L’altra notte ho viaggiato da Chaing Mai a Bangkok per potermi dirigere finalmente all’aeroporto internazionale di Bangkok e volare nella tanto desiderata Birmania, Paese che più di una volta stavo per lasciar perdere viste le condizioni non tanto pericolose quanto lunghe e complicate e per andare e per viaggiare nel paese.
Proprio quando avevo deciso di lasciar perdere e dirigermi invece direttamente in Cambogia sul sito della compagnia low cost asiatica Airasia trovo l’offertona Bangkok-Yangon che accontenta le mie richieste: essere a Chiang Mai per il festival delle lanterne e volare il giorno immediatamente dopo. Costo totale dell’operazione tasse incluse 100 euro.
Ma torniamo sull’autobus Bangkok-Chiang Mai. Ho avuto ben 10 ore per pensare. Gli autobus mi ispirano molto e la maggior parte dei miei pensieri nascono proprio su questi sedili a volte comodi a volte no e sotto tormente di aria condizionata.
Forse il cervello osssigena e così penso più liberamente.
Comunque su questo autobus governativo thailandese, con circa 10 gradi grazie all'aria condizionata un pò esagerata, ho fatto una considerazione dovuta a una serie di discussioni avute con mia madre e con alcuni viaggiatori che ho incontrato in questi 9 mesi di strada.
Viaggiare da solo ti dà un senso di indipendenza incredibile, ti rende molto forte e se lo si fa zaino in spalla e con piccoli budget ti insegna a saperti organizzare non solo giorno per giorno ma anche sul lungo termine: finanze da tenere sotto controllo, itinerari da decidere, tempi che stringono (nonostante i lunghi periodi di viaggio).
In verità quando si viaggia si sta lavorando, si lavora su se stessi e si lavora 24 ore su 24 cercando di capire cosa e come fare una determinata cosa.
I principali problemi del viaggiatore sono
Dove vado a dormire stanotte? Come mi sposto da un posto all’altro? Quale è l’orario migliore per partire? C’è un modo alternativo per arrivare alla stessa destinazione spendendo meno? Come posso fare per arrivare a...senza spendere troppo?
È vero, sono delle belle preoccupazioni ma sono pur sempre pensieri che assicuro a volte riempiono giornate intere.
Giornate cercando l’autobus più economico, la guest house o l’ostello meno caro ma che abbia tutte le caratteristiche necessarie (che per me sono pulizia, area comune e soprattutto wifi), tratte più veloci, meno pericolose e più economiche, mangiare senza spendere troppo, fare il più possibile senza letteralmente “ammazzarsi” psico fisicamente e senza spendere una fortuna.
Potrà pur sembrare un controsenso rispetto la mia filosofia (io viaggio da sola), ma fondamentalmente dal mio punto vista sono le persone con cui si condivide questa esperienza che rendono il viaggio una esperienza memorabile.
Sono le persone che si incontrano, e la compagnia che si ha che rende una specifica destinazione possono fare dello stesso luogo un sogno e un posto da consigliare piuttosto che un luogo da evitare o che si può tranquillamente saltare.
Un altro elemento per me fondamentale è inoltre la possibilità di fermarsi in un posto per qualche giorno se non settimana cercando di conoscere e comprenderne la cultura, le abitudini e se possibile sentirsene in qualche modo anche parte, senza fare il giro con la guida in mano e segnare cosa si è visto e cosa non per poi proseguire alla seconda tappa.
A volte preferisco girare di meno ma fermarmi di più, e le mie decisioni dipendo al 30% dalla destinazione e al 70% dalle persone che ho incontrato.
Credo che anche questo sia uno dei motivi per cui le opinioni su una località sono spesse volte discordanti.
Con questo non dico che per principio salto le destinazioni turistiche, ma che per me per esempio alcuni posti tanto decantati da altri non sono stati per nulla attraenti mentre altri dimenticati dai più lo sono. E perché avevo la compagnia giusta e perché avevo tempo a sufficienza per poter esprimere una mia personale opinione.
Il viaggio in solitaria e non è solo fatto dalle destinazioni ma anche e credo soprattutto di compagni di viaggio con cui si ha la fortuna di condividere questi momenti speciali.
Con questo quindi non dico che sia meglio viaggiare in principio con qualcuno, continuo ad essere una grande sostenitrice dei viaggi in solitaria e continuo a credere che non sarei in grado di viaggiare per 6 mesi o più sempre con la stessa persona, ma dico che socializzare è importante.
Proporsi ed aggregarsi, chiacchierare (e da qui l’importanza del conoscere le lingue, in particolare l’inglese), trovare compagni di viaggio per brevi o più o meno lunghi periodi, condividere esperienze con chi in quello stesso momento ha molto in comune con te, molto di più di alcuni amici lasciati a casa.
Siamo esseri umani e siamo mutevoli, ci sono momenti e tempi, a volte noi stessi cambiamo e saperci adattare alla nuova situazione di viaggio essendo in grado di condividere quei momenti importanti con qualcuno è estremamente importante.
Un giorno ci si ricorderà si della spiaggia o del vulcano o del tempio….ma io sono certa che nella mia mente di un Paese torneranno in mente prima di tutto un un sorriso il maya che mi spiegò la teoria sulla fine del mondo all’ombra del tempio di Tikal, o la festa di compleanno a sorpresa organizzata da Erin, l’americana con cui ho viaggiato per qualche settimana. Ricorderò i miei maestri di surf in Costa Rica e le chiacchierate sulla spiaggia, come la festa in piscina improvvisata con 15 altri viaggiatori nell’ostello di Granada in Nicaragua, ricorderò quelle parole e quelle discussioni anche profonde fatte sulla spiaggia del mare dei caraibi all’ombra delle palme con chi ora è esattamente dall'altra parte del mondo.
Le persone fanno la differenza e viaggiando da soli si è un certo qual modo obbligati a socializzare e mettersi in gioco. Ma che questa scelta sia una bella sfida lo diciamo ormai da tanto tempo. No?
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