elisa cozzolino «La fantasia è la ricerca di un mondo migliore».

Lo dice Oscar Niemeyer in una delle sue ultime interviste.
Ed è proprio con la fantasia che inizia ogni viaggio.

Con l’immaginazione si parte per paesi visti in un film, letti in un libro, raccontati da un amico oppure solo e soltanto immaginati.
È quando la fantasia non si contiene più che si parte davvero.

Parto per la prima volta da sola a 21 anni per un progetto Erasmus a Lisbona.
Dev’essere stato il secondo o terzo giorno quando mi sono accorta che avevo sognato quella città, con il suo cielo blu e il fiume che diventa mare. L’avevo immaginata senza conoscerla per niente.

Sono rimasta a Lisbona per più di due anni, e ancora oggi sogno il suo cielo blu e il suo fiume che diventa mare.
Il tempo di partire era arrivato e questa volta per un viaggio che da molto era protagonista delle mie fantasie. Zaino in spalla e da Lisbona atterro ad Istanbul.
Amici e parenti terrorizzati dal mio viaggio in solitudine in un paese “tanto diverso”, si sbagliavano e si allarmavano per nulla.

Il viaggio in Turchia è durato 5 settimane, migliaia di km, decine di amici ancora amici, un paio di febbroni da cavallo, e i ricordi più belli della mia vita.
Da Istanbul al lago di Van, passando per Cappadocia e Kurdistan, con qualche sosta per affacciarsi e spiare da vicino la tanto immaginata Mesopotamia.
È in queste situazioni che capisci che la fantasia non può bastare.
Torno in Italia per qualche tempo e provo a incanalare la mia voglia di sognare in un Lavoro, con la L maiuscola.

Sono curiosa e sognatrice, mi butto su quella che il mercato chiama “creatività”: lavoro per 3 anni come creativa in un’agenzia di comunicazione.
Il Lavoro, sempre quello con L maiuscola, offre soddisfazioni e uno stipendio fisso, questo è vero ed è importante, ma detta anche i tempi di una vita che nel frattempo scorre.

Durante una pausa estiva, presa dalla saudade portoghese, parto per un viaggio che mi riporta a Lisbona, questa volta però attraversando la penisola on the road e gustando a pieni sensi  Liguria, Costa Azzurra, Provenza, Catalunya, Andalusia e Algarve.

Un anno dopo, sempre nell’attesissima pausa dal Lavoro, parto per il viaggio che da anni tenevo gelosamente custodito nel cassetto dei paesi immaginati: finalmente il Brasile.

Ricordo perfettamente il momento in cui, seduta su una duna di sabbia nel nord-est brasileiro, ho capito che il Lavoro con la L maiuscola stava portandomi lontano dai miei reali interessi e ambizioni.
Ora voglio viaggiare.
Sono tornata a Milano per dare il giusto tempo alla decisione presa, e dopo cinque mesi ho lasciato Milano e il Lavoro.

Ora da un mese vivo a Wroclaw in Polonia per un progetto di lavoro Leonardo.
Rimarrò qui un altro mese e nel frattempo progetto il prossimo viaggio.

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