Il passaggio dalla grande città marocchina ai piccoli centri lo vivo come un sospiro di sollievo, sebbene mi renda conto del caos delle grandi città solo quando vado via. Chefchaouen, la città blu del Marocco, è stata la boccata d'aria che non sapevo di volere dopo tante settimane di viaggio.
Non è una esigenza quando mi perdo tra le vie della Medina, non c'è nulla di più delizioso e confusionario della vita nelle medine marocchine, come quella di Marrakech o di Fes - giusto per menzionare le più belle (e caotiche!) - ma diventa sempre una certezza non appena vado via.
L'arrivo a Chefchaouen mi ha regalato proprio la boccata d'aria e di pace di cui avevo bisogno.
Questo Paese scatena in me sensazioni opposte tra loro. Sono attratta dai suoi mercati, in particolare il souk di Fes dove il tempo sembra essersi fermato ed in cui è inutile cercare di orientarsi perchè è un labirinto. Non appena lascio questi luoghi intrisi di vita e di caos mi rendo conto del tripudio lasciato alle spalle e apprezzo la pace ed il silenzio dei piccoli centri e del deserto.
Sono nelle montagne del nord del Marocco, nel Rif, ad appena 600 metri sul livello del mare in una città dal nome divertente: Chefchaouen, conosciuta come la città blu del Marocco, ma anche la città sacra nota per essere nel cuore della zona in cui si produce la famosa hashish marocchina.
Scopriamo cosa vedere a Chefchaouen e altre curiosità!
Al rosso di Marrakech si oppone questa perla montana di colore blu, adagiata delicatamente in una vallata. Una cartolina, forse la più bella che si potrebbe mandare dal Marocco.
Piccoli vicoli e porte colorate, un senso di pulizia e tranquillità, le persone non sembrano camminare, sembrano piuttosto fluttuare per le strette vie per poi scomparire improvvisamente alla fine di una rampa di scale e dentro un arco che nasconde delle porte di case.
I cafe della piazza sono tutti per turisti tranne uno, quello all’angolo e con la migliore vista.
Sembra quasi che per loro abbiano riservato il luogo migliore per fare un qualcosa in cui mi sembrano tutti dei campioni: guardare cosa succede in paese, e la piazza è luogo privilegiato in tutti i villaggi, in maniera silenziosa ma pur sempre presente. Gli occhi si sentono.
Nei cafè locali, ricordo che i bars dove si servono alcolici sono luoghi o per stranieri o dove i miei amici mi hanno sconsigliato di andare, la popolazione è solo maschile ed in quelli locali pare che, quasi per timore o senso di non-appartenenza, nessun turista voglia accomodarsi, come se se ne voglia stare a debita distanza. Tutti tranne io che ovviamente attiro la loro attenzione.
Una serie di uomini seduti ai tavolini che vedono in me non solo uno straniero ma soprattutto, facile a notarlo, una donna.
Non ho mai realmente capito se la cosa incuriosisca o dia fastidio, ma le maniere gentili con cui mi hanno sempre trattata mi fa credere che la prima opzione sia quella valida.
Quasi tutti indossano gli abiti tipici, in molti quello con cappuccio a punta, tanto da avere guadagnato il soprannome di folletti che qui effettivamente hanno un che di fiabesco.
Mi sento un pò fuori luogo con il mio giubbetto fucsia, alla Gabibbo, circondata da tanti curiosi uomini, dall'altro lato non vorrei essere seduta al tavolino del bar di fronte guardando come spettatrice "assente" una scena di vita comune ed importante, questo incontro per soli uomini a bere caffe o te, nel mondo magrebino.
La strana sensazione che mi ha accompagnata nei giorni di permanenza a Chefchaouen è stata quella di trovarmi in una delle città più belle e particolari del Marocco, molto turistica ma pur sempre incantevole, decisamente meno assillante rispetto i centri più grandi eppure dove ho trovato più complicato integrarmi con i locali.
O sarà stato forse l'automatico meccanismo di difesa che si impara i primi giorni quando allo sbaraglio nei giganteschi e assillanti souk?
Non c'è molto da fare a Chefchaouen se non passeggiare per la medina, piccola e, per la prima volta, semplice da girare (impossibile perdersi), bere te, fare shopping, mangiare e fare fotografie a questi folletti che compaiono e scompaiono, sembrano quasi sfuggire, in religioso silenzio.
Si sale e si scende per le scale e come in tutte le città del Paese le scene che si ripropongono seguono più o meno le stesse dinamiche. Sfilze di uomini seduti al bar a bere te o caffe. Donne che sembrano sempre indaffarate e che non si fermano mai.
Due mondi separati, maschile e femminile in un contesto decisamente pittoresco e tranquillo in cui è facile voler allungare la propria permanenza pur senza avere nulla di particolare da fare.
Ed è facile lasciarsi prendere dallo stile di vita marocchino, curioso ed attento su quello che succede in giro senza realmente interferire, venditori di hashish a parte.
Chefchaouen la città sacra, dove l'ingresso ai turisti è stato vietato per molti anni, adagiata su di una vallata con alle spalle a mo' di protezione la montagna alla cui vetta si trovano le sorgenti di Ras al-Ma, regala un piccolo e colorato centro che si snoda lungo strette vie ma senza mai farti perdere l'orientamento, scene di vita che ti rendono spettatore in un teatro in cui è facile perdersi tra il fittizio e il reale e, se si ha tempo a sufficienza, sarebbe un peccato perdersi questo piccola e ben preservata perla blu.
Anche solo un giorno vale la pena a prova di autobus voltastomaco.
Ciò che rende questa cittadina estremamente attraente non è il solo colore delle pareti delle mura della Medina ma la allegra fusione tra mondo andaluso, evidente dalla conformazione della città e delle strade del centro antico, da un lato ed il mondo marocchino, fatto dai suoi abitanti e le loro peculiarità che mi viene ancora difficile poter riassumente in poche parole, dall'altro.
Un felice compromesso che regala una visione del Marocco differente da quella a cui ci hanno abituato le grandi città imperiali. Un tassello che completa il Paese nella sua complessa e variegata offerta.
Sebbene oggi Chefchaouen sia un centro turistico di grande richiamo è anche vero che il mito dell’hashish non si possa realmente relegare a leggenda.
Infatti se si crede di essere scappati dai "molestatori" di souk ecco che qui se ne presentano altri, solo che in questo contesto non vogliono venderti né un tappeto, né un puff di pelle di cammello, né farti mangiare al ristorante, né farti provare tutte le spezie del suo negozio o odorare incensi che a meno che non si sia amanti di odori da chiesa rischiano di fare scappare piuttosto che rimanere nell'ormai impestato negozietto.
Qui vieni fermato perché sei sicuramente interessato ai loro prodotti artigianali (questa è una loro convinzione e ti acchiappano non appena scendi dal bus) e quindi, come logica conseguenza, a una passeggiata per le montagne dove assistere a una spiegazione pratica a proposito della produzione del "nettare marocchino" come loro stessi lo definiscono.
Arrivare a Chefchaouen da Fes è semplice in autobus (CTM è la compagnia più confortevole per chi desideri viaggiare in bus in Marocco). Il viaggio dura circa 4 ore di strada e l'ultimo tratto potrebbe colpire anche i duri di stomaco viste le curve.
I bus partono dalla stazione CTM, conviene prenotare in anticipo, andando in stazione, perchè il bus si riempe velocemente. Costo per tratta 70D per persona.
Segue una selezione personale per differenti budgets a partire da €22 fino a €130 per camera doppia. Generalmente i riads offrono colazione inclusa nel prezzo.
DAR MOLINO - Ubicato nella medina di Chefchaouene, a soli 5 minuti a piedi dalla Kasbah e a 2 minuti di cammino dalle cascate di Ras El Ma, l'Hotel Molino vanta una grande terrazza affacciata sulle montagne ed un ambiente tipicamente marocchino.
DAR ECHOUEN - Vicino al centro storico di Chefchaouen. Le camere sono climatizzate e decorate secondo lo stile marocchino tradizionale, un riad semplice e gradevole con piscina esterna.
DAR ZMAN - Riad graziosissimo vicino al centro, camere spaziose e bene arredate in tipico stile marocchino, personale gentile e cortese, c'è anche un piccolo terrazzino. Colazione inclusa.
Chi sta per organizzare un viaggio in Marocco ha sempre tante domande. Di seguito alcune domande frequenti che ricevo dai miei lettori a proposito di Chefchauen. Se avete altre domande o dubbi commentate il post e sarò felice di poter includere le vostre domande nella lista (oltre che rispondervi ovviamente!).
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Se posso aggiungere un'informazione per tutti... ad agosto è veramente imballata di turisti. Ci sono stata lo scorso anno e credo sia molto meglio viverla fuori stagione per coglierne l'essenza. Sul fascino insito in essa non c'è dubbio, specialmente al tramonto e vista dalla montagna di fronte dopo aver fatto un breve trekking.
Ciao, ho nostalgia di questo paesino scoperto nel lontano 1980.....mi piacerebbe tornarci per fare del trekking ma al tempo stesso vorrei lasciare intatto il cristallino ricordo.
Bel dilemma anche io penso spesso di tornare in dei posti ma mi frena un po il ricordo che vorrei rimanga quello che è. Tuttavia in 15 anni sono tornata 3 volte in Marocco e sono sempre stata felicissima 😉 chissà non sia lo stesso per te!
Interessante questo post! Scritto tra l'altro molto bene. Ne farò tesoro per il viaggio che ho in mente di fare ad Agosto in cui questa città è un punto fermo dell'itinerario.
Sembra un posto davvero straordinario!
Lo è!