Il Senegal è lo stato che più incarna l’immagine dell’Africa che si diverte tra canti e balli. Quell’Africa con il sorriso che ti accoglie a braccia aperte esiste ed è qui.
Come nel Gambia, il piccolo staterello inglobato nel territorio senegalese, prolungamento naturale per cultura e bellezze del territorio, ma curiosamente a lingua inglese.
Siamo in Africa Occidentale, insolita per il viaggiatore dunque sorprendente. Ero partita senza attese, se non la voglia di ritrovare la terra rossa sotto i piedi. Poi ho capito che il Senegal era molto di più. Certo la terra rossa la si incontrata anche qui, rotolando verso sud, magari dopo una settimana o più di viaggio nel nord del paese dove sotto i piedi si ha sempre e solo la sabbia del deserto. Ovviamente quella terra argillosa che ti si attacca tanto alle scarpe quanto al cuore emoziona come fosse la prima volta, ma intanto si impara ad amare anche la sabbia e ad accogliere entrambe.
Voltando pagina su un foglio bianco ho capito che questo Paese era un nuovo capitolo, era l’Africa che ancora non conoscevo ed ero pronta a farmi dipingere a colori. Mi sono ritrovata avvolta dai mille colori delle stoffe senegalesi, delle piroghe, della frutta matura e dei contenitori in plastica. E poi ho visto i colori nella musica, nelle danze, nelle riunioni tra donne e ci ho ballato sopra.
E' così che ogni viaggiatore in Senegal ha modo di farsi coinvolgere.
Il contesto naturale e sociale è il palco ben allestito nel quale si svolge lo spettacolo di vita. C’è una canzone occidentale che incarna perfettamente sentimenti, momenti di vita, cultura, colori e immagini di questa terra. Una canzone che non a caso ho canticchiato continuamente quand’ero laggiù. La sentivo tanto perfetta da farla ascoltare anche ai senegalesi!
Si intitola La bella vita ed è di Lorenzo Cherubini. La ascolti e la balli. La ritmica è quella quotidiana, c’è tutta l’allegria del djembé e delle percussioni fatte di oggetti qualunque.
I punti cardine della canzone sono i pilastri del Senegal e dell’Africa Occidentale. Mi aggancio a quelle strofe per raccontare il Senegal sulle note della musica e di questa canzone che è un racconto perfetto.
Amadou e Mariam sono cantanti originari del Mali e in questa canzone mettono cuore e calore africani. Mali, Senegal, Gambia, Guinea, sono Stati con radici comuni che affondano nella musica. E’ nelle canzoni e nell’uso della lingua wolof che esprimono la propria identità sociale e culturale.
Soyez les bienvenues en Afrique
Un benvenuto che abbraccia con sincerità. Così inizia la canzone e così inizia ogni incontro con i senegalesi. Adulti e bambini che ti tendono la mano rendono il saluto e il “Come stai?” un vero scambio umano.
Dimenticate la freddezza e il distacco occidentali, qui il contatto fisico è sempre presente (a volte anche troppo lo ammetto!) e accorcia le distanze. Mi hanno aperto le porte di casa loro, invitata per un tè à la menthe o per la colazione a pane e cipolle.
Mi è capitato di essere accolta dalla moglie del sindaco nel visitare un nuovo villaggio e di essere fatta accomodare in piazza, su sedie di plastica con i miei amici, in attesa del sindaco stesso. Qui diventa concreto il modo di dire “fare gli onori di casa”. La casa è però condivisa, è il villaggio stesso.
Ooh la belle vie, l’Afrique c’est chic
In questa frase rivedo gli abiti colorati delle donne svolazzare al vento. L’eleganza, anche caratteriale, delle donne senegalesi è molto singolare. Non escono mai mal vestite o senza un’acconciatura perfetta, i gioielli a illuminare il viso e le unghie pittate. Il trucco, poi, esalta la loro bellezza e le rende femminili al massimo. Anche la cura della pelle tra unguenti, profumi e burro di karaté è quasi un rituale. Tutto questo è sicuramente molto chic!
[su_quote] On chante toutes les chansons que nous viennent par la tête
on danse on sorte on bouge dans tous les sens
on parle on rigole chez nous c’est la fête
Cantiamo tutte le canzoni che ci vengono in mente
Balliamo, usciamo, ci muoviamo in tutti i sensi
Parliamo, scherziamo, da noi è la festa [/su_quote]
Cos’altro aggiungere?
E’ la descrizione attenta e minuziosa di una società intera, di uno spirito autentico e vivace che affronta le giornate con la forza del sorriso e della condivisione. La musica, le danze, la gioia di vivere accompagnano ogni momento della giornata, i canti popolari insegnano, la rilassatezza mentale premia. C’est pas grave è una delle frase più pronunziate per dare coraggio o minimizzare un dispiacere. Ciò che è grave a queste latitudini è ben altro, e allora se tutto va normale allora significa che va benissimo.
Balliamo, usciamo, cantiamo, scherziamo, questo è il Senegal!
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