO, io non volevo neanche), ho imparato a prendermi le mie responsabilità, gestire i pochi soldi che avevo al mese, fare nuove amicizia, a sapermela sbrigare da sola quando mi mettevo nei guai.
      Però si, buono spunto. Sono certa che c'è tanta gente che deve combattere con i propri affetti per potere realizzare questo sogno.
      Dove sei ora?
      Un saluto dalla Nuova Zelanda
      Giulia

  9. Temo che la mia paura più grande, quella che davvero mi blocca, sia quella di non voler tornare più.
    Ho un marito e una famiglia che forse capirebbe anche la scelta di girare il mondo per un pò.
    Non voglio invecchiare senza di loro ma ho paura che potrei non tornare più ad una realtà che mi sta troppo stretta.
    Tu come superi questa paura?

    1. Ciao Arianna, grazie per il tuo commento.
      Riguardo la tua paura ti dico che questi 15 mesi di viaggio non sono stati continuati. Sono tornata in Italia per un mese e mezzo. Questo altro anno però lo ho organizzato mentre ero in Messico. In questo mese e mezzo ero felice di essere a casa mia, di avere i miei affetti di nuovo con me. Alla partenza per Bangkok non volevo più partire. Adesso sono nuovamente on the road. Sto pianificando altri viaggi ma saranno per 2 o 3 mesi. A un certo punto avrai voglia di stabilizzarti e capirai che dopo avere fatto la tua esperienza il posto dove vuoi stare è casa tua...o portare con te la tua famiglia dove credi che tutti possano avere una vita migliore.
      Non è una paura, ma una opportunità per te, tuo marito e i tuoi bambini.

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