Avevo promesso che dopo il tour in mountain bike alla Carretera de la Muerte a La Paz, avrei smesso con attività estreme, anche per un motivo molto pratico: l’assicurazione di viaggio mi è scaduta.
Credevo di tornare a casa in questo mese quando l’ho acquistata, e per la legge del contrappasso le cose succedono quando non dovrebbero. Eppure arrivata ad Arequipa non appena mi è stato proposto il tour di 2 giorni al Canyon del Colca senza pensarci su troppo ho deciso di unirmi al gruppo.
Un’amica mi aveva avvertita di quanto duro potesse essere questo trekking, ma ho sottovalutato le sue parole e senza troppe domande ho pagato per quella che sarebbe stata una delle esperienze che a livello fisico ho patito maggiormente e che mi ha regalato vesciche alle piante dei piedi esplose, al punto da rendermi difficile camminare, il giorno del tour a Machu Picchu.
Questo è infatti stato il trekking più duro che abbia mai fatto sino ad ora. Lo consiglio solo se si è preparati fisicamente e soprattutto se questo tipo di attività piace altrimenti potrebbe essere un incubo, soprattutto il secondo giorno.
In questo post vi racconto della mia esperienza e concludo con alcune alternative da valutare se non volete fare questo trekking (comprensibilissimo perchè è DIFFICILE! Non vi sentite in colpa)
Il trekking consiste in 7 ore di camminata il primo giorno, prevalentemente in discesa, e 3 ore in salita la seconda mattina.
Il Colca Canyon è uno dei canyon più profondi del mondo e il sol fatto che questo luogo abbia guadagnato questo record, avrebbe dovuto farmi pensare che avrebbe richiesto uno sforzo fisico non indifferente.
Il canyon si trova a 160 chilometri da Arequipa, esattamente nella Valle del Colca in cui gli abitanti dei villaggi si dedicano prevalentemente all'agricoltura sfruttando le terrazze inca.
Promosso come il canyon più profondo del mondo pare che i suoi 1000 metri di altezza battano quelli Gran Canyon in America.
Nonostante avessi tutte queste informazioni ho preso l'attività sotto gamba e ho deciso di partecipare all'operazione Colca Canyon concludendola con un giuramento di fronte alla grande montagna che mi ha fatto patire le pene dell'inferno: Non lo farò mai più!
Ho chiuso con il trekking (promessa non mantenuta perchè poi mi sono cimentata nel trekking a Torres del Paine in Cile e nei trekking da El Chalten in Argentina). Questo quello che mi ero ripromessa.
Ma pare che queste siano le regole del gioco quando si fa trekking di alta quota, che ha poco a che vedere con una passeggiata tra le montagne.
Lo sforzo immane e la gioia di arrivare alla vetta dovrebbero in teoria ripagare per lo sforzo fatto. Troppo spiritualismo e gioie astratte per una poltrona come me!
La sveglia è alle 3 del mattino. In 3 ore di guida raggiungiamo Chivay, 3650 metri sul livello del mare, dove facciamo colazione e successivamente proseguiamo per il mirador.
Dopo una vana attesa di circa 30 minuti per vedere i famosi condor andini che non si sono mostrati, abbiamo cominciato il lungo cammino dalla vetta del canyon sino alla valle.
Il cammino sebbene prevalentemente in discesa è di per sé duro, roccioso, polveroso e stretto, si cammina sull’orlo del sentiero sospesi a centinaia di metri dalla valle del canyon, gli asini, che vanno veloci, hanno la precedenza.
Le 7 ore di cammino includono, 3 ore e mezza di cammino in discesa a zig zag per la montagna, qualche salita di cui una piuttosto faticosa, l'attraversamento di 3 villaggi, un sentiero di circa 20 minuti piano e un’ultima ripida discesa per raggiungere l'oasi dove si pernotta.
L’oasi, un vero e proprio piccolo angolo verde caratterizzato da prati curati ornati da colorati fiori sgargianti, ostelli con piscine con acqua proveniente dalla montagna, e relativamente calda, sistemazioni basiche ma confortevoli.
Non c'è elettricità, al calare del sole non si vede ad un solo palmo di mano e le uniche luci sono quelle delle stelle e delle candele.
In un luogo del genere le 20,00 sembrano mezzanotte, e via della stanchezza per la camminata e per l’alzata mattutina dopo le 21 solo in pochi sono ancora in piedi, la maggior parte di noi, me inclusa, è già sotto le coperte in stato comatoso prima delle 20,30.
La sveglia per il giorno dopo e' alle 4,45 del mattino. La partenza per l'ultimo titanico sforzo è alle 5. Si parte a stomaco vuoto, la colazione la si fa quando si arriva e se si arriva in tempo, il minibus non aspetta.
8 ore di sonno ininterrotte ed è ancora buio quando i gruppi partono per l'ultima e fisicamente intensa scalata.
Una luce da indossare in testa è provvidenziale se non si vuole inciampare in uno dei tanti massi sparsi qui e lì per il cammino. Una fila lunga di torce si incammina non si sente una sola voce, siamo tutti concentrati a mettere un piede davanti l'altro e parlare è uno sforzo inappropriato in quel momento.
La meta si raggiunge in circa 2 ore e mezza o le 3 ore e mezza, dipende da ognuno e dal proprio passo, di fatto in un cammino de genere credo che sia fondamentale non seguire il ritmo degli altri e trovare il proprio, altrimenti si rischia di arrivare a metà strada e non avere energie sufficienti.
Nonostante il mio iniziale disappunto sull’inizio cammino al buio e tanto presto, mi sono ricreduta strada facendo sull'utilità di questa scelta. Il fatto che si parta al buio è un aiuto per il corpo e per lo spirito, o almeno per me lo è stato.
Per il corpo perché al buio non fa caldo e comunque dopo 100 metri ci siamo tutti levati le maglie e siamo rimasti in canottiera.
Per lo spirito perché al buio non si sai a cosa si sta per andare incontro. Non vedevo a 1 metro da me, figuriamoci se potevo vedere la vetta!
Mi sono scoraggiata solo quando il sole stava sorgendo e ha illuminato il percorso che mancava.
Guardando in alto e quasi con timore ho chiesto quanto mancasse per arrivare e la fredda risposta è stata: 1 ora, che ho tradotto in: Una lunga, faticosa ed interminabile ora. Le tenebre hanno reso meno dolorosa la salita almeno per le prime 2 ore di camminata.
E' stato un cammino lungo e faticoso soprattutto per chi come me non ha mai fatto trekking a questi livelli.
Eppure un pensiero mi ha aiutata e accompagnata tutto il tempo: i boliviani.
Sono abituati all'altitudine, ai pesi in spalla, alle salite. Ho ricordato quel loro buffo, pensavo almeno la prima volta che li ho visti, modo di camminare. Le donne hanno sempre qualcosa in spalla, noi avevamo i nostri zaini, camminano lentamente e piegate in avanti, guardano a terra e procedono a piccoli a passi. In silenzio. Così si può camminare per molto tempo senza fermarsi mai.
Ho quindi tentato questo stile per terminare quanto prima la scalata. Non uno stop, seguo il ritmo della musica, le cui percussioni mi davano il ritmo. A un certo punto l'ipod si scarica e fatta fuori la musica siamo rimasti io e il mio respiro.
Sono arrivata alla cima in meno di 3 ore, senza essere particolarmente affaticata, le gambe erano stanche ma il respiro sempre costante. Per la prima volta non ho creduto che il cuore stesse per scoppiare. Sono felice di essere arrivata viva.
Dopo un'abbondante colazione, sporchi e stanchi ci dirigiamo alle terme. Acqua a 35 gradi e una leggera pioggia. Il miglior modo per concludere la lunga giornata cominciata ore prima quando ero ignara del percorso che mi attendeva.
Tre ore di camminata in salita ininterrotta tra rocce e scalini e finalmente la meta e le montagne che sovrastano sul canyon più profondo della terra, una caramella per riprendermi dallo sforzo, vedere uno dopo l'altro arrivare sudato e provato alla meta, la soddisfazione di avercela fatta nonostante lo sforzo fisico immane e la certezza che niente è davvero impossibile. Ma anche che a me il trekking non piace.
Il costo del tour è stato 220 soles (al cambio attuale circa $80) ma ho visto che in questo periodo è sceso a 175 soles ed il cambio è particolarmente favorevole.
Il costo include: trasporto, colazione (primo e secondo giorno), pranzo primo giorno, cena, alloggio all'oasis e biglietto di ingresso al canyon che di per sé costa 70 soles.
Non sono incluse bibite, è importante partire con almeno 2 litri di acqua, nel canyon hanno prezzi proibitivi, ingresso alle piscine termali prima di tornare a Arequipa (15 soles) e pranzo finale (buffet 25 soles o meno se si sceglie un piatto nel menù) , mancia a piacere per la guida.
Potete prenotare il tour di trekking a questo link. Vi consiglio di prenotare su Denomades che per il Latino America, l'ho usato anche a San Pedro de Atacama, El Calafate, Ushuaia, Punta Arenas, è il mio sito di riferimento perchè offre tour di operatori locali ed ha i migliori costi in assoluto.
Se il primo giorno è fattibile per tutti, magari non bambini visto che si tratta di 7 ore di camminata comunque non semplicissima nonostante si vada per la maggior parte del tempo in discesa, il ritorno non è decisamente per tutti.
Bisogna essere pronti fisicamente. Se quindi a fine prima giornata si crede di non farcela a orario di cena viene proposta l'opzione di salita in mulo, costo 60 soles.
Del mio gruppo due ragazze l'hanno fatto e mi hanno riferito che è stato divertente. Una volta che si comincia a salire non si torna indietro quindi ponderate bene se lo si vuole fare o meno e nessuna vergogna, c'è molta gente che opta per questa possibilità.
Ci sono alcune cose necessarie da portare ed altre da evitare. Il cammino è lungo e pesante è importante essere bene attrezzati. Questa la mia packing list :
Rimanere leggerissimi o le tre ore di risalita saranno ancora più pesanti di quanto già non lo siano. No a jeans, computer e aggeggi vari che tanto non userete. Si a un cambio pulito, telo da bagno e viveri.
So che dalle mie parole può sembrare un'impresa abominevole, in realtà lo è, ma con il senno di poi è stata una bella esperienza che non ripeterei ma che sono felice di avere fatto. Non solo ho conosciuto tantissima gente ma ci siamo anche divertiti, nei momenti di non panico ovviamente.
Trekking si o no? Si se si ha ben chiaro quello a cui si sta andando incontro, piacciono queste attività e si è fisicamente preparati per questo trekking assolutamente si. No se non ci si sente in forma e non si è disposti a camminare per 3 ore in salita ininterrotta e con un dislivello importante.
Se non ve la sentite di fare il trekking, cosa assolutamente comprensibile, potete però visitare la zona anche in maniera alternativa.
Chiaramente non potrete arrivare fino alla base del Canyon ma non perderete la meraviglia delle montagne delle zone. Le opzioni sono fondamentalmente e: tour di giorno e tour di 2 giorni entrambi in autobus con fermate ai miradores (i belvedere).
Il tour di un giorno al Colca Canyon costa 75 soles (al momento €18 circa), e parte alle 3 del mattino da Arequipa. Guiderete per 3 ore fino a Yanque dove farete colazione.
Procederete per la Cruz del Condor, luogo di nidificazione di questi uccelli dove con fortuna potreste avvistarli in volo per proseguire per Choquetico, Maca e Antahuilque, un punto di vista dove potremo apprezzare la Valle del Colca in tutto il suo splendore e le terrazze pre-Inca che sono ancora utilizzate oggi per la semina di cereali e altre colture.
La fermata successiva sono le sorgenti calde di Chacapi dove rimarrete un'ora. Seguirete per Chivay dove pranzerete (Soles 25 a persona) e tornerete ad Arequipa fermandovi lungo la strada al Mirador de los Volcanes, a 4800 di altitudine, da dove abbiamo una vista privilegiata dei vulcani che circondano la zona. Vi fermerete anche alla Riserva Nazionale Pampa Cañahuas, una zona umida dove si possono vedere vigogne e alpaca.
Collegamento Chivay - Puno
Se avete un biglietto dell'autobus da Chivay a Puno che parte tra le 12:45 e le 13:15, potete finire questo tour a Chivay, il che significa perdere l'ultima parte del tour tra Chivay e Arequipa (Mirador de los Volcanes e Mirador Reserva Nacional Pampa Cañahuas). Fate una richiesta specifica scrivendo a [email protected] dopo aver fatto la prenotazione online. Va notato che è necessario acquistare il biglietto prima del tour, poiché i biglietti sono limitati e si esauriscono in anticipo. Le compagnie di autobus che offrono la tratta Chivay - Puno sono 4M, May Tour e Rutas del Sur.
Un'alternativa è il tour di 2 giorni in bus che costa a partire da 109 soles (al momento €25) e permette di scegliere tra più opzioni: senza hotel o con hotel per differenti categorie da ostello a categoria superiore.
Il primo giorno visiterete Pampa Cañahuas, una riserva dove si possono osservare alpaca e vigogne. In seguito, faremo una breve sosta a Patahuasi, da dove proseguirete per Tacra, dove avrete la possibilità di osservare la flora e la fauna della regione.
Il tour continua con una visita a Patapampa, il punto di vista dei vulcani, che si trova a 4800 m di altitudine. Dopo questo, continueremo fino alla città di Chivay, dove pranzerete e vi sistemerete in hotel. Il pomeriggio è libero quindi potete andare alle sorgenti calde di La Calera per rilassarvi.
Il secondo giorno visiterete la Cruz del Condor per avvistare i condor e proseguirete per i villaggi Yanque e Maca. Rientro a Chivay per il pranzo e successivamente si rientra ad Arequipa. Sostanzialmente uguale al tour di 1 giorno ma più rilassato e tranquillo. Anche in questo caso se avete un biglietto dell'autobus da Chivay a Puno potete fare richiesta scrivendo una email dopo aver prenotato il tour.
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Ciao Giulia, solo una domanda: ci sono tratti esposti? Non ho problemi di allenamento, cammino in montagna, ma paura di burroni e sentieri aerei. Grazie in anticipo.
Ciao Antonella, si alcune tratte sono strette e piuttosto sospese.