“First they killed my father” è la storia di Lung Ung una sopravvissuta che all’epoca aveva appena 5 anni.
E’ la storia della sua famiglia, è la storia di tutti i Cambogiani in quegli anni e come lei stessa dice “sarebbe anche la vostra storia se aveste vissuto in Cambogia in quel periodo”.
Questo libro mi è capitato tra le mani per pura casualità, una mattina mentre camminavo per il mercato di Phnom Penh dove come sempre un fiume di venditori fa il possibile per venderti qualcosa e che io cercavo di dribblare senza così permettergli di bloccarmi e dovere dire l’ennesimo no.
A sorpresa vengo avvicinata da un mutilato, una vittima delle mine antiuomo, uno come tanti se ne incontrano in questo Paese.
Aveva tanti libri, tanto peso, tutto su una sola gamba eppure con destrezza e velocità è riuscito a fermarmi e mostrarmi la pila di libri che teneva in una cassetta di legno.
Nonostante il mio iniziale “no” fermo e pareva anche risoluto in realtà una copertina cattura la mia attenzione.
E’ una foto in bianco e nero di una bambina i cui occhi sono coperti da una striscia rossa, il titolo mi ricorda qualcosa “First they killed my father” (Per primo hanno ucciso mio padre).
Avevo già sentito quel titolo e di fronte a quel signore senza una gamba e mossa comunque dalla curiosità e la voglia di leggere un libro che avesse a che fare con il Paese in cui mi trovavo decido di comprarlo.
Sembrava che quello fosse il libro da leggere e sembrava che mi fosse venuto a cercare.
$3 e l’affare è fatto, metto il libro in borsa e preseguo alla ricerca di qualcosa da mangiare pensando che ho aiutato quel signore ma che la mia schiena non mi ringrazierà per l’ennesimo libro nello zaino.
Al ristorantino di strada che ho scelto ci sono solo locali, nessuno parla inglese, nemmeno la cuoca, quindi dopo avere detto con i gesti che volevo mangiare quello che la mia vicina aveva nel piatto nell’attesa comincio a leggere il libro appena comprato da cui non sono riuscita più a staccarmi e che mi ha commossa in più occasioni.
First they killed my father è l’autobiografia romanzata di Loung Ung che nel 1975 aveva appena 5 anni, penultima di 5 figli di una famiglia benestante di Phnom Penh che da un giorno all’altro è stata costretta ad abbandonare la città in cerca di salvezza nelle campagne.
Il libro è un quadro chiaro e vivido degli anni del Khmer Rouge, racconta di morte, di fame, di malattie e di lavoro nei campo con parole semplici e in prima persona, lei 35 anni fa.
Loung Ung racconta dei militari di Pol Pot, degli stermini di massa, delle violenza e delle bugie dietro le quali si nascondevano progetti di morte.
E’ un libro crudo e triste raccontato dall’innocenza di una bambina che ha avuto fame e paura, che ha visto scomparire membri della sua famiglia senza potere dire addio o quanto li amasse, racconta dei sogni e degli incubi di una ragazzina che ha dovuto smettere di giocare e di andare a scuola per lavorare 15 ore al giorno ed avere in cambio una porzione scarsa di riso in brodo.
Racconta della forza di suo papà e dell’eleganza della mamma, del coraggio dei suoi fratelli e di vite spezzate senza un motivo.
Un vero e proprio libro degli orrori raccontati con parole delicate ed ingenue come solo un bambino sa fare, un libro assolutamente da leggere se si decidesse di viaggiare in Cambogia.
Al mercato di Phnom Penh tutto era cominciato in una giornata come tante, ho incontrato un mutilato come troppi e ho comprato un libro come pochi.
Ho letto che il libro è stato tradotto in Italiano ma non sono riuscita a trovarne il titolo o la casa editrice, su amazon.it è possibile comprare la versione in inglese per €8,41 in cartaceo o da scaricare per €7,21.
Questo è il link amazon per comprare il libro First they killed my father (non è un link di affiliazione è solo un sentito consiglio)
Questo articolo ha 3 commenti
Ovviamente ora me lo compro subito! bella l’amica mia!
è un libro fantastico (ma molto triste) che aiuta a capire cosa è successo in Cambodia.
Devo ammettere che ho pianto tanto leggendolo