Cosa vedere a Sarajevo in Bosnia-Erzegovina - La città dove l'Ovest incontra l'Est

Guida completa per visitare Sarajevo ed i suoi dintorni

Una delle città che preferisco in Europa è Sarajevo, la capitale della Bosnia Erzegovina, nel cuore dei Balcani conosciuta anche come la Gerusalemme d'Europa e la città dove l'est incontra l'ovest.

La prima volta che ho visitato Sarejevo la città non era nei piani di viaggio. Mi trovavo in Slovenia con un trolley di 7 chili quando un'amica mi consiglia di leggere il libro Venuto al mondo, che ha completamente stravolto i miei piani di viaggio.
Invece di rientrare, ho saluto il mio compagno dandogli appuntamento due mesi dopo ad Atene. Volevo raggiungere Sarajevo. Il libro, finito tra tante lacrime, mi ha invogliata a capire qualcosa in più sulla guerra nei Balcani e mi ha fatto sentire l'urgenza di raggiungere la capitale della Bosnia - Erzegovina: Sarajevo. 

In quei giorni ai telegiornali si parlava della distruzione di Palmira. Con il viaggio a Sarajevo volevo vedere cosa accade, 20 anni dopo, ad una città totalmente distrutta.  È la fine di tutto o si può rinascere?  Non sapevo cosa aspettarmi. Onestamente credevo di trovare una città grigia, triste e piena di macerie. 

Invece ho visto una Sarajevo guarita, bella e multiculturale, esattamente come era prima della guerra, come tante altre capitali europee. Rimessa a nuovo ma che non dimentica. 

Camminando per le sue strade ci si imbatte in vere e proprie cicatrici, fori di proiettile sulle facciate dei palazzi, nei segni delle granate sulle strade, nelle targhe commemorative che riportano i nomi e le date di nascita e di morte di chi non ce l'ha fatta, nelle Rose di Sarajevo, che spuntano ogni tanto qui e li nelle strade, e che ricordano il luogo dove almeno una persona è morta durante l'assedio.

Sarajevo che oggi preferisce farsi conoscere come la città in cui l'Est incontra l'Ovest, è stato un campo di battaglia per quasi 4 anni diventando  il luogo in cui è è accaduto l'assedio più lungo della storia bellica della fine del XX secolo.

Sarajevo è la sua storia ma è anche la sua nuova versione: multiculturale, con bellissimi caffè nella città vecchia, e l'ottimo caffè turco, vivacità e proiettata al futuro con un occhio sempre volto al passato. Un monito più che il desiderio di legarsi solo ed esclusivamente al passato. 

Se stai pianificando di viaggiare in Bosnia e ti stai chiedendo cosa vedere a Sarejevo in questo post ti accompagno alla scoperta dei posti da vedere e da non perdere, i migliori tour da prenotare e cosa visitare nei suoi dintorni.

Leggi il post - Libri da leggere prima di viaggiare nei Balcani , Cosa vedere a Mostar (dove sono sicura andrete subito dopo!) e Cosa vedere in Bosnia Erzegovina

Sarajevo la città dove l'Est incontra l'Ovest - Per davvero 

Al Sarajevo Meeting of Culture - sulla Ferhadija la strada pedonale della città - le architetture dei due mondi si incontrano.
Quella tipica dell'Impero Austro Ungarico si fonde con quella dell'Impero Ottomano, qui puoi sentirti un po' a Vienna ed un po' ad Istanbul, a seconda da dove la guardi. 
In questo luogo piuttosto circoscritto si trovano una chiesa ortodossa, una cattedrale cattolica, una sinagoga ed una moschea, a simbolo della tolleranza multiculturale che ha sempre contraddistinto Sarajevo.

Per cominciare al meglio perchè non prenotare un Free walking tour di Sarajevo? Ne trovi tantissimi e se hai tempo ti consiglio di prenotarne almeno due: il free walking tour dei posti da visitare a Sarajevo (il pomeriggio lo tengono anche in italiano), con pochi commenti sulla guerra e l'assedio, ed il free walking tour che si focalizza invece sulla guerra il War scars 1992/1995 free walking tour (che si tiene solo in inglese).

sarajevo

La Storia dell'assedio di Sarajevo e la guerra nei Balcani - Una lunga storia in breve

Avevo 12 anni quando è cominciato l'assedio, ricordo benissimo le immagini che passavano in televisione. Quello che non capivo era: Perchè? L'assedio di Sarajevo durò dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996, più di tre mesi oltre la firma degli accordi di Dayton che sancirono ufficialmente alla guerra.
3 anni, 10 mesi e 24 giorni durante i quali sono morte 11.541 persone, di cui circa 1500 bambini. 

La guerra nei Balcani non è direttamente correlata alla caduta del Comunismo nell'Europa dell'Est. Nella Ex-Jugoslavia c'è sempre stata una tendenza nazionalista ma il Paese è rimasto unito sotto il dittatore carismatico - e l'opprimente vigilanza della polizia politica -  Josip Broz Tito.

Dopo la sua morte, nel 1980, l'unione apparente ha cominciato a sgretolarsi e traballare. Le tensioni tra etnie aumentarono ed in Serbia, con Milosevic come Presidente, la propaganda nazionalista ha preparato il terreno a quanto sarebbe accaduto 10 anni anni dopo. 

Il primo Paese a dichiararsi indipendente, nel 1990, è stata la Slovenia, seguita poi da Croazia, Macedonia e Bosnia. La neonata Assemblea Nazionale Bosniaca consociava i tre i gruppi etnici del paese: bosniaci, croati e serbi.

Il Partito Serbo però lasciò il parlamento di Sarajevo formando la propria assemblea che, in seguito, istituì la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, che diventerà nel 1992 la Republika Srpska

Tra il 29 Febbraio ed il 1 Marzo 1992 i Bosniaci ed i Croato-Bosniaci votarono con la maggioranza al 90% per l'indipendenza. La minoranza serba, che aveva votato mesi prima per rimanere uniti alla Serbia ed al Montenegro, non partecipò al referendum. 

Il 3 marzo 1992 la Bosnia-Erzegovina si dichiara indipendente e fa di Sarajevo, simbolo di multiculturalità, la sua capitale. La dichiarazione di indipendenza intensificò il conflitto e le tensioni nel Paese.

Ma gli abitanti di Sarajevo, persone di tre differenti origini etniche e diverse religiose abituate a convivere armonicamente da sempre, non credevano che qualcuno potesse davvero attaccare la città. Questo fino al 5 Aprile 1992. 

Durante delle proteste pacifiche due donne vengono uccise da dei cecchini. Saranno le prime delle migliaia di vittime dell'assedio.  La situazione in città cambia letteralmente da un giorno all'altro. La città che è lunga, stretta e circondata da colline viene messa sotto assedio da cecchini appollaiati sulle colline facendola diventare un vero e proprio tiro a segno.

La vita a Sarajevo durante l'assedio diventa velocemente difficilissima. Non c'è acqua corrente, elettricità, cibo. Uscire di casa è un terno al lotto, chiunque diventa un potenziale bersaglio per i cecchini che dalle colline vedevano benissimo qualsiasi movimento nelle strade. Secondo le stime fornite delle Nazioni Unite su Sarajevo ogni giorno venivano sparati almeno 300 proiettili. La biblioteca, e tutti i libri antichi contenuti, vennero distrutti.

Si deve arrivare ad Aprile del 1994 quando la NATO comincia una campagna di bombardamenti aerei sulle posizioni serbo-bosniache a Sarajevo.  Con la campagna Operation Deliberate Force i serbi si arrendono e partecipano ai negoziati di pace, lasciando Sarajevo distrutta e con una perdita enorme di civili.  

Fonti per approfondire 

Sarajevo

Dove dormire a Sarajevo

Se vuoi ormire in un hotel storico allora prenota l'Hotel Europe, hotel fondato nel 1882 e che comprende sia lo stile di design ottomano che quello austro-ungarico. L'hotel è moderno ma ha mantenuto gran parte delle sue caratteristiche originali, in particolare il grande caffè viennese e la sala da pranzo, aperta al pubblico.

Molto simpatico è l'Ibis Style Sarajevo, dal design colorato e divertente con piscina e terra panoramica. Ma è distante dal centro quindi per muoverti probabilmente dovrai chiamare un taxi.

Due hotel da considerare ed in posizione eccezionale sono il Lula Hotel, nel centro storico di Sarajevo ad arredato in tipico stile bosniaco, e l'Hotel Boutique 36, in centro storico della città e ristrutturato da pochissimo.

Se cerchi un ostello vi consiglio il Franz Ferdinand, super centrale e considerato il migliori boutique Hostel di Sarajevo con camere private e condivise.

Vedere Sarajevo in un giorno - Walking tour autonomo (con mappa)

Cosa vedere a Sarajevo itinerario

Sarajevo è una piccola città, quindi teoricamente un giorno è sufficiente per vedere i luoghi più importanti, ma vista la complessa storia, le differenti culture ed i palazzi degni di una visita, ti consiglio di prendere parte ad una visita guidata.

Le mie guide sono sempre stati ragazzi più o meno della mia età che quindi raccontano la Sarejevo della guerra anche con aneddoti della loro vita da bambini nella morsa dei cecchini.

Tra le differenti opzioni ti consiglio:

Se preferisci scoprire la città per conto tuo, ho pensato ad un itinerario a piedi, con mappa. che puoi seguire da te. Include tutti i luoghi principali della città.

Comincia la tua camminata dalla città vecchia di Sarajevo - Baščaršija - dove visitare la  Moschea di Husrev-Bey e l'Antica Sinagoga, oggi Museo Ebraico. Camminando ti imbatterai al Sarajevo Meeting of Cultures, dove l'ovest incontra l'est. Prosegui per la Biblioteca Nazionale, completamente ristrutturata grazi ai finanziamenti dell'UE nel 1996. 

Cammina lungo il fiume ed attraversa il Ponte Latino, famoso perchè è stato il luogo dove l'arciduca Francesco Ferdinando venne ucciso e motivo ufficiale per cui scoppiò la Prima Guerra Mondiale.  Visita la Sinagoga Aschenazita e poi la Cattedrale Ortodossa della Natività di Gesù, porta omaggio ai caduti della Prima Guerra Mondiale al monumento la Fiamma eterna. Prosegui per la Cattedrale del Sacro Cuore e termina la giornata alla Gallery 11/07/95

centro storico di Sarajevo

Vedere Sarajevo in due giorni - I luoghi della Guerra a Sarajevo

Dopo aver visitato il centro di Sarajevo il primo oggi, dedica il secondo al tour  tra i luoghi della guerra, un'esperienza fortissima e a tratti molto difficile da mandar giù ma assolutamente da non perdere.

Se hai una macchina puoi raggiungere questi posti in totale autonomia ma se non la hai puoi scegliere tra differenti tour, alcuni includono visite extra, come per esempio la visita al Museo dei Crimini contro l'Umanità ed il Genocidio o il bunker di Tito

Tutti i tour però includono il Museo del Tunnel, in cui si può camminare per una breve tratta e capire come si facevano entrare i viveri e gli aiuti nella città durante l'assedio, il Villaggio Olimpico, il monte Trebevic ed il cimitero ebraico, un'altra roccaforte dei cecchini serbi.

La prima volta che sono andata ero da sola e ho partecipato a tanti tour. Sono felice di averlo fatto perchè senza una guida non avrei capito molto dei luoghi che stavamo visitando. La seconda volta invece ero in van e grazie ai ricordi dei tour fatti qualche anno prima sono stata in grado di ricordare, e spiegare, quanto mi era stato dalla guida e condividere con il mio compagno quello che sapevo.

Negli anni i tour sono diventati tantissimi, anni fa ce ne erano giusto un paio. Ho anche visto che uno include il bunker di Tito, che ho trovato molto interessante, quindi per approfondire questi luoghi estremamente interessanti e fondamentali per comprendere Sarajevo questi sono i 4 tour che mi sento di consigliarvi:

12 posti da vedere assolutamente a Sarajevo

Entro nel dettagli dei 12 posti che dovresti assicurarti di includere in itinerario e quindi da non perdere. A partire dalla città vecchia di Sarajevo fino al Villaggio Olimpico, simbolo di momenti gloriosi e, purtroppo, dell'assedio devastante. Sarajevo è una città piccolina che si gira benissimo a piedi. Nel centro si concentrano i luoghi di visita tra cui alcuni musei che vale la pena visitare.

GO LOCAL a Sarajevo - Mangiare in un Aščinice

Se volete vivere una esperienza culinaria locale a Sarajevo non perdetevi un pranzo in un Aščinice, scrivo pranzo perchè una volta che il cibo cucinato finisce il ristornate chiude e personalmente non ne ho mai trovato di aperti la sera.

Qui troverete piatti locali, cucinati la mattina, e non c'è un menu alla carta. Si sceglie da una vetrina il cibo cucinato e non ci sono menù su carta. Si ordina direttamente all'inserviente cosa si desiera, una specie di mensa. L'Aščinice più famoso di Sarajevo è lo Stari Grad aperto da 20 anni. A me piace anche molto l'Asdz che si trova nel cuore della città vecchia.

Cosa vedere a sarajevo mappa dei luoghi

Baščaršija - La città vecchia di Sarajevo

Baščaršija è la parte vecchia della città dove si trova la piazza principale, Sebilj, una fontana di legno in stile ottomano, ed abitata da tantissimi piccioni, tanto da essere chiamata la piazza dei piccioni
Oltre a passeggiare per le sue strade e fermarsi in qualche bar o ristorante, il quartiere ne è pieno, consiglio di visitare alcuni posti interessanti.

Nel vecchio bazar coperto si trova il Museo Brusa Bezistan che offre una panoramica della storia della città, la Moschea di Husrev-Bey e l'Antica Sinagoga, oggi Museo Ebraico.

Molto interessante è la Casa di Svrzo splendido esempio di casa musulmana di Sarajevo nel periodo ottomano. Mentre la Casa di Despić  mostra gli interni delle case serbo-ortodosse. Nel quartiere si trova anche Vijećnica la bellissima Biblioteca Nazionale.

Sarajevo piazza
Foto di kabaretka da Pixabay

Vijećnica Town Hall

Il municipio di Sarajevo è uno degli esempi più straordinari di architettura dell'Impero austro-ungarico e funge da simbolo dell'incontro delle civiltà mondiali.

Il progetto, considerato uno degli esempi più importanti del cosiddetto stile pseudo moresco,  è stato curato da Alexander Wittek, con l'intenzione di creare la perfetta unità architettonica tra Oriente e Occidente. 

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Vijećnica diveta la sede della Biblioteca nazionale e universitaria della Bosnia ed Erzegovina.
In seguito all'incendio nelle notti tra il 25 e il 26 agosto 1992, durante l'ultima guerra, Vijećnica,  quasi il 90%, più di 2 milioni di libri e documenti, della collezione della biblioteca andò in fiamme e l'edificio divenne il simbolo dell'assedio e della tragedia di Sarajevo.

La ricostruzione di Vijećnica è iniziata nel 1996, sotto la direzione dell'architetto Nedžad Mulaomerović e grazie al finanziamento dell'UE. Le foto trovate in collezioni private hanno aiutato tantissimo a ricostruire, così come i documenti trovati negli archivi di Vienna, Budapest e Belgrado. L'inaugurazione ufficiale ha avuto luogo il 9 maggio 2014, lo stesso giorno in cui si celebra la Giornata dell'Europa e la Giornata della Vittoria sul fascismo.

Bezistan di Gazi Husrev Bey (bazar coperto)

Il Bezistan di Gazi Husrev Bey è il bazar coperto di Sarajevo costruito nel 1540 ed oggi ancora utilizzato come mercato. È un ottimo esempio di bezistan ottomano ovvero di mercato coperto, il suo stile che ricorda il Grand Bazar di Istanbul ha fatto meritare a questo bazar il soprannome di "pezzo di Istanbul nel cuore di Sarajevo".

L'edificio è ben conservato e lungo le mura ci sono molte targhe che ne raccontano la storia. I negozi del bazar vendono abbigliamento ed oggetti tradizionali in stile ottomano, mi raccomando di negoziare prima di comprare. Fa parte delle tradizioni!

Vječna Vatra - La Fiamma eterna

Vječna Vatra, la Fiamma Eterna, è un monumento in memoria di coloro che hanno liberato Sarajevo durante la Seconda Guerra Mondiale.
Questo semplice ma bellissimo monumento - opera dell'architetto Juraj Neidhardt - si trova nella parte anteriore di un edificio nel cuore della zona pedonale di Sarajevo, all'incrocio delle vie Mula Mustafa Bašeskije, Titova e Ferhadija.

Il momumento è stato inaugurato il 6 aprile 1946 in occasione del primo anniversario della liberazione di Sarajevo. In un recipiente di rame un fuoco brucia e rimane sempre acceso.  La fiamma simboleggia i liberatori di Sarajevo.

Ponte Latino - Casus belli della Prima Guerra Mondiale

Un libro mastro del 1541 menziona un ponte situato nel punto dove oggi si trova il Ponte Latino, affermando che fu costruito da un sarač - operaio del cuoio -  di nome Husein, figlio di Širmed.

Da un documento successivo si può concludere che questo primo ponte di legno fu presto distrutto e al suo posto fu costruito un ponte di pietra da Ali Ajni Bey, cittadino importante di Sarajevo. 

Questo ponte di pietra fu poi spazzato via da una grande alluvione nel 1791. Venne ricostruito nel 1798. grazie ad una donazione fatta da un ricco commerciante di Sarajevo, Abdulah Briga.  Il ponte prese il nome dal quartiere sulla riva sinistra del Miljacka, dove risiedevano i cattolici di Sarajevo.

Questo ponte è tristemente famoso perchè fu il luogo dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria, erede al trono asburgico, diventando il casus belli della Prima Guerra Mondiale.

sarajevo ponte
Image by Mirza Causevic from Pixabay

Galleria 11/07/95

La Galleria 11/07/95 è la prima galleria commemorativa della Bosnia ed Erzegovina. Questo spazio espositivo mira a conservare la memoria della tragedia di Srebrenica e delle 8372 persone che perirono nei massacri.

La mostra permanente offre scene documentarie di ciò che è rimasto di Srebrenica dopo il genocidio. Attraverso contenuti multimediali - immagini, mappe, materiale audio e video - la Galleria offre un'interpretazione documentaria e artistica degli eventi che si sono svolti in questa piccola città della Bosnia orientale nel Luglio 1995.

Il concetto è un ibrido museo-galleria con un solo obiettivo: porsi come una voce forte e decisa contro ogni forma di violenza nel mondo. Srebrenica è un simbolo della guerra in Bosnia ed Erzegovina ma anche della sofferenza degli innocenti acuita dell'indifferenza di chi vede ma non agisce. 
Maggiori informazioni sulla Galleria

War Childhood Museum

Il War Childhood museum è stato creato nel 2017 e raccoglie gli oggetti, accompagnati dai racconti di chi li ha donati, dei bambini che hanno vissuto la guerra in Bosnia e, ultimamente, anche altre guerre nel mondo. Sono esposti oggetti legati all'infanzia dei bambini durante la guerra e la storia che c'è dietro. Il museo è piccolo ma richiede circa 1 ora perchè ad ogni teca che espone l'oggetto si accompagna un racconto.

Il museo è molto bello e anche molto triste però proprio perchè gli oggetti hanno una storia da raccontare lo consiglio solo se parlate inglese o rischiate di non comprenderne la forza.

L'ingresso costa 20KM per persona (circa €10) - Sito ufficiale: War Childhood Museum

Moschea Gazi Husrev-Bey

Sarajevo ha numerose moschee, ma la più bella ed imponente è sicuramente la Moschea Gazi Husrev-Bey in cui sicuramente ti imbatterai camminando per Baščaršija.

La moschea che faceva parte di un complesso molto più ampio, il complesso Gazi Husrev Bey, è considerata il più importante esempio di struttura islamica del Paese ed uno dei migliori esempi di architettura ottomana nel mondo.

Il complesso, costruito nella prima metà del XVI secolo, è stato voluto da Gazi Husrev Bey, governatore ottomano e mecenate in Bosnia che contribuì notevolmente allo sviluppo urbano di Sarajevo, ed è stato costruito da Ajem Esir Ali, un architetto di Tabriz che era stato fatto prigioniero durante le incursioni ottomane in Persia ed era diventato un architetto capo a Istanbul.  Questo è sicuramente il suo capolavoro.

Il complesso comprendeva una moschea, una madrasa, una scuola coranica, un ospizio, una biblioteca, un khanqah, una mensa per i poveri, un bazar, bagni pubblici e due tombe. Distrutta durante gli anni dell'assedio è stata fedelmente ricostruita grazie a donazioni Saudite.

Oggi la moschea è visitabile mentre molti luoghi dell'antico complesso ormai non esistono più. Nel cortile della moschea sono sepolti molti leader bosniaci, tra cui Mehmed Džemaludin Čaušević, il politico Mehmed Spaho ed il poeta Safvet Bey Bašagić.

Il ponte di Romeo e Giulietta

Sarajevo ha la sua storia di Romeo e Giulietta che si lega ad un ponte, il ponte dell'amore, che passandoci a fianco non dice niente di particolare ma che è stato luogo di una storia grande d'amore purtroppo finita male.

Due poco più che ventenni, Boško Brkić e Admira Ismić, furono uccisi nel mezzo del ponte colpiti da un cecchino mentre cercavano di scappare proprio per coronare il loro sogno d'amore. Il reporter di guerra americano Kurt Schork, che documentò la storia, li definì "i Romeo e Giulietta di Sarajevo".

La storia del loro amore è iniziata all'inizio del 1984, l'anno delle Olimpiadi, quando si sono incontrati a una festa di Capodanno e si sono baciati per la prima volta.

Gli anni passarono e il loro amore durò e si rafforzò. La loro relazione è sopravvissuta alla partenza di Boško per l'esercito e alla sua assenza di 11 mesi da Sarajevo e nemmeno la retorica nazionalista dei primi anni Novanta è riuscita a tenerli lontani, quando le relazioni sentimentali tra membri di "nazioni" diverse (Boško era serbo e Admira musulmana) non erano accettate.

Boško e Admira lottarono e resistettero per più di un anno nella città assediata, poi decisero di tentare la fortuna e di fuggire dalla follia della guerra. Ma proprio mentre attraversavano il ponte, erano a due passi dalla tanto desiderata libertà per raggiungere la Serbia, Boško è stato colpito da un proiettile, morendo sul colpo, e subito dopo è stata colpita anche Admira che fu ferita ma invece di scappare strisciò verso Boško, per abbracciarlo e morire tra le sue braccia.

Monumento della carne in scatola ICAR

"Se ci fosse un altro assedio, preferirei morire piuttosto che mangiare ICAR".

Passeggiando a Sarajevo sarà facile trovare tracce e monumenti dell'assedio di Sarajevo. Ce ne è uno particolare ed ironico che vi consiglio di cercare, si tratta del monumento alla carne in scatola dell'ICAR che si trova qui (poco distante dal ponte di Romeo e Giulietta).

L'assedio serbo di Sarajevo portò a quello che sarebbe diventato il più lungo ponte aereo umanitario della storia. Tra il 3 luglio 1993 e il 9 gennaio 1996 superò addirittura i due anni del ponte aereo di Berlino del 1948-49. 12.000 voli portarono 160.000 tonnellate di cibo e medicinali alla popolazione di Sarajevo, ma non sempre furono apprezzati.

La carne in scatola dell'ICAR divenne presto un simbolo delle carenze dell'aiuto umanitario. Secondo i resoconti dei testimoni oculari a volte il cibo era costituito da avanzi della guerra del Vietnam, scaduti da 20 anni, a volte era carne di maiale, un problema visto che metà della popolazione che riceveva gli aiuti era musulmana. Alla fine delle guerra, i "cittadini riconoscenti di Sarajevo" ringraziarono la comunità internazionale esponendo questa gigante lattina di carne ICAR.

Il cimitero ebraico

Questo grande cimitero ebraico è stato fondato nel 1630 e contiene più di 3.850 pietre tombali. Per diversi anni è stato anche territorio minato. 

In quanto parte dell'Impero Ottomano, Sarajevo divenne un posto sicuro per gli ebrei sefarditi gli ebrei della penisola Iberica, dopo la loro espulsione dalla Spagna nel 1492. Già nel XVI secolo molti ebrei si erano insediati in città costruendo il quartiere ebraico che comprendeva una sinagoga, un cortile, case e il cimitero.

Le tombe più antiche sono sefardite, ma successivamente il cimitero divenne anche un luogo di sepoltura per gli ebrei aschenaziti, arrivati alla fine del XIX secolo. Il cimitero si distingue soprattutto per la forma unica delle sue pietre tombali che risentono dell'influenza dei monumentali stećci bosniaci , lapidi medievali, in blocchi e decorate.

Il cimitero però è tristemente famoso anche per un altro motivo. Posizionato sul lato del monte Trebevic che domina la città, divenne durante gli anni di assedio è stato usato come posto di osservazione e di artiglieria durante la guerra.

Trovandosi in prima linea ha subito notevoli danni diventando anche un campo minato. Bonificato da 70 mine, il cimitero è stato restituito alla comunità ebraica di Sarajevo per la riapertura ed il restauro nel settembre del 1998.

Foto di largher da Pixabay

Sniper Alley

La guerra civile è terminata relativamente pochi anni fa ed il Paese sta ancora lavorando per ricostruire le sue infrastrutture. Molti edifici di Sarajevo non sono stati completamente ristrutturati e rimangono ancora evidenti e visibili le cicatrici della guerra.

Segni di granate, buchi di proiettili e strutture bombardate ed abbandonate. Tra tutte le strade ce ne è una che venne soprannominata Sniper Alley (il viale dei cecchini) che durante l'assedio è tristemente diventata una delle strade più pericolose della città.  Nell'ampio viale c'erano poche possibilità di rifugio e qui era facile essere colpiti dai cecchini appollaiati sulle montagne che circondano la città.

Durante una visita guidata sulla cima della montagna la guida ci ha invitati ad usare lo zoom della macchina fotografica per vedere con i nostri occhi quanto facile potesse essere puntare una persona che camminava su quello stradone libero da qualsiasi copertura. Oggi la strada funziona come una strada commerciale, ma per i visitatori consapevoli del suo significato ha un'atmosfera inquietante.

sniper alley Sarajevo

Le rose di Sarajevo

Le rose di Sarajevo sono dei monumenti commemorativi sparsi per la città nei luoghi in cui almeno tre persone sono state uccise. Alcuni colpi mortali hanno lasciato per terra dei piccoli crateri che sono stati riempiti di resina rossa per ricordare le persone morte durante l'assedio. Colorando questi buchi sembra che a terra si disegnino delle rose, per questo motivo il nome Rose di Sarajevo

In seguito alla ristrutturazione delle strade le rose stanno scomparendo, ma alcune rimarranno per ricordare, ai locali ed anche ai turisti, le sofferenze del popolo di Sarajevo.

Ci sono circa 200 "rose" in tutta la città. una delle più interessanti si trova al fondo del Markale pijaca, il mercato della frutta e verdura di Sarajevo (qui in mappa). Nel buco lasciato dalla bomba hanno pizzata un ordigno, non è l'originale.

rosa di sarajevo

ll Villaggio Olimpico di Sarajevo

Nel 1984 Sarajevo ha ospitato i Giochi Olimpici Invernali, uno degli eventi più significativi della storia della Jugoslavia. Sarajevo sentiva il peso di questo ruolo, non solo perchè era la prima volta che le Olimpiadi si sarebbero svolte nel Paese, ma anche perchè era la prima volta che i giochi si sarebbero svolti in un Paese comunista e non vennero boicottate da nessuna nazione del mondo.

Le Olimpiadi invernali rappresentarono invece un momento di unione grazie allo sport. In quanto Nazione ospitate la Jugoslavia non voleva deludere. Si lavorò alla costruzione di un nuovo ambiente costruito specificatamente per questo evento al quale hanno partecipato alcuni degli architetti più importanti del Paese.

Otto anni dopo i giochi del 1984, quello che era un villaggio grandioso è diventato un luogo abbandonato, con edifici distrutti, pieni di fori di proiettile, piste da sci disseminate di mine antiuomo ed un cimitero poco fuori dallo stadio che un tempo ospitava le cerimonie di apertura. I luoghi della passata gloria sportiva e simbolo di unione sul monte Trebević, sono diventati campi di battaglia oggi rimasti come nei tempi più bui.

In questo articolo trovi tantissime foto del tempo e foto del Villaggio olimpico oggi.

Ti consiglio di prendere parte al tour della guerra che in un giorno fa scoprire e vedere tutti i posti che hanno svolto un ruolo durante gli anni di assedio. In particolare suggerisco di valutare questi due: I luoghi della guerra che include anche la visita al Bunker di Tito o il Tour dei luoghi della guerra ed il Museo dei Crimini contro l'Umanità ed il Genocidio

Il tunnel di Sarajevo

Parte integrante della sopravvivenza degli abitanti bosniaci di Sarajevo durante la guerra civile è stato il Tunnel di Sarajevo, che ha svolto un ruolo fondamentale per la salvezza dei cittadini. Attraverso questo tunnel la città poteva ricevere cibo, aiuti, risorse ed armi per difendersi.

Il tunnel è stato costruito nel Maggio 1992 dall'esercito bosniaco, mentre tutte le vie d'ingresso e di uscita dalla città erano bloccate dagli attacchi delle forze serbe, al fine di collegarsi con la zona controllata dall'ONU dall'altra parte dei serbi.

Oggi l'ingresso del tunnel è un museo ed i visitatori possono camminare per una piccola parte inziale del tunnel per sperimentare quello che era. Questa giornata è stata una delle più intense che abbia vissuto nelle settimane in città e che ti consiglio vivamente di includere in itinerario. La visita del Tunnel ed il Museo sono tappe di tutti i tour sulla guerra a Sarajevo, soluzioni migliore per poter entrare nel vivo delle ferite ancora aperte dei Balcani.

Visitare Sarajevo - Domande frequenti

Aggiornato il: 3 Aprile 2024
Scritto da: Giulia Raciti

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Scritto da Giulia Raciti

Esperta di Africa e Latino America sono in viaggio dal 2011. Attualmente a bordo di un van. Ho fatto un giro del mondo in solitaria durato 3 anni. Scrivo delle destinazioni che visito. Mi occupo di realizzazione viaggi personalizzati e su misura in Africa e Sud America sul sito dedicato Kipepeo Experience.

6 comments on “Cosa vedere a Sarajevo in Bosnia-Erzegovina - La città dove l'Ovest incontra l'Est”

  1. Buongiorno, ho letto il suo bellissimo blog su Sarajevo. Ci andrò il prossimo 11 aprile con mio marito e un'altra coppia di amici. Vorrei prenotare i tour per visitare la città. Quali mi consiglia per evitare ripetizioni? Faremmo il primo giorno il tour gratuito, il secondo pensavamo a un tour privato, il terzo pensavamo di andare a Mostar e il quarto il tour della guerra. Non so se fare il tour gratuito più il tour guidato a pagamento perché mi sembra che si vedano le stesse cose. Cosa ne pensa? La ringrazio molto.
    Ines

    1. Buongiorno Ines, sono d'accordo, non ha senso fare sia il tour gratuito che quello privato. Sceglietene 1.
      Il secondo giorno vi consiglio di fare il tour che porta fino a Monte Trebević ed il Tunnel della Speranza. Se avete una macchina potete visitarli anche da soli, altrimenti potete prenotare un tour come questo qui. Comunque con una guida è tutto molto più interessante. Oppure quello che porta fino al bunker di Tito che è SUPER interessante (come questo tour qui)
      A Mostar, se potete, rimanete una notte e prenotate il tour gratuito con Sheva (questo qui) perchè è davvero bravissimo. Il tour è solo serale ed è in inglese. Una delle migliori guide che abbia mai trovato. Da Mostar il giorno dopo potete fare il tour dell'Erzegovina (come questo) perchè è davvero molto carina.

      Se invece farete Mostar con Erzegovina in tour di un giorno e avrete un giorno libero potete dedicare del tempo ai musei di Sarajevo, come la Galleria 11/07/95 ed il Museo dei crimini contro l'umanità e del genocidio 1992-1995 e godervi un po' il centro che è molto carino e piacevole. Buona Bosnia!

      1. Grazie mille Giulia!! Solo ancora una domanda: per il cell conviene fare il roaming internazionale, vero?
        Sa che dopo aver letto il suo blog ho preso il libro Venuto al mondo? Divorato!!! Grazie!

        1. Ciao Ines, no assolutamente. Conviene fare una SIM. Puoi sentire dal tuo operatore se copre la Bosnia ma dubito. Puoi fare le sim in qualsiasi negozio di telefonia. Io avevo BH Telecoms ed m:tel funzionavano bene entrambe e ricordo fossero piuttosto economiche. Venuto al mondo, libro stupendo.Ti consiglio la lettura anche degli altri che indico qui perchè sono tutti stupendi, in particolare La Figlia. Buona Bosnia!

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