Mi aveva detto di scappare da Marrakesh e di starci il meno possibile, e chi parlava erano due viaggiatrici che neanche si conoscono tra di loro.
Parliamoci chiaro, se una persona che so andare in vacanza per resorts o il massimo le destinazioni che conosce sono solo le Capitali europee e porta il disinfettante per lavarsi i denti in Bosnia, questi commenti li prendo un pò con le pinze, ma se due ragazze che hanno girato il mondo mi dicono una cosa del genere, i dubbi che tutto ciò sia vero, mi vengono.
Non si parla piu di pericoli come ero abituata negli anni precedenti, dove gli accorgimenti sul stare il meno possibile erano dati dal fattore sicurezza, qui il parametro diventa un altro: il grado di fastidio e le pressioni che il turista vive per la medina della città più famosa del Paese.
Mi approccio a Marrakesh quindi con lo spirito che ho adottato in Giamaica: zero intransigenza o gentilezza.
Il massimo che posso concedere è un no secco ma devo delineare bene i confini tra me e loro. Sono passati 8 anni e di tutti i ricordi che ho nessuno riesco a ricondurlo neanche lontanamente a quanto pronosticato dalle mie amiche, penso così, ah noi turisti senza rendercene conto siamo in grado di creare una macchina da guerra.
Pochi consigli dalle mie amiche, a parte lo "scappa da Marraksh", sono pronta. Trolley di 10 kg per 14 giorni e uno zainetto.
Avevo dimenticato quanto contorte e labirintiche siano le vie delle città arabe.
È inverno, gli odori non sono forti come quelli d'estate dove la spezia si mischia a tanti altri odori cosi da creare un qualcosa difficile da definire all'olfatto, puzza o profumo?
I primi due giorni a Marrakesh mi hanno fatto rendere conto velocemente di cosa fare e cosa non fare in questa città, che reputo forse la più "insopportabile" tra le città imperiali.
I negozianti delle botteghe dai modi insistenti ti fanno passare la fantasia di entrare nel negozio, sai che se decidi di entrare non sai quando ne uscirai, un momento di titubanza per la strada e in 5 si avvicinano per "aiutarti a tornare in riad", o ti invitano a mangiare al loro ristorante perche "sei troppo magro" (ok, questa la prendevo come un invito a nozze).
Tutti parlano italiano e non appena si accorgono che tu sei un italiano doc...beh sbuca quello che i Italia ci ha vissuto, che ha famiglia, che ci vuole andare e giù con lunghe disquisizioni nella nostra lingua che difficilmente ti fanno credere di non essere stato chiaro con quanto detto.
In segno di amicizia fraterna, Italia e Marocco cugini (i siciliani già li vivono più come fratelli), si offrono per accompagnarti ed anche quelli che ti dicono, io no dirham, solo Schokran (un grazie), ha l'inganno.
Non a lui infatti darai i soldi quanto piuttosto al compare del negozio dove, guarda caso, ti sgancerà perchè improvvisamente ha un appuntamento. Quindi in linea teorica uno Schokran è stato sufficiente (per lui).
Questa è la situazione sine qua non che tutti affronteranno al primo approccio con Marrakesh, non si scappa.
Il Marocco deve essere preso con le giuste precauzioni. Bisogna arrivare pronti ad aspettarsi una serie di situazioni che volenti o nolenti si presenteranno. Degli scogli che diventeranno semplicemente normale routine e se presa con filosofia, faranno del tuo viaggio in questa terra magica un viaggio con la V maiuscola e divertente.
Trovare il riad in molti casi ha della mission. Impossible.
Le mappe cartacee sono inutilizzabili unico modo valido che ho trovato e che mi ha sempre portata a casa è utilizzare Google map in modalità off line con gps attivi.
Consiglio per non perdersi e tornare sempre a casa fai da te
Prima di uscire di casa collegarsi al google map su smartphone, selezionare l'area di interesse.
Digitare nello spazio dove inserire l'indirizzo "okmap" (senza virgolette) e farla caricare.
A quel punto dovunque starai il segnale ti portera a casa senza bisogno di collegarti ad Internet e soprattutto senza scorte non richieste.
Bambini. ragazzi ed anziani vogliono qualche soldo da te, sanno che ti sei perduto o che non riesci a trovare la via per la Piazza principale o il tuo Riad, in maniera quasi velata e sottovoce ti danno indicazioni, pur senza sapere dove davvero devi andare.
Sono dovunque e finche si bazzica nel cuore della Medina non ti lasciano andare.
L'unica maniera è non dare mai conto e far finta di non sentire, di non vedere. Dopo qualche giorno anche queste voci scompariranno e rimaranno solo quelle che del souk si vorrebbero davvero sentire.
In Marocco si negozia. Punto.
Qualsisi cosa si desideri comprare sappi che tu la docresti pagare almeno un buon 25% in meno di quanto ti viene chiesto.
Esempio pratico, il berbero della foto sotto voleva 650 Dirahm per un tappeto molto bello che volevo regalare a mia madre, io sono partita esattamente dalla metà, sapevo già che non avrebbe mai accettato per così poco, ma devi partire bassa avendo chiaro in testa il massimo che vuoi pagare.
La negoziazione può andare avanti a lungo, soprattutto se i soldi che stai per spendere sono tanti, arriva quindi l'immancabile te.
Succo del discorso. NON volevo spendere più di 450DH, dopo 30 minuti, te e pasticcini, avevo il tappeto nello zaino e la spesa corrispondeva esattamente a quanto volevo pagare, non un dirahm in più.
C'è chi si offre come "guida" e chi invece per spirito da crocerossimo è felice con un grazie...dice.
La verità è che prima o poi ti lascerà in un negozio dove se tu compri lui avrà una commissione.
In linea teorica quindi il grazie basta ma poi i 20 minuti nel negozio devi sorbirli tu.
I primi due giorni a Marrakesh sono diventata una esperta di spezie, saponi e creme di bellezza.
Sapevo rispondere a tutte le domande (standard) degli erboristi locali.
Quiz dell'erboristeria incluso, quindi ampia cultura su spezie e rimedi naturali, andrai via dal Marocco sentendoti un esperto conoscitore e probabilmente pieno di boccette di olio di Argan, sandalo e creme di bellezza. I più audaci proveranno, e chissà magari compreranno, il power viagra sotto forma di tisana tanto elogiato dai venditori di souks.
La varietà del cibo non è sicuramente il punto forte del Paese: tajin, cous cous, spiedini, e poi di nuovo cous cous, tajin e spiedini, tantissimo pane e pizzette untuose da strada ma la verità è che se si rimane nelle Medine dopo 6 giorni di questa vita si è stanchi della cucina marocchina, che buona è buona però un pò noiosetta.
Se Marrakesh offre numerosi ristoranti di un certo livello, inclusa la cucina italiana, bisogna sempre tenere un occhio per trovare l'alternativa al tajin, a Fes bisogna esser pronti a mangiare davvero local soprattutto nella Medina dove trovare ristoranti è una impresa impegnativa e a dirla tutta io di ristoranti sono riuscita a trovarne pochissimi e tutti concentrati in una piazzetta (non chiedete dove perchè non ne ho idea!).
La compagnia di autobus migliore è CTM, di fatto numerosi bus coprono le stesse destinazioni a costi piu bassi, peccato che a te li vendano maggiorati perchè non hai tabelle di riferimento nè siti dove poter comparare i prezzi che effettivamente un bus dovrebbe comprire per quella tratta.
Negozia quindi anche sul bus se non stai comprando con ctm (questa compagnia espone una tabella con i prezzi). Inoltre per mettere letteralmente il trolley nel bus ti verranno chiesti dei soldi, inutile che dici che vuoi metterlo tu, non funziona. Negozia per 5DH e quando compri il biglietto chiedi di pagare di meno, così che con la differenza paghi il bagaglio.
Il Marocco è un Paese affascinante e vario, non è solo Marrakesh o Fes o Essauria.
Questi sono i poli turistici più attrattivi e pertanto anche i più fastidiosi, da vedere certo ma non significativi in toto della bellezza del Paese nella sua eterogeneità.
Fare esperienza del Marocco significa anche fare esperienza della sua gente e delle "problematiche" di cui sopra che sono certa ognuno riuscirà a gestire bene e velocemente.
Il Marocco vale la pena, eccome se va la pena, bisogna solo essere preparati a un qualcosa che credo sia fortemente marocchino che inevitabilmente accadrà, ma se sai già come comportarti e come reagire tutto questo diventerà una bella storia di viaggio da raccontare e da ricordare sempre con un sorriso in bocca.
Come guida consiglio la Lonely Planet Marocco, guida completa che copre il Paese intero e ottimi paragrafi a proposito dei trasporti.
Per approfondire invece la storia e la cultura del Marocco consiglio i seguenti libri.
Marocco, romanzo - Tahar Ben Jelloun è il più famoso scrittore marocchino, in questo libro descrive il Marocco facendoci immaginare paesaggi, città, luoghi e soprattutto persone. Il suo interesse infatti si focalizza proprio sugli uomini e le donne marocchine, le loro abitudini, i costumi, le tradizioni, e le credenze di un popolo fiero della propria storia e cultura.
La terrazza proibita. Vita nell'Harem - Un libro che, attraverso la storia della protagonista, fa conoscere il modo di vivere in Marocco del passato e le leggi in vigore al tempo, molte delle quali ancora non sono cambiate ed il desiderio, attuale, delle donne di avere l'indipendenza che vorrebbero.
Il te nel deserto - Una coppia in crisi in viaggio in Marocco nel secondo dopoguerra. Un romanzo in cui la ricerca del senso della vita e gli scenari del Marocco si fondono in un viaggio più che altro interiore.
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Mi hai dato parecchi spunti per partire preparato. Mi terrò ben presente il discorso del 25% :-D! Grazie
Ciao! Sono una neolaureata e non so per quale motivo mi continua a girare in testa come meta per un bel viaggetto postlaurea il Marocco. Il problema è che i viaggi che ho fatto da sola li ho fatti in Francia, Spagna e Canada, quindi mete con una cultura abbastanza simile alla nostra. Nessuno dei miei amici ha intenzione di andare in Marocco ma vorrei andarci lo stesso. Dal momento che mi sembri più che esperta in materia, potresti darmi qualche consiglio utile? Mi riferisco sia all'aspetto "sono una donna che viaggia da sola-istruzioni per l'uso" e sia al fatto che non vorrei rischiare di fare una vacanza turistica, ma vorrei vedere il Marocco autentico 🙂
Marrakech o la si ama o la si odia. Io l'ho amata profondamente, è stato amore a prima vista. Forse questo amore, immagino ricambiato, mi ha preservato dalla parte più commerciale e consumistica della città. Così ho scoperto i piccoli souk di quartiere, gli hammaman tradizionali, i forni di quartiere dove le famiglie portano pane e dolciumi. E ho conosciuto una parte della città dove il tempo sembra essersi fermato, Sidi Youssef Ben Ali, la vera medina di Marrakech non percorsa dai turisti.
Marrakech, crocevia di culture, anime, un tempo la piazza delle esecuzioni, oggi sintesi rumorosa di vita, rumore, storie raccontate e cantate.