"Kirghizistan in Bici"La prima volta non si scorda mai....

Aggiornato il: 4 Aprile 2020
Scritto da: Luca Matteucci
Quando una persona scrive di cicloturismo in Kirghizistan, subito si potrebbe pensare alla Pamir Highway. Ma nel mio caso non è stato così. Tutto l’organizzazione di questo tour, ruotava intorno all’ascesa del Picco Lenin (7134mt). Fortunatamente, il tutto è filato liscio e al mio arrivo a Bishkek, la cosa più complicata da realizzare è stato il Set Up della Bici. Da cicloturista novello che sono, credo possiate immaginare le difficoltà del caso incontrate, anche se intendiamoci, difficoltà semplici da arginare. La scelta dell’itinerario Bishkek-Osh (Circa 700km), è stato un po' forzata, sia dal poco tempo a disposizione (10Giorni) e sia dal suo facile sviluppo, visto che per la maggior parte del tempo viaggerò sulla principale arteria stradale che collega queste due grandi città (M41). Prima di iniziare a parlare delle varie tappe, vorrei mettervi al corrente, di alcuni dettagli, che vi permetteranno di organizzare al meglio il vostro viaggio. Primo fra tutti la bici. Portarla da casa o affittarla. Beh io ho optato per la seconda opzione e cioè affittarla qui. Per affittare il tutto, mi sono appoggiato all’agenzia FreeBike di Bishkek. Gestita da due simpaticissimi ragazzi Olga e Denis. Il prezzo di affitto giornaliero comprendente Bici (kit riparazione ,copertone di riserva, catena di riserva, camere d’aria nuove, etc..), Pedali SPD e  Borse da 50Lt si aggira intorno a 1500 Som (circa 20€). Al tutto, ho dovuto aggiungere circa 25€, per trasferire al termine del mio viaggio la bici da Osh a Bishkek. Per quanto riguarda la cartografia mi sono appoggiato ad un applicazione favolosa, AlpineQuest. Applicazione che esiste solo per Android, la cui versione premium è acquistabile per poco più di 5€ su Play Store. Nella fattispecie, ci tengo a ringraziare Mauro per avermi introdotto all’utilizzo di questa splendida applicazione che mi accompagnerà sempre, nel lavoro come nel tempo libero. Per quanto riguarda alloggio e cibo, durante il viaggio, almeno in queste zone non avrete che l’imbarazzo della scelta o comunque riuscirete sempre a cavarvela, avendo una razione giornaliera di scorta sia di acqua, che di cibo. Mentre per la parte alloggi, avere al seguito tenda, sacco a pelo (occhio che si sale sopra i 2000mt)e stuoino vi metterà nelle migliori condizioni di autonomia (per metà del mio viaggio ho pernottato in tenda). Comunque, nei villaggi più grandi troverete sempre una guesthouse o ostelli, a prezzi più che ragionevoli dai 5$ ai 15$.

Itinerario di viaggio

Senza perderci troppo in chiacchiere veniamo a noi e alla nostra prima avventura sulle due ruote. La prima tappa mi ha visto affrontare l’itinerario che da Bishkek, porta a Sosnovka (circa 80km ; D+ 700mt). Un itinerario alquanto monotono, vi accompagnerà fuori Bishkek, per molti chilometri. A tratti, vi ritroverete su strade sterrate a due corsie, che si alternano a strada asfaltate a sei corsie. Una roba da pazzi insomma. Il tutto però è filato liscio in questa splendida giornata estiva e con molto piacere ho potuto apprezzare che i locali, sono dei simpatizzanti dei Bike-Packer. Giusto per raccontarvi un aneddoto. Un giorno mentre pedalavo seguendo il percorso, si ferma un ragazzo con l’auto che mi fa qualche domanda classica; come ti chiami, di dove sei, etc. Ad un certo punto, si mette a parlare in Italiano e raccontandomi di aver lavorato in Sardegna per un po' di tempo. Quanto è piccolo il mondo!! A tutti i costi, vuole invitarmi a casa sua per mangiare, ma visto che era il primo giorno di tour volevo testare la gamba. Quindi, educatamente non raccolgo l’invito e mi dirigo verso Sosnovka. L’indomani, mi aspettava la tappa più dura del mio Tour (circa 80km ; D+ 3186mt), che mi avrebbe visto superare il primo passo di montagna , il Too Ashuu (3191mt). Ora come ora, a tappa conclusa posso dirvi Che tappa!!! Dura a morire, ma di una soddisfazione unica. La sera prima avevo conosciuto Amina e il simpaticissimo Wolfgang, che stavano esplorando questo remoto angolo di Kirghizistan. Il mattino dopo, incrocio la simpaticissima coppia di amici che mi offrono il proprio aiuto nel trasportare parte dei bagagli. Nonostante lo scetticismo, accetto il favore, anche perché qualche Kg in meno in salita, fa sempre comodo. Ci accordiamo per incontrarci all’inizio del tunnel, per vedere poi come attraversarlo. Beh, non sono arrivato mai in tempo per il fatidico appuntamento, complici gli operai della manutenzione stradale che mi hanno invitato con loro a pranzo e una scorciatoia, che tanto scorciatoia non è stata, che non mi ha fatto incrociare i miei amici.
Come se non bastasse, oltre al cellulare di Amina che non aveva segnale e quindi ero impossibilitato a rintracciare le borse, al tunnel scopro che per un guasto all’impianto di areazione, pedoni e bici non possono transitare. Non mi perdo d’animo e senza pensarci due volte, chiedo ad un camionista se posso caricare la mia bici dietro la sua motrice. Il tipo subito accetta la proposta e in 30’ ero già dall’altro lato.
Superato il tunnel riesco a riprendere i contatti con Amina e finalmente riesco a recuperare le borse e per sdebitarmi, dico alla fantastica coppia di amici se gli va di prendere un caffè tutti insieme, poco lontano dal mio camping. I due senza pensarci due volte accettano l’invito e il tutto finisce davanti ad una tazza di te accompagnato da una porzione di Mante (Ravioli al vapore ripieni di carne e cipolla).
Insomma tutto bene quel che finisce bene. L’indomani, partirò alla volta del secondo e ultimo passo di montagna, l’Ala Bel Pass (3175mt), per fare tappa al Resort Chychkan, collocato 40Km a Nord di Toktogul. In totale la tappa misura circa 80km con D+1250, una favola rispetto ad oggi. L’itinerario, non vi regalerà niente di che dal punto di vista paesaggistico, o almeno per me è stato così. Complice, il maltempo ma Sopratutto il forte vento, che mi hanno messo a dura prova. All’altezza del passo, avevo quasi terminato le energie, ma la fortuna, ha voluto che dal passo al Resort, fosse tutta discesa. In vetta, tempo di dedicarmi a relax o altro è stato veramente poco, complice il freddo (quasi 0° C) e una tormenta di neve che stava per arrivare. Quello che posso assicurarvi cari lettori, è che con il favore del tempo, il passo saprà regalarvi un panorama unico.
Ultimi 40 km e saremo quasi al giro di boa, ma soprattutto, è arrivato il momento di un bel giorno di pausa dai pedali. Quale miglior posto, se non Toktogul. Piccolo villaggio che sorge sulla sponda nord del Lago Toktogul. Qui ho ricaricato le batterie, ed ho tirato le somme su quello che potrebbe essere il budget giornaliero, per un avventura sui pedali come la mia. Occhio e croce, potreste spendere un massimo di 1500 Som (un po' più di 20$), se alloggiate in una Guesthouse. Cosa che io ho fatto qualche volta per concedermi qualche servizio in più. Oppure, potreste arrivare a spendere un minimo di 700/800 Som (circa 11$), se vi arrangiate a dormire in tenda.
Certo sta un po' a voi e al vostro spirito di avventura, il come organizzare un viaggio simile. Giornalmente potreste spendere anche 3$, mangiando spaghetti cinesi confezionati e depurando acqua dai torrenti. A mio avviso, conviene mantenersi sui 20$ giornalieri in modo tale da non correre rischi inutili. Dovunque voi andiate, vi consiglio di avere il tutto liquido dietro in Som (valuta locale), visto che gli ATM, sono una rarità in alcuni villaggi. Toktogul, si è rivelato un villaggio solare, dove i locali, non ti ripetono due volte di entrare a casa loro per un tè. O almeno, a me così è capitato. Rientrato da una breve visita al lago, foro una ruota della mia bici, mi fermo per strada a riparare il tutto e intorno a me si raduna una folla di bambini e anziani. Riparato il tutto, un anziano mi invita presso la propria abitazione per mangiare e bere qualcosa. Questo è il Kirghizistan, un popolo ospitale che nonostante le difficolta inerenti la lingua(si intende non per tutti, specie per i più giovani che parlano un inglese fluente in molti casi), si esprime con gesti solidali, che hanno più valore di mille parole.
Da quieto villaggio di Toktogul, mi sono poi diretto sulla sponda Sud del lago, per passare una notte lungo lago con la mia tenda. Tappa di 70Km con D+1150mt, che mi ha portato quasi a ridosso della salita che porta a Karakol. Trovare un caffè aperto in questa zona, è cosa più unica che rara. Specie se si ricerca qualcosa a due passi dal lago. Tutti i caffè e gli hotel segnalati su google maps erano chiusi, ad eccezione del caffè Acquarium. La consolazione di tutto è stata soprattutto per la molteplice compagnia che affollava le sponde del lago, fin dal primo pomeriggio. Insomma, un qualcosa che potrà darvi una sicurezza maggiore, se siete titubanti nel voler campeggiare in queste zone.
Il giorno dopo ho ripreso a pedalare in direzione di Karakol, comprendo gli ultimi 38Km con D+950 mt che mi separavano da questo villaggio incastonato fra le montagne. Non vi aspettate chissà cosa da Karakol. Il lato positivo è che vi permetterà di spezzare la tappa che porta a Taskomur. Tappa a mio parere abbastanza tosta, ricca di saliscendi per un totale di 70Km con D+ 2050mt.  Tappa, durante la quale costeggerete il fiume Naryn, che vi regalerà splendidi scorci paesaggistici, i quali difficilmente scorderete.
Mi sento solo di fare però una raccomandazione, inerente alle auto che incrocerete itinerario durante. Essendo la principale arteria stradale la M41 risulta molto trafficata e questo pezzo è alquanto noto ai locali, per la frequenza degli incidenti. Per concludere fate molta attenzione ed equipaggiatevi di fanalino posteriore e anteriore, per superare alcuni tunnel non illuminati. L’indomani mi sono diretto verso il confine con l’Uzbekistan, l’obbiettivo era quello di visitare Andijian (città all’estremo est dell’Uzbekistan), per poi fare rotta verso quella che era la meta del mio viaggio, Osh. Tappa abbastanza lunga, caratterizzata da 89km con D+546mt. Il tutto mi farà risparmiare svariati km, su quello che era il mio programma in origine e in più mi permetterà di entrare in contatto con un'altra realtà. Le formalità al posto confine di Izboskan, sono alquanto semplici (da Gennaio 2019, paesi come l’Italia godo di visto gratuito per 60 giorni), visto che l’obbiettivo dell’odierno governo, è quello di spingere al massimo sul turismo. Andijian, si presenta una vera e propria metropoli se confrontata con tutti i villaggi in cui ho fatto tappa. A mio avviso nulla di che, se non per il fatto che attraversare l’Uzbekistan vi consentirà di accorciare il vostro itinerario. Al posto di confine di Izboskan, dove solo persone appiedate e ciclisti possono transitare, contate di spendere almeno 1 ora e in più se riuscite informatevi prima sul cambio Som Kirghisi – Som Uzbeki, in modo tale da dettare voi le regole del cambio una volta in Uzbekistan. La cosa buffa è che arrivato ad Izboskan, mi fermo per chiedere conferma sul posto di confine e un gruppo di tassisti in preda alla curiosità, mi invita a mangiare una fetta di melone in loro compagnia. Era proprio quello che ci voleva, perché dopo 50km sotto il sole cocente, non ne potevo più di pedalare.
L’indomani avrei chiuso con l’ultima tappa, Andijian – Osh. Tappa di 48km con D+750mt. Una sorta di passerella, come quella che si vede alle grandi corse a tappe, come il Tour de France.
Che dire di più, è stata un esperienza unica e se mi volto indietro, la rifarei senza pensarci due volte. Il sudore, la fatica e tanto altro, non potranno mai farmi desistere dal mio modo di vivere all’avventura. Attraversando il Kirghizistan e l’Uzbekistan sono venuto a contatto con culture uniche, caratterizzate da curiosità, ospitalità, tradizione, rispetto per il proprio culto religioso, etc. A tutte quelle persone, che sono titubanti dal fare un viaggio in bici come il mio in queste terre, mi sento di dire “Raga, non pensate troppo al cosa fare, al dove andare e se queste zone possono essere più o meno sicure, preparatevi fisicamente, allestite la bici come meglio credete o se come me siete al vostro primo viaggio in bici, potreste pensare ad affittarla, per poi nel vostro seguente viaggio, comprarne una vostra ed equipaggiandola come meglio credete”. Ci tengo a ringraziare tutte le persone che ho incrociato sulla mia strada e anche se tanti di voi non avranno mai modo di leggere il mio post, sappiate che conserverò un ricordo unico, di ciascuno di voi. NEVER STOP EXPLORING
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Scritto da Luca Matteucci

Ho 27 anni e da quando ne ho 18 viaggio zaino in spalla affrontando situazioni estreme. Amo il trekking, al punto tale che ne ho fatto quasi un lavoro. Da ormai 5 anni viaggio nel continente Asiatico, un continente che racchiude qualcosa di mistico e unico. Sul ciglio dei 27 però mi sono affacciato al Sud America e con molta probabilità inizierà una lunga e passionale frequentazione.

Durante i miei molteplici viaggi, viaggio da solo perché credo che questo modo di viaggiare possa darmi una maggiore opportunità di conoscere persone nuove (locali o backpackers come me), aiutandomi a comprendere meglio le differenze culturali che ci separano dagli altri popoli. Cosa che in coppia o in gruppo può venire leggermente meno.

Tutti i mie viaggi ovviamente sono dedicati alla mia famiglia, che ha sempre appoggiato il mio stile di vita.

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