L’arrivo nell’Omo Valley è stato sancito da una conversazione notturna con un bambino di 10 anni che mi scortava fino all’hotel dopo avergli offerto una cena.
Il mio invito lo ha sorpreso, ed il suo comportamento a tavola ha stupito me.
Da bravo signorino educato e felice per entrare in un ristorante per la prima volta mi ha voluto lasciare di fronte la camera in segno di riconoscimento.
Non c’è elettricità nè lampioni per la strada.
Senza luce, o almeno io così ho creduto, d’istinto accendo la torcia per illuminare la strada a me sconosciuta.
Ma lui mi parla e dice:
“Lui – Spegni la luce.
Io – Perchè?
Lui – Ti dico di spegnere la luce, è meglio.
Faccio come dice il bambino.
Lui – Visto? Si vede bene, la luna illumina il nostro cammino.”
Comincia così il mio viaggio in un mondo che presto scomparirà, impregnato di tradizioni e storie, racconti e personaggi surreali in cui ho vissuto per un pò e che dopo aver preso confidenza mi ha aperto le sue porte. Anche quelle delle capanne.
Benvenuti nell’Omo Valley, regno di tribù, tradizioni e racconti.
Questo articolo ha 3 commenti
Complimenti, bellissime foto, sono piene di colori ed emozioni
Queste foto sono bellissime!
E’ da tanto che sogno di scoprire questa Africa, vorrei anche partire per un po’ di volontariato ed ogni volta che vedo immagini da lí la voglia cresce sempre più..
E per finire, nonostante tutte le avventure vissute, o forse proprio grazie a ciò, gli occhi si inumidiscono un pochino… mi commuovo…. Qui a Pshkar, mancano poche ore al nuovo anno… che bel regalo, tramite le tue emozioni, mi fa il 2014 prima di passare il testimone…
Grazie….