Come organizzare il tour al Salar de Uyuni ed alle Lagune Boliviane e consigli pratici

Modificato il Aprile 25, 2021

Tour al Salar de Uyuni e le Lagune Boliviane – Un viaggio Da Tupiza ad Uyuni

La Bolivia, famosa per il Salar de Uyuni, sembra avere molti records, nel bene e nel male.

E’ il Paese più povero del Sud America, vanta la città più alta del mondo (Potosì), il deserto di sale il più grande del pianeta, il lago più alto della terra (Titicaca), che oltre a questo che viene considerato l’ombelico del mondo, il clima più freddo tutto l’anno di tutto il continente latino.

In questo Paese nel periodo invernale la notte si arriva facilmente a meno 20 gradi, la media di altitudine è 4000 metri, per resistere alle basse temperature e all’altezza si succhiano foglie di coca mischiate a bicarbonato per renderne il sapore più dolce, le donne raccolgono i capelli in lunghe trecce e indossano un cappello tipo bombetta, gonne larghe a pieghe e sulle spalle trascinano las “mantas” sorte di sacchi da riempire di cose o bambini.

Oh Bolivia! Perla incastonata tra Argentina, Perù, Brasile e Cile in cui non ci sono comodità ma vita rurale e una natura che dà spettacolo in numerose forme.

Tappa obbligata per chi viaggia in Bolivia è il tour del Salar e delle lagune, un percorso che si estende al sud ovest del Paese sino al confine con il Cile.

I tour più economici partono da Uyuni (circa 700 bolivianos per un tour di 3 giorni), meta semplice da raggiungere se si arriva da San Pedro de Atacama (Cile) o da qualsiasi altra destinazione in Bolivia.
Alternativamente per chi arriva dall’Argentina la scelta migliore è attraversare la frontiera La Quiaca-Villazon e dirigersi direttamente a Tupiza.

I tour da Tupiza sono più costosi e partono da un minimo di 4 giorni e sono rinomati per l’ottima organizzazione e cura del turista.
Il tour che abbiamo scelto, io e gli altri 4 compagni di viaggio improvvisati, è stato un tour alternativo che costa qualche centinaio di bolivianos in più ma non segue la rotta turistica deviando il terzo giorno verso la Luguna Negra.
Per maggiori informazioni su questo tour leggi: Tour al Salar de Uyuni da Tupiza

Come organizzare il tour al salar de Uyuni – Partenze da Uyuni, San Pedro de Atacama o Tupiza

Per organizzare il viaggio nel Salar de Uyuni, partendo e terminando ad Uyuni le opzioni di tour sono numerose.
Per i viaggi in Cile, Argentina e Bolivia mi appoggio ormai da anni a Denomades, un’agenzia cilena che offre un’eccellente selezione di operatori locali. Ho acquistato tantissimi tour su questo sito e lo raccomando a chiunque viaggi in questi Paese.

Tutti i tour sono disponibili in modalità di gruppo o privati. Per vederli tutti clicca qui.

Salar de Uyuni
Bolivia

Tour del Salar di Uyuni – Da Tupiza a Uyuni, tour di 4 giorni

La partenza da Tupiza è fissata alle 8 del mattino. Una volta caricati in jeep gli zaini di viaggio partiamo alla volta del deserto boliviano.
Il panorama del primo giorno ricorda un po’ quello dell’Argentina del nord.
Alte rocce limate dal vento e dalla pioggia, canyon e pueblitos minuscoli in cui sembra non vivere più nessuno.

Attraversiamo miniere d’oro tutt’ora attive dove qualche impresa sta lavorando, campi in cui lama con pennacchi colorati pascolano tranquillamente, passiamo per il Pueblo Invisble un’antica città abitata dei colonizzatori spagnoli e dove ora non sono rimaste che rovine.
Raggiungiamo l’altezza di 4500 metri sul livello del mare. Per non addormentarci mastichiamo tutti delle foglie di coca.

Entriamo nel Parco Nazionale (costo 150 bolivianos non inclusi nel costo del tour). Il parco è talmente grande che ci vuole un giorno intero per uscirne.
Qui si trovano le fantastiche lagune colorate dove nonostante l’acqua gelata dozzine di fenicotteri rosa passeggiano indisturbati.

Dopo avere passato la prima notte in un piccolo pueblito all’interno del parco nazionale il giorno dopo ci svegliamo alle 7 del mattino.
Dopo un’abbondante colazione a base di pane, dulce de leche, marmellata, mate di coca e caffè alle 8 siamo di nuovo in macchina per continuare il percorso.
Questa volta la scenario diventa incredibilmente vario. Passiamo per diverse lagune che per il freddo di questi giorni sono ghiacciate. Così le strade.

Arriviamo alle terme. I vulcani circostanti infatti producono acqua calda così che per la prima volta mi metto in bikini circondata dalla neve e mi immergo in una piscina di acqua di circa 35 gradi. I piedi ghiacciati immersi nell’acqua calda bruciano ma in qualche minuto sguazziamo tutti felici in una piscina di acqua calda, una sorta di miraggio in un Paese tanto freddo.

Un’abbondante mangiata e raggiungiamo i geyser.
Abbiamo superato i 5000 metri.
Lo scenario cambia di nuovo.
Dal deserto giallo tutto diventa bianco. C’è la neve.
Qui, anche se in piccolo, mi ricordo un po’ della Nuova Zelanda e di Routura dove la puzza di zolfo (per rendere l’idea dovrei forse dire uova marcie) è forte e vapori fuoriescono da rocce e del fango bolle scoppiettando.

Siamo pronti per scendere di qualche centinaio di metri e arriviamo alla spettacolare Laguna Colorata.
L’acqua è rossa grazie all’elevato numero di alghe e soprattutto ci sono centinaia di fenicotteri che passeggiano indisturbati.

Oltre noi non c’è nessuno, rimaniamo circa 30 minuti, l’imponenza e la purezza delle montagne che sovrastano questa laguna hanno un qualcosa di mistico.

laguna bolivia

Raggiungiamo il rifugio dove passeremo la notte.
Arriviamo a Valle del Mar, un piccolo pueblo poco fuori dal Parco Nazionale.

Nonostante il freddo rimango per qualche minuto a guardare il cielo stellato. Sono nel mezzo del niente, a più di 4000 metri di altezza, lassù dove il cielo è sempre azzurro, il sole tiepido riscalda e dove la notte il freddo congela tutto e costringe a dormire vestiti.
Durante il mio giro di perlustrazione ho incontrato poche persone per la strada
La gente in Bolivia è schiva, parla poco, sembra a volte essere disturbata dalla tua presenza.
Eppure queste piccole figure camminano per le strade trascinando i loro pesi sulla schiena. Le donne indossano calzamaglie di lana, large gonne a balze a volte merlettate, 2 o 3 maglioni, raccolgono i capelli in lunghe trecce e in testa portano un cappello che sembra una bombetta.
A volte attorno alla vita hanno una coperta.
I bambini sdentati e coperti dalla testa ai piedi hanno la pelle della faccia e delle mani segnate dal freddo, mi è bastato stare senza guanti per 10 minuti per ritrovarmi quella stessa pelle.

Il terzo giorno è quello che ci porta alle porte del Salar.
Attraversiamo deserti con rocce limati dal vento e ne interpretiamo le figure.
Scaliamo montagne per scoprire una deliziosa Laguna nascosta. Arriviamo alla Laguna Negra dove l’acqua sembra essere nera a causa delle alghe scure.

Arriviamo all’ingresso del salar e portiamo i nostri zaino all’hotel di sale dove passiamo l’ultima notte. Tutto è  fatto di sale.
Tavoli, pareti, lampadari, basi del letto.
L’ultima sera assieme prima dell’ultima giornata che si conclude nell’immensa salina, 12.000 kmq, in cui sbizzarirsi a fare le così dette fotos locas.
Sveglia all’alba per vedere il sole sorgere. Fa freddissimo ma lo spettacolo è unico.

salar uyuni

Terminiamo ad Uyuni, alcuni di noi rimangono in paese, io prendo l’ultimo bus notturno per raggiungere Potosì, dove arrivo l’indomani mattina. 
Ho condiviso più di 72 ore con altre 6 persone, ho scoperto questo angolo di Bolivia che, ancora oggi, trovo essere uno dei più belli del mondo.
Penso che vorrei avere più tempo da dedicare a questo Paese. Freddo incluso.

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