Viaggiare zaino in spalla – Il fattore chiave: ADATTABILITA’

Aggiornato il: 19 Novembre 2020
Scritto da: Giulia Raciti

Viaggiare zaino in spalla sul lungo periodo non richiede doti particolare.
Ma richiede un'attitudine essenziale che, anche chi non ce l’ha di natura o semplicemente per abitudine, acquisirà: la capacità di adattamento.

È incredibile come riusciamo ad adattarci a tutto e a tutte le situazioni e come questa attitudine diventerà a un certo punto qualcosa spendibile anche una volta tornati a casa.

Se credi che io fino a 4 anni fa abbia mai dormito in un ostello in camera condivisa o che fosse la norma, ti sbagli.

Improvvisamente le mie convinzioni “Io in camera con 10 sconosciuti non ci dormirò mai e la doccia in una bagno condiviso non la farò mai” si sono ribaltate.

Chiaro, un budget a disposizione limitato e da rispettare ha portato necesariamente a mettere da parte le comodità che ritenevo essenziali qualsiasi mio spostamento e che ritenevo conditio sine qua non.

Perché così vive chi decide di fare il giro del mondo e vuole estendere questa esperienza per lunghi periodi.
Te lo assicuro, anche per una già di per sé molto spartana come me le prime volte è stato...strano!

I voli aerei diventano sempre meno, gli autobus una seconda casa. Le strade con le buche o non asfaltate la norma, le file e le attese una regola, i passaggi una fortuna in cui si spera, i ristorantini locali l’Eldorado.
adattabilità

Ti adattti a tutte le situazioni, tra cui:

I trasporti

Di mezzi di trasporto nei miei anni in viaggio ne ho presi tantissimi e di tutti i tipi.

Prediligo gli autobu, ma non ho disdegnato canoe, quad, barche, catamarani, macchine, motorini.
Insomma si fa di necessità virtù.

Se in Asia barche e autobus sono perfetti per muoversi sulle lunghe distanze, poi per le piccole tratte bisogna affidarsi agli scomodi ma pittoreschi pick ups.

In Argentina dove le distanze diventano incredibilmente grandi, quando scrivo incredibilmente lo intendo e la distanza in questo ENORME Paese è un qualcosa di difficile da spiegare perché sono certa che molti di noi non ne hanno mai fatto esperienza (esempio: vicino per loro significa 600 km).

Se hai tempo a disposizione e non troppo stretto di budget allora ti consigli di noleggiare una macchina, magari dividendo i costi con altri viaggiatori che non sarà difficile trovare in ostello.
Da anni utilizzo il sito Rentalcars per noleggiare auto in tutto il mondo e mi sento di consigliartelo per un prossimo road trip!

Questa soluzione in un Paese come l'Argentina permette di raggiungere destinazioni nel mezzo del niente o dispendiose da raggiungere in maniera alternativa, prendi la Valle de La Luna.

Ostelli, capanne e divani

In verità dormire in ostelli in camere condivise non è una esperienza traumatica neanche quando la si fa per la prima volta.

Ammetto che io non sono mai stata tipa da hotel di lusso e con fronzoli, ho sempre avuto ben chiaro in mente che meno spendevo quanto più avrei potuto viaggiare, se non in quella occasione mi sarei potuta permettere presto un altro viaggio, (lo spirito della formica che lavora e mette da parte).
Forse la sensazione più strana è stata quella del bagno condiviso, o quella delle docce con acqua fredda.
Io che anche ad agosto a 35 gradi la doccia l'ho sempre fatta calda!

Impari a fare anche questo e ti sembrerà tutto normale così che la domanda standard non appena approdi in un nuovo ostello è "c'è acqua calda?".  

L'ho anche chiesto non appena arrivata a Lisbona ricevendo una fragorosa risata alla recepiton.
Non ti interessa più se le camerate sono miste o solo per donne, anche questo mix di sessi diventa abitudine, improvvisamente le inibizioni scompaiono, siamo tutti allo stesso livello quando viaggiamo e..tac!
Tutto questo è semplicemente normale.

Capita poi che vai in Paesi come l'Australia, o la stessa Europa dove gli ostelli costano quasi quanto una camera in AirBnb (soluzione che attualmente prediligo quando viaggio in "zona"), e li vai alla ricerca del divano su cui qualche anima pia ti possa ospitare, chiaro che mi stia riferendo a couchsurfing.

Cibo

Noi italiani abbiamo un qualcosa che ci contraddistingue fortemente da altri popoli del mondo, il nostro legame intenso  e forte con il cibo, la nostra ossessione per il mangiare (lo dico in senso positivo) è davvero unica.
Penso anche alle email che a volte ricevo dove mi viene chiesto dove andare a mangiare magari in Messico!
La verità è che NON LO SO!
Un tacos per me è uguale dovunque, non sarei in grado di dirti perché in un baracchino è meglio che in un altro.

A un certo punto un posto diventa uguale all'altro, a maggior ragione che noi siamo abituati a una ricchezza culinaria estremamente difficile da riproporre in altri posti del mondo.

Se in Asia il cibo effettivamente è molto buono, ma dopo 6 mesi anche piuttosto ripetitivo, in Latino America le cose si complicano.

I frutti di mare e i manicaretti del Vietnam improvvisamente diventano riso, pollo, banane fritte, fettine di carne e riso in bianco, fagioli.
In Argentina carne e poi carne e poi carne e poi ancora carne. Buona ma troppa.

Mangiare come i locali e pagare come loro in linea di massima significa mangiare sempre le stesse cose e farsele piacere.
Mi ha sempre salvata in calcio d'angolo la cucina dell'ostello dove potete cucinare la pasta ma anche trovare gli ingredienti non è sempre semplice e tocca adattarsi a quello che si trova al mercato e giostrarsi con questi.

Compagnia e solitudine

Soprattutto quando si viaggia da soli bisogna adattarsi ai tempi in solitudine e a quelli in compagnia. Ho spesso detto che da soli non si è mai davvero ma parte del lavoro bisogna farlo da sé.

Il giro del mondo l'ho fatto quando avevo già 30 anni, a Panama ricordo che l'età media delle persone che incontravo era 22.

E' stato difficile adattarmi a chi aveva quasi 10 anni in meno di me, facendo della solitudine uno spazio mio in cui stavo bene ed ero felice perché per il mio modo di essere i giovanissimi vanno bene ma non per lunghi periodi.

Ti adatti a stare in compagnia, anche di chi non è proprio il compagno di viaggio ideale, e a saper stare da solo.

Ti adatti a quello che la notte russa (i tappi per le orecchie servono a questo) e alle serate in luoghi remoti dove di persone per le strade non ce ne sono e tu non sai più con chi parlare (e un libro o un diario sono provvidenziali).

Adattabilità quindi è il fattore chiave per i viaggiatori, presto non esisteranno più i “non posso farlo” o “io questo mai”… si impara a saper stare dovunque ed in qualunque situazione.
Se già non si facesse parte del club, non servirà molto imparare e se proprio non ce la si fa...allora forse questa esperienza non fa esattamente a caso tuo. Ma mi sembra una eventualità rara.

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Scritto da Giulia Raciti

Esperta di Africa e Latino America sono in viaggio dal 2011. Attualmente a bordo di un van. Ho fatto un giro del mondo in solitaria durato 3 anni. Scrivo delle destinazioni che visito. Mi occupo di realizzazione viaggi personalizzati e su misura in Africa e Sud America sul sito dedicato Kipepeo Experience.

3 comments on “Viaggiare zaino in spalla – Il fattore chiave: ADATTABILITA’”

    1. Ciao Antony, in Asia spendevo meno del Latino America. Il Sud America è poi più caro di quanto mi aspettassi, Bolivia esclusa che è piuttosto economica.
      In linea di massima non ho mai speso più di €1000 al mese (tutto incluso, anche trasporti). Dove più dove meno. Ovviamente dipende da quello che fai e quante attività (ovvero tours da pagare). Io in asia spendev tra i 500€ e i €600 al mese, forse un centinaio di euro in più in Latino America ( i trasporti sono molto cari anche perchè molto lunghi).

      Voglio però ricordare che queste sono cifre che magari non sono le stesse per te. Io non bevo alcolici, se non una birra a settimana, cucino molto da me, dormivo in ostelli in camere condivise, viaggiavo con gli autobus, in Australia e nuova zelanda ho fatto molto couchsurfing (perchè molto care), e avendo molto tempo a disposizione ovviamente anche le spese erano molto più calibrate e distribuite su periodo più lunghi,

      Ciao
      Giulia

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