Gli Hamar li ho riconosciuti non appena li ho visti. Ne avevo letto tanto e seppur non avessi visto alcuna foto prima, mi è bastato un occhio all'acconciatura delle donne per capire che finalmente avevo raggiunto la tribù di cui sapevo già abbastanza (per un romanzo gradevole che racconta gli Hamar consiglio caldamente il libro Land of the Yellow Bull, disponibile solo in inglese, difficile da trovare online ma ad Addis a Mercato puoi chiedere alla tua guida di trovartene una copia di seconda mano).
Gli Hamar vivono di pastorizia ed agricoltura, sono stanziali e si caratterizzano dalle altre tribu africane non solo per il modo di vestire colorato e abbellito da perline colorate e conchiglie incollate ai bordi degli abiti fatti di pelle di capra, ma anche per due eventi molto importanti che sanciscono momenti della vita di ogni uomo fondamentali per la vita sociale dei suoi abitanti.
Questi due eventi, che avvengono uno dopo l'altro, sono esplicativi di una cultura radicata nelle tradizioni e raccontano molto del modo di pensare tribale.
Questi sono il Bull Jumping (il salto del toro) e la Evangadi (la danza notturna).
Ho avuto il piacere di assistere ad entrambi con una guida (amico) d'eccellenza, il giovane Kala, che in quanto Hamar scappato dal villaggio per andare a studiare (questa è una bellissima storia che spiegherò nel post Etica di viaggio tra le tribu africane e perchè sono, secondo me, destinate a morire presto), mi ha regalato una visione della tribù assolutamente unica e di valore inestimabile, permettendomi di vivere nella tribu stessa (ha fatto pace con la famiglia!) lasciandomi entrare dentro le capanne.
L'amore sconsiderato che le tribù etiopi nutrono per le loro bestie è esplicativo di come la vita, intesa come sussitenza, ruoti attorno al gregge.
Per i Dasanech, che sono i nomadi da Omorate in giù, gli animali si accumulano, non si uccidono se non per occasioni speciali (urgente bisogno di soldi, carestia etc), in quanto si tratta dell'unico patrimonio, nonchè metro di misura per definire il benestare di una famiglia.
Gli animali sono merce di scambio per combinare i matrimoni e poi sposarsi effetivamente (gli uomini tribali si sposano più volte soldi, e quindi gregge, permettendo). Nelle tribù è l'uomo che paga la dote alla famiglia della donna.
Gli Hamar sono una tribù stanziale nell'area di Turmi, non vivono nelle capanne tipiche dei nomadi, tondeggianti e di lamiera o pezze che coprono strutture fatte in legno, ma bensì in costruzioni circolari di legno con relativo tetto spiovente.
Si lavora tutti i giorni, tranne il lunedì che è giornata di mercato a Turmi, e generalmente alle 7 del mattino il villaggio si svuota, uomini e donne lavorano senza alcuna particolare distinzione tra i sessi, entrambi lavorano per i campi e con il bestiame.
Il momento più importante nella vita di un uomo, anzi per il membro della tribu di sesso maschile, coincide con il passaggio dall'età della giovinezza a quella adulta, passaggio che richiede una celebrazione molto pittoresca, suggestiva e anche controversa, e una prova fisica che mette, letteralmente, a nudo la prontezza, la forza e la virilità del giovane ragazzo.
Questo passaggio avviene durante il salto del toro (bull jumping), celebrazione che si distingue in due momenti: le frustate da parte dei "nuovi uomini", ovvero coloro che hanno saltato il toro da poco, alle donne della famiglia del ragazzo che dovrà saltare i tori che, per dimostrare il loro amore nei suoi confronti, si fanno frustare fino a sanguinare.
E la seconda parte, ovvero il salto dei tori.
Il ragazzo completamente nudo dovrà saltare e correre sulla schiena di 8 tori e solo quando questo è stato fatto tre volte, senza cadere, si potrà ritirirare tra i cespugli con i suoi amici, in seguito alla Evangadi (la danza notturna), fino a quando la famiglia annuncerà chi sarà la futura moglie (la prima moglie viene scelta dalla famiglia).
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Addis Abeba e il rituale del Bull Jumping
Questo aspetto del bull jumping è fortemente contrastato dall'Etiopia che vorrebbe che venisse abolito questo momento ma si mantenesse solo la parte successiva, ovvero il salto dei tori.
Di fatto la tribù Hamar ha risposto ad Addis che il giorno che loro smetteranno di venerare i propri DEI rinunciado alle celebrazioni e quindi alle proprie tradizioni culturali allora potrebbero pensarci.
Una risposta che significa NO, non vogliamo abolire questa parte della tradizione perchè per noi significherebbe rinunciare a una parte importante della nostra società, tradizioni che dall'esterno non sono facili da comprendere.
E' vero, non è bello per noi vedere le donne farsi frustare, ma è anche vero che sono proprio le donne che gridando e mostrando il corpo spingendosi verso gli uomini, afferrandone le braccia con forza ed insistenza, anche quando lui stanco di tutto questo si rifiuta si trova costretto a farlo.
Quante più cicatrici hai (ricordo che la cicatrice ha un volore nelle comunità tribali), quanto più hai dimostrato di amare il futuro saltatore (ricordo che sono tutte donne della famiglia, madre esclusa che nel mentre prepara da mangiare per la festa).
E' pertanto essenziale approcciarsi a questo evento sapendo che ci sarà sangue e senza giudicare questi gesti nei quali vertono simboli e tradizioni radicate ed importantissime per la comunità.
Ho chiesto io per prima ai miei amici Hamar se davvero le donne sono felici di farsi far male e la risposta è univoca: SI. Questo è il loro modo di vivere le relazioni famigliari e di comunità, il caso di dire delle specie di "patti di sangue".
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Sospendendo il mio giudizio personale su questi accadimenti, la celebrazione continua
Il giorno del salto del toro è stato molto piovoso e sebbene attraversando un fiume, con molte difficoltà e molta paura visto le correnti forti, siamo riusciti ad arrivare per la prima fase (le frustate).
Visto il fiume sempre più in piena, che non ha permesso al ragazzo che doveva saltare il toro di passare all'altra sponda, siamo andati via per arrivare a destinazione quando ormai buio e tutti bagnati senza poter assistere al salto.
Questo è accaduto la notte, quando è riuscito a passare il fiume e pertanto la foto di cui su non è mia perchè io, purtroppo, sono dovuta andar via per cercare di tornare al villaggio, non senza problemi e tanta paura.
Bagnati, sporchi e stanchi siamo arrivati in hotel circa 6 ore dopo!
Nel mentre che le donne di famiglia si fanno frustare, la madre del saltatore invece organizza la festa che la notte accadrà nel villaggio e a cui partecipano da tutti quelli circostanti per non perdersi l'incredibile, instancabile e sensuale danza della notte: l'Evanagdi.
Il gruppo degli uomini in semicerchio cantano intonando una musica dove non ci sono strumenti ma solo voci.
Le donne in gruppo sono di fronte, accanto al grande albero del villaggio sotto il quale cominciano le celebrazioni.
Il primo momento è tutto maschile, cantano, saltano, danzano, man mano che le donne arrivano formando gruppo comincia la sensuale e un pò promiscua danza della notte.
Un inseguimento tra lei e lui, in cui lei sfugge all'invito di lui e termina con un gran salto finale dell'uomo che sporge il bacino in direzione della donna.
La carne nel frattempo la si fa arrostire, la tecnica mi ricorda quella dell'argentina. Una cottura lentissima per via del fatto che l'animale non viene messo sulla brace ma ai lati.
Gli anziani bevono e chiacchierano sotto l'ombra della capanna aperta che funge da gazebo.
Ho danzato con loro, ho saltato e non sono stata veloce abbastanza da scappare dal salto di lui nella parte finale.
E' buio e dobbiamo andare. Non ho una macchina e la camminata impiegherà almeno 1 ora e mezza.
Sulla strada illuminata solo dalla luna e con la musica etiope che Kala fa suonare, incontriamo tanti uomini che chiedono informazioni per arrivare alla festa.
A quanto pare celebreranno per tutta la notte.
Lars Krutak - Ethiopia's last frontier - The bloody world of the Hamar Tribe (L'ultima frontiera dell'Etiopia - Il sanguinario mondo della tribu Hamar) - Un interessantissimo articolo a cura dell'antropologo Lars Krutak studioso dei tatuaggi (Articolo in inglese) incentrato sul ruolo delle cicatrici nelle tribù etiopi.
Joey L - Education in the Omo Valley, Ethiopia (L'educazione nell'Omo Valley) - Sull'impatto della scuola e dell'educazione nell'Omo Valley e l'impatto che sta avendo sulle tribù.
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