L’ANNAPURNA CIRCUIT è uno dei percorsi di trekking più belli al mondo.
Questo si sviluppa intorno al maestoso complesso dell’Annapurna che regala paesaggi mozzafiato in qualsiasi stagione dell’anno.
Il periodo che va da metà Settembre fino a metà Dicembre risulta il migliore per affrontare questo trekking.
Di norma il circuito si affronta in senso orario, ma per ragioni di acclimatizzazione è preferibile affrontarlo in senso antiorario così da poter collegare anche l’ascesa al Sanctuary nella parte finale del trekking.
Si risale la valle che parte da Besisahar fino al villaggio di Manang per poi affrontare il passo del Torungh La (5416 mt ), dirigendosi verso la valle del Lower Mustang per poi arrivare a Ghorepani da dovete potrete scegliere se terminare il Circuito a Nayapul, quindi scendere o dirigendovi verso Chomrong per iniziare l’ascesa al Sanctuary.
Se passate per Ghorepani non dimenticatevi il belvedere di Poon Hill,un percorso accessibile a molti grazie alla presenza di molte Tea Houses, l’equivalente di pensioncine locali, un tempo al servizio dei viaggiatori nepalesi, che offrivano vitto e alloggio durante i lunghi spostamenti per raggiungere i remoti villaggi disseminati nella valle. Negli anni, le Tea House si sono evolute in lodges, hotel o guesthouse che offrono servizi più o meno basici.
Oggi la jeep road ha preso il posto dell’Annapurna circuit per quasi l’intero itinerario, tranne nel tratto Manang - Muktinath.
Nonostante le perplessità di molti sulla jeep road, il progetto va tuttora avanti, fortemente voluto dai villaggi più isolati. Soltanto dopo la sua realizzazione i nepalesi si sono accorti che il mercato del turismo ha iniziato a subire un calo.
Grazie però ad alcuni volontari oggi possiamo rivivere la vecchia magia del Circuito. Questi hanno ridisegnato il percorso su itinerari secondari dopo le jeep non hanno accesso.
È nato così il NATT, il New Annapurna Trekking Trail, un sentiero segnalato col sistema europeo delle bandierine colorate che, con un pizzico di fatica in più, permette di evitare quasi completamente la strada, lasciando la sensazione di aver affrontato un percorso ancora abbastanza incontaminato.
Il sentiero principale è ben tracciato, ad ogni bivio o ponte, con segnaletica bianca e rossa, mentre le bandierine bianche e blu indicano i percorsi alternativi o secondari.
Il secondo percorso è quello dell’ANNAPURNA SANCTUARY detto anche ABC perché percorrendo questo trekking si arriva all’Annnapurna Base Camp. Partenza e arrivo possono variare a vostro piacimento, a seconda del tempo a disposizione.
Questo trekking, consente di entrare nel cuore del circuito fino al campo base dell’Annapurna I (4130 metri) e ritornare indietro lungo lo stesso percorso dell’andata, o apportando alcune variazioni ma solo nella parte più a valle, all’altezza di Chomrong.
Trekking molto più breve del Circuit e anche fisicamente meno impegnativo.
Per questo motivo risulta anche più turistico.
L’unico lato positivo, è che non è stato toccato dalla costruzione di strade in modo che possiate assaporare al meglio il sapore di un vero trekking.
Ovviamente, non mi sento di sconsigliarvi l’ascesa all’ABC durante la stagione dei monsoni, visto che risulta abbastanza pericolosa, perché il terreno frana con una certa facilità e i torrenti secondari sono pieni come non mai provocando gravi disagi alla viabilità.
Una delle tante frane incontrate durante il Sanctuary.
In realtà non vi è un vero e proprio periodo per organizzare questo trekking.
Il percorso è fattibile tutto l’anno, certo durante la stagione dei monsoni potreste trovare qualche difficoltà su alcuni tratti. Di solito i periodi di alta stagione sono la primavera e l’autunno.
Da metà Ottobre a metà Dicembre il clima è generalmente secco e le montagne sono limpide come non mai, questo è anche il periodo in cui il circuito è più frequentato.
Ovviamente man mano che ci si avvicina a Dicembre le temperature tendono a scendere sempre di più.
Da metà Dicembre a Febbraio fa molto freddo e le temperature molto spesso possono scendere anche sotto i – 20° in alta montagna. Inoltre c’è il rischio che il passo sia bloccato dalla neve quindi dovrete attendere alcuni giorni.
Da Marzo a Giugno è il periodo delle fioriture. Il tempo è generalmente limpido al mattino, mentre si annuvola e può piovere nel pomeriggio.
Da Luglio a inizio Ottobre, durante la stagione dei monsoni, piove molto e le montagne sono praticamente sempre coperte dalle nuvole.
Panorama nei pressi di Muktinath
Per intraprendere questo trekking avete bisogno di 2 permessi :
Entrambi costano 2000 R o meglio 20 $ e vanno acquistati preventivamente presso il Tourist Board di Kathmandu (in centro, vicino a Ratna Park) o di Pokhara (in Damside, poco lontano dalla stazione turistica degli autobus). Esiste anche la possibilità di sbrigare le pratiche alla partenza da Besisahar ma ad un prezzo maggiorato.
In alternativa potete rivolgevi ad un agenzia ma il prezzo lieviterà di quasi il doppio. I permessi sono nominativi e per ottenerli sono necessarie: 4 fototessere e la compilazione di alcuni moduli forniti in loco.
Code a parte, il tutto viene rilasciato sul momento. La validità è di un anno dalla data di emissione, ma una volta timbrato l’ingresso non si possono riutilizzare. Lungo il percorso ci sono numerosi check-post obbligatori dove i permessi vengono controllati e timbrati.
Ricordatevi di avere sempre al seguito una fotocopia del passaporto, casomai vi venga richiesta.
Per il Circuit ed il Sanctuary è sufficiente un unico permesso a condizione che si eseguano i due percorsi consecutivamente, cioè senza mai uscire dall’area.
Di norma la partenza del percorso è fissata nella piccola e ospitale cittadina di Besisahar.
Grazie però al vecchio itinerario dell’Annapurna Circuit convertito in jeep road, è possibile iniziare il trekking anche a Manang.
Ovviamente la tratta ha un suo costo ad esempio Besisahar-Chame costa all’incirca 2000 R ( 20 $ ). Ovviamente sconsiglio vivamente la cosa, se avete tempo è bene godersi l’intero Circuit e se siete stretti con i tempi valutate trekking più brevi.
Per raggiungere Besisahar da Kathmandu o Pokhara, esistono alcuni autobus diretti, che non serve assolutamente prenotare in anticipo, visto che la tratta Kathmandu – Pokhara – Besisahar è servita regolarmente ogni giorno da bus, mini-van e jeep.
Se siete avventurieri basta farvi un giro il giorno prima alla stazione dei bus di Gongabu per individuare il ticket corner e il gioco è fatto.
Il biglietto da Kathmandu a Besisahar è costato 360 R, più un piccolo sovrapprezzo per il bagaglio pari a 200 R.
Il viaggio verso l’Annapurna Area, per quanto si parta presto, può richiedere anche tutto il giorno e spesso si arriva a destinazione spossati dalle lunghe attese e da un estenuante viaggio in bus sconquassati, quindi difficilmente sarà possibile iniziare il trekking il giorno stesso.
Lungo il percorso c’è solo l’imbarazzo della scelta, ad ogni villaggio troverete come minimo una struttura ricettiva che sarà felice di accogliervi.
Soprattutto nel Circuit troverete più strutture ricettive che turisti, al di fuori del picco stagionale che và da metà ottobre/metà novembre.
La maggior parte dei Lodge di solito si concentra nei villaggi, ma a quasi ogni ora di cammino si trovano sistemazioni per la notte dove ci si può fermare.
Il che rende più facile affrontate gli imprevisti di percorso come maltempo o stanchezza.
Le strutture sono rustiche, in legno o in pietra, ed hanno sempre una stanza comune che funge da ristorante.
Di solito garantiscono una doccia calda grazie a piccoli impianti solari, ma in alcuni casi, come durante l’ascesa all’ABC dovrete pagare anche 300 R per una doccia calda. L’elettricità non manca mai, al di fuori di alcune eccezioni.
I nepalesi hanno pensato bene di sfruttare i tanti fiumi che scendono dalle montagne per costruire tante piccole centrali idroelettriche ad uso e consumo dei villaggi di montagna isolati da tutto e da tutti.
Ovviamente ricaricare un cellulare o un fotocamera lungo il Sanctuary vi costerà qualche dollaro. Le camere sono basiche, più o meno pulite e sempre senza riscaldamento. Se avete freddo basta chiedere una coperta in più.
Il prezzo delle stanze è praticamente va da zero a qualche centinaio di Rupie.
Ovviamente i prezzi sono indicativi e variano in base alla stagione e al villaggio. Di solito quando si dorme in un posto si cena e si fa colazione nello stesso hotel, onde evitare un elevato sovrapprezzo della stanza.
Durante il vostro trekking potrete degustare di tutto e di più dagli spaghetti alla torta di mele, basta pagare. Ovviamente più si sale di quota più i prezzi del cibo si avvicinano all’Europa, anzi molto spesso come nel caso della birra li superano pure, visto che all’ABC una birra costa circa 800 R ($8).
I menu sembrano assomigliarsi tutti, anzi in alcune zone vi sono prezzi fissi e menu identici per tutti i ristoranti. Ovviamente ogni villaggio propone piatti con le proprie rivisitazioni, dandovi l’opportunità di degustare piatti di diversa fattura.
Nel preparare i nepalesi risultano molto lenti quindi specialmente a pranzo vi consiglio piatti che siano veloci da preparare.
Il piatto che va di più tra i Nepalesi e’ il Dal Bhat, non costa molto ed è abbondate visto che viene proposto un ripasso.
Questi consiste in un insieme di più portate che ogni villaggio improvvisa a proprio piacimento a seconda di cosa ha a disposizione per realizzarlo. Di solito si compone di una zuppa di legumi detta Dal , curry di verdure, riso bianco , papadam (pane fritto), pickels (verdure fermentate) e salsa piccante a piacimento. Per colazione si trova di tutto, dalle uova ai pancakes, dal muesli alle torte al cioccolato. Mentre la frutta è rara, eccetto le mele in stagione di raccolta.
Birre, bibite, te e caffè si trovano a volontà ed in alcuni posti si può provare un succo a base di sciroppo di sea buckthorn, una bacca locale che ricorda vagamente l’albicocca. L’acqua del rubinetto non è sicura, ma si può purificare con i filtri e le pastiglie.
In giro si trovano anche le bottiglie confezionate, ma sono sconsigliabili, non solo per i prezzi esorbitanti ma sopratutto per evitare di produrre rifiuti, che nelle lodge generalmente vengono smaltiti gettandoli direttamente nel fiume.
Lungo il percorso si trovano anche alcune, Safe Water Drinking Station, postazioni dove è possibile ricaricare la propria borraccia a pagamento, ma le pastiglie restano la soluzione più pratica ed economica.
Vale sempre la regola di mangiare dove si dorme, a meno che non si voglia pagare un sovrapprezzo sulla camera anche pari a dieci volte il suo valore.
Prezzi indicativi: 1 porzione di Dal Bhat, tra 350 e 790 R ( 3,5 $ -7,9 $ ) 1 chiapati bread w/ honey or jam, tra 200 e 400 R ( 2 $ - 4 $ ) 1 tazza di Black the , tra 50 e 90 R ( 0,5 $ - 0,9 $ ).
Vi potrei raccontare il mio itinerario ma sarebbe forviante.
Per chiudere il Circuit e il Sanctuary avete bisogno di circa 1 mese.
Ognuno di voi può organizzare le tappe come meglio crede, in base al tempo a disposizione ma soprattutto in base all’allenamento.
L’aspetto condizione fisica non è da sottovalutare soprattutto sopra i 3000 mt, almeno che non siate degli alpinisti.
Per darvi un idea ecco il profilo altimetrico con rispettive distanze e tempi di percorrenza di ciascuna tratta.
Quindi se avete in mente di cimentarvi in questa avventura, vi consiglio di allenarvi per tempo e pianificare il vostro itinerario con qualche mese di anticipo in modo da avere il tempo materiale per prepararvi dal punto di vista fisico, se già non lo foste. Lungo il mio itinerario ho incontrato villaggi unici come:
Bahundanda che offre un panorama unico sull’intera vallata.
Tal che non assomiglia proprio ad un villaggio di montagna per la sua particolare collocazione. Rimarrete sorpresi non appena si staglierà davanti ad i vostri occhi. Le sue due cascate e il piccolo ruscello che scorre a nord del villaggio fanno di Tal un posto unico. Per non parlare dell’ospitalità dei locali.
Chame che con i suoi 2670 mt, inizia a farvi sentire quale sarà l’ambiente che vi aspetta mano mano che salirete. Mi raccomando spero che abbiate il costume nello zaino, perché le Hot Spring di Chame vi aspettano per il meritato recupero post camminata.
Ghyaru e Ngwal rispettivamente 3670 mt e 3660 mt, la cui collocazione e tipicità li rende villaggi unici nel loro genere.
Manang e Braga, due villaggi distanti tra loro poco meno di 2 Km.
Qui la giornata di sosta è quasi obbligatoria visto che vi aiuterà ad acclimatizzarvi.
Da qui, non avete che l’imbarazzo della scelta per lanciarvi all’avventura di uno dei tanti trekking secondari che offre la zona.
Io ho optato per una gita all’Ice Lake ( 4600 mt ), ottima per scongiurare i rischi del mal di montagna.
Gunsang , Yak Kharka, Letdar e Thorung Phedi: Il panorama alquanto arido delle zone rende l’itinerario al quanto poco attrattivo, specialmente durante la stagione dei monsoni.
Se avete in mente di salire a Thorung Phedi da Manang in 2 giorni, vi consiglio una sosta nel piccolo villaggio di Letdar (4200 mt ) qualche Km dopo Yak Kharka.
Thorung La ( 5416 mt ). Questo giorno lo ricorderò per tutta la vita.
La strada per il passo sembrava non finire mai. Passati i 5000 mt il mio zaino sembrava sempre più pesante.
I suoi oltre 25 kg si facevano sentire ogni passo che facevo. Ma vicino a me c’era un collega ma soprattutto un amico che ora non c’è più, a cui ho voluto dedicare l’ascesa del passo. Grazie Daniele.
Una volta giunti in cima, vi aspetterà una lunga e ripida discesa fino a Muktinath, che per la cronaca non è un villaggio, ma un complesso di templi nonchè noto sito di pellegrinaggio induista da oltre 3000 anni.
I 4 elementi fondamentali, cioè acqua,fuoco,aria e terra si incontrano rendendo questo luogo di culto molto speciale.
Neanche 1 Km più a valle troverete il piccolo villaggio di Ranipauwa, dove quasi sicuramente troverete una sistemazione per la notte.
Superato il passo sembrerà che il viaggio sia quasi volto al termine, ma non è affatto così. Tutt’altro! Non siamoneanche a metà.
E' arrivato il momento di goderci la tratta che và da Muktinath a Ghorepani ( almeno per chi affronterà anche il Sanctuary ), perché molto spesso regalerà scorci di paesaggi stupendi e villaggi unici. Un chiaro esempio è quello di Kagbeni, una sorta di oasi verde in un mare di sabbia.
Molto spesso lungo l’itinerario avrete occasione di seguire più itinerari, che nella maggior parte dei casi portano tutti alla prossima meta.
Tornando al nostro itinerario, dopo Kagbeni incontrerete il vivace villaggio di Jomson, in cui è addirittura presente un aeroporto. Molti trekkers accontentandosi di aver superato il passo di Torungh decidono di terminare proprio in questo villaggio il trekking, perdendosi, a mio avviso, la magia del circuito.
Come ho già detto avrete modo di scegliere tra più itinerari lungo il vostro cammino, quindi evito di dilungarmi troppo sull’argomento lasciandovi però un piccolo regalo. Una foto con tutti i vari itinerari di trekking presenti in questa parte del vostro trekking e non solo.
Un villaggio molto carino che incontrerete quasi sicuramente è quello di Marpha detta anche la capitale nepalese delle mele. Qui potrete degustare il famoso Apple Brandy di Marpha.
Da Marpha a Tatopani sarà un alternarsi tra trekking Trail e jeep road, che vi costringerà molto spesso a saltare da una sponda all’altra del fiume Kali Gandak. Ovviamente lungo l’itinerario incontrerete una miriade di ponti sospesi.
Arrivati nel piccolo villaggio di Tatopani (1190 mt ), sarà ora di tirare nuovamente fuori il costume per fare una salto alle Hot Spring, che sono a pagamento e il costo oscilla intorno alle 150 R.
L’ascesa al piccolo villaggio di Ghorepani ( 2750mt ), sarà abbastanza dura se affrontata in un sol giorno come ho fatto io.
La tappa misura 16 km, con un dislivello di oltre 1500 mt. Io ho sfruttato per la pausa pranzo il villaggio di Sikha, da dove godrete di una vista favolosa. Altro villaggio meraviglioso è quello di Ghasa che si trova qualche Km più a valle di Sikha.
Il tempo nelle zone di Ghorepani durante i monsoni è per lo più piovoso a differenza dell’Upper Mustang o delle zone di Manang dove spesso e volentieri splende il sole anche se le vette sono spesso coperte.
Da Ghorepani oltre che poter continuare il Circuit fino a Naya Pul o a poter iniziare l’ascesa al Sanctuary, potreste valutare una gita veloce a Poon Hill se ovviamente il tempo ve lo concede.
Poon Hill non è altro che un belvedere dal quale nelle giornate libere da nubi si ha una vista paurosa sull'intero massiccio dell’Annapurna e non solo.
Dopo Ghorepani, se la vostra meta è Chomrong vi aspetta un’altra tratta impegnativa e se avete in mente di farla in un giorno alzatevi presto, perché io ho impiegato oltre 7 h.
A metà strada circa troverete il piccolo villaggio di Tadapani, da dove vi lancierete in una ripida discesa che vi porterà ben 700 mt al di sotto di dove eravate qualche ora prima. In giornate di sole vi regalerà una vista magnifica sulla vallata che porta a Chomrong.
Da Chomrong inizierete ad assaporare realmente il piacere di un trekking incontaminato.
Anche se più breve e meno intenso del Circuit, il Sanctuary è in grado di regalarvi forti emozioni. Emozioni che io stesso ho provato e che non avevo mai provato fino ad ora.
Una volta raggiunto il campo base dell’Annapurna non volevo più andarmene, sembrava come se qualcuno mi tenesse per mano.
Prima di partire sono restato per ore a fissare quelle vette che sporadicamente si lasciavano intravedere. Regnava una calma assoluta e sembrava che il tempo volesse fermarsi.
Ogni villaggio che incrocerete nel Sanctuary, ha un qualcosa di caratteristico che lo rende unico. Troverete sempre una sistemazione per la notte e di certo i gestori delle Lodge sapranno soddisfare ogni vostra richiesta culinaria.
Con ciò chiudo il mio breve riassunto del mio Annapurna lasciandovi ben poche informazioni sul Sanctuary. Essendo molto più turistico, risulta anche molto più facile reperire informazioni.
Carta igienica, saponette, pile di ricambio, cioccolata, sigarette.
Lungo il percorso si trova tutto quello di cui avete bisogno. Certo acquistare nei piccoli villaggi lontano dalla strada comporta un sovrapprezzo.
In villaggi come Manang, Muktinath , Jomson è possibile acquistare anche materiale da trekking.
È fondamentale avere con se tutto il denaro necessario per la durata del trekking, rigorosamente in contanti, perché non ci sono ATM lungo il percorso, eccetto uno a Jomson.
Si paga tutto rigorosamente in Rupie Nepalesi, quindi prima di lasciare Kathmandu o Pokhara dirigetevi verso un cambiavalute.
Ricordate di avere al seguito sempre banconote di piccolo taglio visto che molto spesso nei piccoli villaggi girare con banconote da 1000 R o 500 R è un problema per il resto.
Non essendo la prima volta che viaggio in Asia, giornalmente mi sono orientato su una spesa che andava dalle 1500 R alle 2000 R nelle zone più remote del Circuit o del Sanctuary dove una doccia può costare 150 R o dove caricare un cellulare ne costa 100 R.
Comunque all’incirca la spesa oscillava dai 15-20$ al giorno (se fatto totalmente in autonomia) visto che il cambio è circa 100 R = 1$.
Quello che inciderà di meno sulle vostre spese sarà il dormire, strano ma vero in alcune giornate mi è accaduto di non pagare la camera ovviamente a patto di mangiare dove si dorme, altrimenti il costo della stanza aumenterà vertiginosamente anche di 10 volte la cifra chiesta all’inizio.
Il trekking dell’Annapurna raggiunge altezze impegnative dal punto di vista fisico, visto che si arrivano a toccare quote di oltre 5000 mt.
Generalmente il corpo umano necessità di un periodo di adattamento che richiede alcuni giorni. Quindi se si sale troppo in fretta, si pone il corpo umano in una situazione alquanto scomoda, dovuto alla minor concentrazione d’ossigeno nell’aria.
Di norma a partire dai 3500 mt, potrete iniziare ad accusare sintomi come mal di testa, nausea, mancanza di sonno, battito accelerato, etc.
Questi sono sintomi da non sottovalutare, visto che costituiscono un campanello d’allarme di un imminente mal di montagna.
Per limitare la probabilità d’insorgenza del mal di montagna è importante rispettare alcune semplici precauzioni come :
Mi sento di consigliarvi di reperire tutto il materiale di cui avete bisogno in Italia, invece di acquistare materiale di scarsa fattura presso il quartiere di Thamel in Kathmandu.
La spesa più importante che a mio avviso dovete fare è quella delle scarpe.
Sulla scarpa dovete investire parecchio e nella fattispecie consiglio uno scarponcino in goretex leggero che vi fasci fino alla caviglia al fine di evitarvi qualche brutta distorsione lungo il cammino.
Sconsiglio è uno scarponcini da alpinismo, che risulta rigido e pesante o una scarpa da avvicinamento che per quello che andrete a fare è inutile.
I marchi che potreste consultare sono Salewa, La Sportiva, Montura, Salomon e tanti altri ma questi a mio avviso risultano essere i migliori in commercio.
Di norma affronto tutti le mie avventure con il mio fido zaino da 100 Lt, anche se devo dirvi per questa avventura è risultato troppo eccessivo.
All’interno ho messo :
Online si trovano moltissime informazioni riguardo questo trekking e al tempo stesso è possibile acquistare sempre online libri che illustrano il trekking passo dopo passo stile guida.
Ho trovato interessante il libro Trekking the Annapurna Circuit including new NATT-trails which avoid the road di Andrées de Ruiter and Prem Rai edizione 2011.
Ovviamente al vostro arrivo a Kathmandu vi consiglio vivamente di recarvi presso una libreria ed acquistare una delle tante carte topografiche della zona dell’ANNAPURNA.
Se ne trovano diverse tipologie. Se viaggiate senza una guida consiglio carte con scala di almeno 1:100.000, per identificare meglio i sentieri e le deviazioni.
Vi consiglio vivamente una carta che indichi anche il NATT. Ovviamente acquistate la versione più aggiornata visto che la zona dell’ANNAPURNA è un continuo lavori in corso.
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Alcune immagini pubblicate sono state tratte da Internet, nel caso in cui, il loro utilizzo, violasse diritti d’autore, mandateci una mail a [email protected] e verranno immediatamente rimosse.
Grazie per le informazioni dettagliate!
Ciao Luca,
Io ed un mio amico stiamo pensando di fare questo trekking verso maggio/giugno come parte integrante del nostro viaggio in india, pensi sia una stagione abbastanza buona?
Se non ho capito male, per fare tutto il circuit ci vuole un mese, ma ci sono modi per diminuire il tempo ? Saltare tappe o usare mezzi, jeep ad esempio?
Ciao, arrivo a Katmandu da Pechino nei primi giorni di Giugno, ancora non sono certo quando. Sto studiando un po’ che tipo di trekking riuscire a fare, non volevo superare le due settimane. Voi per cosa avete optato se posso chiedere ?
Federico
Davvero interessante e pieno di informazioni utili questo post 🙂
Grazie mille spero che possa dare a voi lettori un quadro generale su come organizzare l'annapurna circuit!
Salve Luca,
grazie per il bel articolo.
Un chiarimento.
Devo partire a breve per il Nepal e mi avevano consigliato di acquistare il materiale a Kathmandu.
Tu invece scrivi che "Mi sento di consigliarvi di reperire tutto il materiale di cui avete bisogno in Italia, invece di acquistare materiale di scarsa fattura presso il quartiere di Thamel in Kathmandu." Immagino che se scrivi questo hai esperienza diretta. Ti volevo chiedere se il materiale a Kathmandù ha la stessa qualità ( o inferiore) a quello che si trova nei negozi Declathon ( cito un catena di negozi per farmi capire).
Purtroppo non ho la possibilità di viaggiare spesso, quindi vorrei acquistare del materiale con un buon rapporto qualità prezzo,senza spendere troppo visto l'uso limitato.
Ti ringrazio e saluto
Lucio
Ciao Lucio,
ti farò scrivere da Luca quanto prima ma intanto mi permetto di rispondere io. In genere conviene portare il materiale tecnico dall'Italia in quanto la qualtà risulta essere migliore. Quindi se devi fare trekking e devi avere tutto sulle spalle è essenziale avere materiale leggero e pratico che non è detto che possa trovare in Nepal.
Ma chiedo a Luca di risponderti in maniera più dettagliata.
Un saluto
Giulia
Buongiorno Lucio grazie del commento a Ktm ci sono anche ottimi shop dove reperire materiale di qualitá..... sono certo che non avrei problemi#! Buon viaggio!#