Il Travel blogger…chi è questo (s)conosciuto?

Il mio primo blog nacque nel 2005, in occasione del viaggio in Marocco.
Lo chiamai Escogito ergo sum, perché ho sempre escogitato qualcosa nella mia vita e questa capacità ad adattarmi è stata la mia forza in più occasioni, rileggendolo risulta ovvio che era un qualcosa che utilizzavo per sfogare la mia vena creativa, al tempo catturata da Photoshop e i fotomontaggi (piuttosto artigianali, ma il concetto continuo a trovarlo simpatico).

Era appena nato blogger.com, non capivo bene cosa fosse un blog, ai tempi lo si descriveva come un diario in cui annotare i tuoi pensieri e rendere partecipi amici e conoscenti, insomma solo chi aveva la url a disposizione, o per lo meno così credevo.

L’ho ritrovato per caso mesi fa e ho fatto due risate ma ciò che mi è piaciuto di più è stata la naturalezza con cui raccontavo le mie giornate e qualche stralcio del viaggio più bello ed avventuroso della mia vita.

Ancora non si sapeva nulla di Google, o comunque molto poco.
Il blog lo si apriva per condividere. Punto.
Non c’erano dietro né metodi per guadagnare né aspirazioni a poterci campare.

Passano 8 anni...

8 anni sono pochi e passano velocemente.
Internet ne ha accelerato la percezione e i tempi in cui il blog era un diario sono più o meno superati, da diario personale a moneymaker. Addirittura nasce una nuova professione “il blogger”, titolo da potere mettere in currilum.

Fino a 2 anni fa, ovvero quando in viaggio in Centro America ho deciso di creare questo blog, non avevo idea che esistesse la categoria “bloggers”,  men che meno che questa categoria si potesse frammentare in tante altre, “fashion blogger”, “travel blogger” “food blogger” e via dicendo.

La motivazione che mi ha spinta a farlo è stata la stessa che mi spinse 8 anni fa: il voler condividere le mie esperienze di viaggio e dare qualche motivazione in più a chi volesse farlo dimostrando che girare il mondo con pochi soldi era fattibile e non una impresa per grandi eroi.
Io il mio lavoro lo avevo, le mie entrate fisse pure, mi è sempre piaciuto chiacchierare, ed essendo stata molto tempo sola la scrittura era l’unica maniera che avevo per comunicare con il mondo e raccontare delle mie avventure a chi avevo lasciato a casa.

Sono stata fiondata improvvisamente e con mia grande sorpresa nel mondo dei bloggers, e ovviamente scendendo più nello specifico dei Travel Bloggers ovvero di quelle persone che scrivono su un blog e, nota forse scema, scrivono di viaggi.

Ma chi sono questi personaggi e soprattutto perché alcuni riscuotono tanto successo, che in questo campo si calcola in base a fans, followers, pagine viste, score di engagement, pagine viste, permanenza sul sito, e riescono di conseguenza a sviluppare progetti che vanno ben oltre il blog personale, prendere parte agli ormai ben noti blog-tours, che vengono invitati dagli enti Turistici a giornate di scoperta del territorio?

E la domanda da un milione di dollari, come si fa a diventare BLOGGER? Quale è la ricetta segreta?

Io Travel Blogger

Inizio a credere di essere una blogger atipica.
Nutro un rapporto di amore e odio con la maggior parte degli strumenti che, chi vuole fare di questa passione un lavoro, dovrebbe utilizzare, e mi riferisco in primis ai social networks, che per me sono fonte di svago e ahimè fonte anche di tanta perdita di tempo che preferisco dedicare ad altro (non grande fan di twitter infatti che potrebbe essere un succhiatempo “fatale” come si dice in latino America). Non sono ossessionata dai check in, né dalle foto su Instagram.
Quando sto in giro twittare quello che vedo è l’ultimo dei miei pensieri.
Non ho mai preso parte a blogs tour, e attenzione non giudico chi lo fa semplicemente io non sono interessata perché sono una “capa tosta” e non mi piacciono le imposizioni (sopattutto di viaggio) e i weekend mi piace passarli dove dico io con chi dico io.
Non faccio foto a piatti di pasta né pizze, non pubblico in continuazione foto del dove sono e con chi.

Nonostante tutti questi NON (non sono, non faccio, non so) dall’altro lato credo in questi anni blogging in giro per il mondo e andando alla scoperta, leggendo moltissimo, di chi ha fatto del proprio blog un lavor, unito ai bei risultati che ho comunque raggiunto senza lasciarmi ossessionare dal monetizzare il mio duro lavoro (perché credimi, di duro lavoro si tratta anche se non sembra), mi sento di potere elencare alcune caratteristiche che fanno di un blogger qualsiasi IL Blogger.

Ps. Per ovvi motivi (potendo parlare in base alla mia esperienza personale) alcuni punti riguardano i travel bloggers ma in linea di massima quanto segue può, e dovrebbe, essere applicato a tutti i settori.

Giulia Galapagos

Io alle Isole Galapagos

Ubud

Lavorando da Ubud (Indonesia)

Scrivi e racconta quello che ti piace – Diventa l’esperto

La libera espressione nel blog è qualcosa di spledido, se a te piace un qualcosa in particolare, hai una mania, una passione allora condividi queste tue conoscenze con chi ti segue.
Con il tempo chi ti seguiva sporadicamente diventerà un assiduo lettore o follower, diventerai il punto di riferimento per chi ha i tuoi stessi interessi, una sorta di modello da prendere in esempio, a cui ispirarsi e a cui chiedere consigli.

Solo con l’esperienza, e quindi con il tempo, si possono raggiungere dei risultati quantificabili.
Serve una infinita dose di pazienza ma soprattutto bisogna scrivere per il puro piacere di farlo, se di sottofondo c’è l’ossessione a guadagnarci qualcosa, amico mio, ho una cattiva notizia da darti, non funzionerà!

Fare crescere un blog è come crescere in un posto di lavoro di cui non sai niente quando cominci.
E’ solo dopo un po’ di tempo che ne comprendi il funzionamento e i meccanismi e soprattutto per guadagnare fiducia devi dimostrare: competenza, conoscenza, costanza e amore ed entusiasmo in quello che racconti.

Il tuo stile sicuramente cambierà (ed è bene) e solo facendo molta pratica riuscirai ad individuare quello giusto e chi ti segue ti apprezzerà anche per questo.

Viaggia, fallo a tue spese non aspettare che qualcuno ti inviti

Questo è specifico per chi si interessa di viaggi.
Ripeto, non ho mai preso parte ad alcun blog tour, ho ricevuto qualche invito ma non ho mai accettato, un pò perché vivo sempre all’estero e le mie giornate in italia le voglio dedicare ai miei affetti, un pò perché al momento non sono interessata.

La mia visione delle città e dei luoghi è forse un pò particolare, per alcuni probabilmente superficiale.
Infatti i miei racconti hanno molto poco da giro turistico, non sono ossssionata da ristoranti e cibo, sono felice con un panino fatto a casa la mattina prima di uscire e una coca cola al parco piuttosto che abbuffatte tra una escursione e l’altra, non sono amante dei tour de forces.

Ma, fermo restando che non giudico chi vi prende parte anzi, in fin dei conti questi blogger sapranno darvi più informazioni sul cosa fare, dove mangiare e dove dormire di quanto possa fare io che in queste informazioni sono pessima, se il tuo sogno è quello di prendere parte a questi eventi, anche qui, devi dimostrare di avere creato una certa credibilità nel settore e di essere abbastanza autorevole così da portare l’ente che organizza il tour ad investire su di te.

In parole povere. Si viaggia perché ci piace viaggiare no perché siamo invitati e spesati, se non dimostri di essere disposto ad investire in quello che più ti piace, viaggiare appunto, il tuo blog verrà percepito come un sterile luogo in cui sei obbligato a parlare di un luogo (anche se non ti è piaciuto) e seguire itinerari prefissati, perdendo la gioia del viaggio vero, quello fatto di imprevisti, decisioni da prendere sul momento, momenti di relax, e anche i divertimenti.

Una volta che avrai dimostrato di essere un leader, a quel punto arriveranno gli inviti e tu sarai libero di scegliere se andare o no.

Scrivi di quello che conosci davvero o fatti aiutare da chi conosce Paesi dove non sei mai stato

Se volessi potrei scrivere di Katmandu, peccato che non ci sia mai stata!
Le informazioni online sono così tante che potrei fare un sunto, magari pure scritto bene, di un luogo che non conosco, ma così si perde la bellezza e genuinità del blog.

A meno che non scriva in maniera impersonale ed informativa, insomma una specie di guida online senza riferimenti alcuni a te come viaggiatore, quello che chi ti segue vuole da te sono le tue impressioni, i tuoi consigli perché un luogo lo conosci, perché ci sei stato e anche se non lo conosoci come potrebbe chi ci vive, sicuramente sarai in grado di consigliare magari aggiungendo un bel “secondo me…” prima della frase.

Viaggia davvero e viaggia bene. I veri viaggiatori sono quelli che lo fanno perché amano e ne hanno fatto uno stile di vita, i più grandi che ho incontrato non hanno nanche un blog, ma i loro racconti…oh come dovrebbero essere messi nero su bianco!

Questo non vuol dire che altri viaggiatori non possano collaborare con te fornendo post utili su destinazioni a te sconosciute.
Io personalmente ho viaggiato molto ma non conosco tutto il mondo, per tale motivo le collaborazioni esterne sono le benvenute, unico requisito richiesto: che si abbracci la mia metodologia di viaggio (zaino in spalla).

Scrivi qualcosa che tu, se non fossi il blogger, condivideresti

Facile scrivere post di 200 parole, impersonali e unicamente informativi (orari di apertura e chiusura di un museo, come arrivare dall'aeroporto), ma non credi sia poco interessante? Ti chiedo: lo condivideresti sulla tua pagina personale di Facebook? Lo Twitteresti? Io no!

Alla lunga a meno che non pubblichi offerte, che piacciono sempre a tutti, questi post, sebbene li trovi utili (ma non mi affido a qualcuno specifico per queste info, mi sbrigo prima a digitare su google quello di cui ho bisogno) allo stesso tempo non mi fanno pensare di voler seguire un blogger in particolare, al punto che annoiata smetto di seguire il sito (questa affermazione è correlata al paragrafo: Guardati intorno e prendi quello che ti piace lasciando stare quello che non ti piace).

Ma i numeri per un blog sono importanti, così le condivisioni sui Social Networks, la mailing list alla newsletter, è essenziale cercare di entrare nell'ordine di idee secondo la quale per riuscire ad emergere nel calderone dei bloggers i tuoi post devo avere quel qualcosa in più e deve essere condivisibile. Devi stimolare alla lettura.

Con questo non voglio dire che quando si scrive bisogna avere in mente solo ed eslcusivamente il fatto che questo post deve ricevere TOT visite o deve essere condiviso TOT volte, ma questo, se vogliamo proprio stringere, è quello che ti fa fare qualche passo in avanti nella blogsfera.

Scrivi di quello che ti piace e prima di pubblicare fatti questa domanda: se leggessi questo post su un altro sito, lo condividerei? Se dici si, allora pubblica, se dici no, prendi qualche ora, a volte anche giorni, per creare il post che secondo te è condivisibile o che per lo meno ti lasci davvero soddisfatto e credi che possa essere apprezzato.

Non solo per i likes, ma soprattutto perché sta offrendo delle informazioni utili, appassionate, uniche e, spero, scritte pure bene.

Si orignale, creativo. Sii UNICO!

Vuoi eccellere tra i migliaia di bloggers online? Devi essere UNICO. Specializzati in un qualcosa, per fare un esempio pratico io credo di avere incarnato l’idea di backpacker solitario per il mondo e viaggiatrice per lunghi periodi.

Non quindi solo il low cost, ma alcuni tratti caratterizzano la mia esperienza: zaino in spalla, viaggio in solitaria, piccoli budget e viaggiare/lavorare.

Ma questa non è stata una scelta di mercato, ovvero non ho indirizzato i miei sforzi perché credevo potesse funzionare, questa sono semplicemente io. E data l’esperienza maturata negli anni credo che possa considerarmi unica in questa tipologia di blogs di viaggi, per lo meno in italia.

Sii creativo ed originale. Mi piace Facebook perché permette di buttare giù pensieri che voglio condividere con voi, magari  molto brevi però piuttosto intensi, che non avrebbero senso come post (troppo corti per farci un post) e che allo stesso tempo non voglio tenere solo per me.
Inoltre questo strumento dona la possibilità di interagire nell'immediato e in tempo reale stimolando spesso e volentieri belle conversazioni.

Preferisco cancellarmi da pagine noiose o dove mi si continuano a spiattellare in faccia links su links dove di personale da parte dell'autore c'è poco.

Sii divertente ed interessante, la polemica funziona ma alla lunga ti fai odiare, meglio essere allegri, pieni di energia ed entusiasta, questo atteggiamento mentale sicuramente premierà sul lungo termine, molto più che un post polemico che dopo il fuoco iniziale velocemente vedrà questo stesso fuoco spegnersi piuttosto nel giro di qualche giorno.

Non fare delle tue pagine social un cestino di spazzatura e un continuo ripetersi di inviti a leggerti. Stimola la conversazione e crea la tua comunità

Non so te ma ma a me della pizza che è stata appena mangiata non me ne potrebbe fregare di meno,stesso vale per la maccheronata a meno che il contesto non sia degno di nota o improbabile.
Il riempire poi la pagina con links su links di post vecchi o nuovi io dove l'unica cosa che sembra mi  venga ripetuto ad oltranza è leggi questo, leggi quello, non stimola alcuna voglia di commentare né di condividere.

Lo so, quanti più links alle tue pagine metti quanti più accessi al giorno avrai, ma mi chiedo, in quanti decidono di smettere di seguirti perché intasi la bacheca e "ammorbi" con tutti questi post a raffica?
Non sarebbe meglio pubblicare poco ma qualcosa di interessante?
Provaci, vediamo quali post verranno apprezzati di più, se quelli a GoGo la cui introduzione non è altro che la ripetizione del titolo o quelli invece in cui , oltre il link al post ha una bella e personale introduzioni. Magari qualche domanda che stimola ch ti legge a dire ciò che pensa.

Il tuo obiettivo deve essere creare una comunità attorno a te, non solo aumentare il numero di visite.

Qualità Vs Quantità

Tanti, brevi e scritti "comsìcomsà" post o pochi, lunghi, approfonditi?
Per chi mi segue da un pò, o anche tu che non mi hai mai seguito e sei arrivato fin qui giù, quello che io penso pare abbastanza chiaro.
I post brevi, magari pubblicati senza neanche rileggerli, risultato di un sunto di Wikipedia (quindi sunto del sunto), sono facili e veloci da scrivere ma di dubbio interesse.

Qui però arriva una scelta personale. Tanti, brevi, impersonali ed unicamente informativi? O pochi, scritti bene, lunghi, personali con belle foto?

Caro aspirante blogger, credo che oggi con tutta questa concorrenza solo una persona che bada più alla qualità che alla quantità potrà raggiungere ottimi risultati, arriveranno lentamente, te lo dico adesso e lo ripeterò più in là. Non esiste il vincere facile, e poco importa che tu creda che scrivere su un blog sia un hobby (nella maggior parte dei casi lo è) tieni sempre in mente la qualità, sarà questo l'elemento che ti farà eccellere in questo mare di persone che fanno la tua stessa cosa.

Leggi e impara a scrivere

Lo scriverei a caratteri cubitali. Mi rendo sempre più conto che la capacità di scrittura (poi ognuno ha il proprio stile. Vedi me che scrivo alla James Joyce senza punti e virgole ma sto lavorando anche su questo) va peggiorando.
Post che sembrano scritti da mio cugino di 3 anni, frasi scontate che sembrano tradotte dalle Lonely Planet, articoli che fanno rabbrividire per contenuti e purtroppo anche per la forma.

Se non si legge purtroppo allo stesso tempo non si è in grado di scrivere.
Ho letto per molti anni in inglese e spagnolo. Nel momento in cui mi sono resa conto che la mia proprietà di linguaggio, in italiano mia madrelingua, stava scemando sono subito corsa ai ripari, relegando la lettura su web all’inglese ma libri cartacei in italiano, uno lo tengo sempre in borsa ed accanto al letto.

Come bisogna ricominciare a leggere, bisogna anche imparare a scrivere.
Non perché si vuole diventare scrittori, scrivere su web ha le sue regole e le sue modalità che poco si applicano alla carta stampata, visto e considerato che dal blog sarà facile passare il successivo confine, che è quello dell’ebook (gratuito o a pagamento),  ma avere un blog significa scrivere, condividere le tue impressioni ed idee, facendolo sì con il tuo stile ma per lo meno senza dimenticare la grammatica e cercando di migliorare le proprie capacità linguistiche e di scrittura.

La scrittura come tutti gli altri settori della nostra vita, migliora quanto più la si mette in pratica.

Se non si legge, ma anzi si rimane convinti che come si scrive sia impeccabile, ecco la seconda cattiva notizia, temo questo blogger abbia le ore contate.
Forse non ora  ma prima o poi arriverà chi fa la stessa cosa e sa scriverla e raccontarla meglio.
Leggere è altrettanto importante che scrivere. L’una non esiste senza l’altra.

Guardati intorno, capisci chi fa cosa, prendi quello che ti piace e lascia quello che non ti piace

Nel mio lavoro mi è sempre stato insegnato che prima di compiere un’azione devo vedere chi fa cosa e come. Poi farlo meglio.
Questo è quello che devi fare anche tu nel momento in cui prendi il tuo blog in maniera più seria.
Ci sono bloggers online da anni, seguili, capisci cosa fanno, come lo fanno.
Prendi quello che di buono ed interessante offrono a te come follower e fai lo stesso, ma meglio! E ricordati: chiediti sempre: Cosa piacerebbe a me? Lo condividerei?

Non lasciarti ossessionare dai numeri. Meno followers attivi ed interessati, valgono molto di più di tanti ma poco partecipi.

Instaura relazioni con altri bloggers o autori di siti che stimi

Come nella vita lavorativa offline, anche nel web le relazioni interpersonali sono importantissime.
Ricorda che gli accessi al tuo sito (con conseguenti followers e fans vari) arrivano da diversi canali, non solo Google e i motori di ricerca.

Distribuire contenuti che tu letteralmente regali a blogs che ti piacciano (se poi molto seguiti ancora meglio) e che segui può essere un modo per avere visibilità, nuovi accessi e cominciare a fare girare il tuo blog nella rete.

Io personalmente sono sempre molto felice di accettare guest posts da bloggers alle prime armi con tanto entusiasmo e un bel bagaglio di viaggi alle spalle.
Chi ha vissuto in costa Rica, chi conosce la Grecia, chi è andato in Giappone.

Non conosco tutto il mondo e l’aiuto fornito da altri bloggers che conoscono luoghi del mondo a me sconosciuti sono ben accetti e di sicuro interesse a chi mi segue.

Unica condizione: blog scritto bene, in italiano, interessante, condivisibile. Di post scritti tanto per avere il link (loro) e per fare massa ai miei vecchi post (io) non so che farmene.
Ma come alcuni hanno aiutato me quando stavo cominciando mi rendo conto che non c’è niente di più bello e gratificante avere uno spazio tu su blogs che stimi e cominciare la tua scalata (verso il successo…mi verrebbe da scrivere), e poi così si verrà ad instaurare una relazione di "amicizia", pur senza essersi mai davvero conosciuti, e di stima reciproca che aiuterà a fare crescere la tua giovane creatura (il tuo blog!)

Posso vivere del blog?

Sulla possibilità di guadagnare con un blog ho dedicato un post, e a questo rimando per le diverse modalità di guadagno (come guadagnare con un blog).
Qui voglio solo ricordare una cosa importante.
Sarà difficile potere vivere con un blog a meno che non si vada oltre l’idea pubblicità.
Sarà difficile e prenderà molto tempo guadagnare anche per chi è pronto a lavorare intensamente, ha tante belle idee ma è ancora all'inizio di questo progetto.

La costanza, la creatività e l’inventiva, la pazienza sono fattori essenziali senza i quali non si potrà guadagnare.

L’errore principale che molti fanno è aprire un blog avendo come obiettivo quello di monetizzare.
Questo è il punto di partenza più sbagliato di tutti, perché dati i lunghi tempi se non fai questo perché vuoi farlo e non ti pesa scrivere gratis per molti mesi (anche un anno) basterà poco per perdere l’entusiasmo e lasciare perdere tutto, convinto che non ne valga la pena.

Scrivi perché ti fa felice e vuoi condividere le tue passioni con chi le ha uguali, scrivi perché questo è quello che ti viene meglio fare, scrivi perché ti diverte, perché conosci bene un argomento e vuoi che anche gli altri possano seguire le tue orme.

I risultati arriveranno con il tempo, ma la brama di raggiungere gli obiettivi facilmente mi fa pensare a quel famoso detto per cui “chi troppo vuole, nulla stringe”.

Buon Blogging a tutti!

Aggiornato il: 15 Marzo 2024
Scritto da: Giulia Raciti

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Scritto da Giulia Raciti

Esperta di Africa e Latino America sono in viaggio dal 2011. Attualmente a bordo di un van. Ho fatto un giro del mondo in solitaria durato 3 anni. Scrivo delle destinazioni che visito. Mi occupo di realizzazione viaggi personalizzati e su misura in Africa e Sud America sul sito dedicato Kipepeo Experience.

18 comments on “Il Travel blogger…chi è questo (s)conosciuto?”

  1. Grazie mille per questo articolo, non so davvero come ringraziarti ma mi
    hai assistito tantissimo
    Se vuoi/puoi passa dal mio sito, dove è possibile ottenere
    follower gratis scaricando app e fammi sapere cosa ne pensi :
    )
    Ciao un saluto!

  2. Questo post è ben scritto, comunica aspetti con cui sono del tutto d'accordo ma... è troppo lungo (ammetto di aver saltato qualche pezzo): anche io come te non sono sempre sintetica, quindi la mia è una critica pur ammettendo la stessa mancanza. Magari domani, con gli occhi meno affaticati, provo a rileggerlo, stavolta tutto. 😉

    1. Lo so ma io scrivo sempre post molto lunghi e per questo divido in paragrafi in modo tale che dal titolo puoi decidere se vuoi leggerne il contenuto o meno.
      Sono per i post molto lunghi in quanto esplicativi, così che faccio come Paganini. Non ripeto 🙂
      Buona notte!

  3. Che dire? Condivido praticamente ogni tuo articolo, e lo leggo con piacere e con grande interesse. A dir la verità quando ho deciso di aprire il sito, non ne sapevo nulla di tutto questo mondo..Mi piace viaggiare, lo faccio spesso, e mi piace scrivere, tutto qui. Neanche mi "categorizzo". Non sono per niente social, e sto cercando ora di capire, senza lasciarmi trasportare. Però tutto questo mi ha portato a conoscere persone belle, con cui ho stabilito rapporti, e con cui mi confronto spesso. Mi ha fatto conoscere altri siti, come il tuo, con cui mi trovo in empatia. E questo fa bene. E' bello, e mi insegna tanto.

    Grazie, sperando, come Gian (ciao Gian!!) di conoscerci presto.

    Un abbraccio
    Lucia

  4. E cosa aggiungere a tutto cio?ogni qualvolta ti leggo vorrei aprirti il cervello e analizzare come e' possibile che tu riesca a scrivere in maniera cosi' chiara, utile, informativa e coinvilgente!

    Al di la del fatto che mi sento molto vicina al tuo modo di vivere il viaggio e l'attivita' del "blogger", anche io sono abbastanza restia all'uso di twitter e post di poco valore su facebook. Delle volte cado anche io, ma mi rendo conto dell'errore e mi risollevo, perche' credo che la maggiore gratificazione di tutte nel fare questo lavoro mentre si gira il mondo sia il riscontro delle persone. Tutte le email e i messaggi di ringraziamento, o di aiuto nei momenti un po bui. Il creare una vera comunita' richiede tempo, ma quante soddisfazioni poi!

    Questa e' la ragione per cui un blogger dovrebbe condividere il suo viaggio, soprattutto quello interno. Perche di lonely planet (e blog che ci somigliano) ne e' piena la rete, e le persone hanno bisogno come dici bene tu, di persone VERE che hanno sudato, faticato e apprezzato i luoghi e le sensazioni con i propri occhi!

    Il viaggio e' vita, e non puoi parlarne con entusiasmo se non ci sei passato.

    Insomma, non posso aggiungere altro che...sei una vera ispirazione. E ovviamente questo post va condiviso! 🙂 Brava Giulia!

    1. Una vivisezione del mio cervello. Materiale per psichiatri, neurochirurghi....e stregoni 🙂
      Grazie per il tuo commento and....KEEP CALM AND TRAVEL (you know what I mean eheheh)
      Ci vediamo a Londra!
      Giulia

  5. Ciao Giulia, come sempre un post davvero originale e di grande qualità! Grazie per questi bei consigli... Io proprio in questo periodo sto iniziando a progettare un mio blog, nel quale raccontare le mie lunghe esperienze di viaggio degli ultimi anni...
    Ho fatto un pensierino sulla possibilità di scrivere in inglese per rivolgermi a un pubblico più ampio e condividere emozioni col resto del mondo, ma capisco che la fatica e il tempo necessario sarebbero molto maggiori e questo mi frena un pò: pur conoscendo abbastanza bene la lingua anglosassone, scrivere lunghi articoli in maniera corretta e accattivante come ben sai richiede molto più lavoro.
    Secondo te vale la pena, per uno che è agli inizi, scrivere in inglese? Tu sicuramente ci avrai già pensato, mi interesserebbe sapere cosa ne pensi e perché hai deciso di scrivere in italiano, pur avendo tutte le competenze per farlo in inglese. Insomma, il rapporto
    "costi"-benefici ti ha fatto propendere per la lingua madre?
    Grazie per l'attenzione, continuo a seguirti 🙂

    1. Secondo me vale la pena e si ci sto pensando e sto traducendo e dovrò per questo anche cambiare design al sito.
      Lo sforzo è immane, anche io parlo l'inglese bene ma scrivere....se in italiano vanno via giorni non oso immaginare quanto tempo in inglese, ma traducendo credo che la cosa cambi.
      Un suggerimento...scrivi come bene insegnano gli inglesi. brevi frasi: soggetto, predicato, oggetto.
      A quel punto tutto dovrebbe essere più scorrevole.
      Anche la traduzione in una lingua che non è la tua, migliorerà man mano che ti impratichisci.
      Comincia! Non te ne pentirai. Il pubblico che puoi raggiungere scrivendo in inglese è infinitamente pià grande, e questo devo dirlo, forse più attivo (perchè loro viaggiano molto più di quanto non facciamo noi), rispetto quello italiano.

      Tanto lavoro da fare, lo so. Ma le gratificazioni arriveranno. Ne sono sicura!
      In bocca al lupo e non ti lasciare scoraggiare 🙂

      Ciao ciao da Berlin!

  6. D'accordo su tutto. Anche io a volte mi sento "atipica" - notare le virgolette, please - perché il mio blog è nato per comunicare la mia passione per i viaggi e nel 2007 quando l'idea di guadagnare con un blog era impensabile.
    Per me è uno spazio di sperimentazione libera dai condizionamenti. La monetizzazione c'è ma indiretta: il blog è un biglietto da visita o un portfolio dal quale emergono le mie passioni, lo stile di scrittura, la capacità di fare foto o gestire un sito, e quindi ha portato a collaborazioni. Io non disdegno i blog tour o i viaggi stampa ma sono un 30% dei viaggi, rinunciando a quelli che non sono in linea con gli argomenti di cui parlo. E mai mi sono proposta a un ente o una struttura ricettiva - non pubblico nemmeno i dati sugli accessi proprio perché non sono loro il mio lettore - ma spesso mi arrivano richieste, alcune interessanti, altre meno.
    Avevo scritto un post tempo fa dal tono simile al tuo, non lo linko ma mi fa piacere leggere che c'è chi la pensa come me!

    1. E perchè non lo linki? Linkalo, non cè nulla di male a mettere il proprio link se anche te hai trattato questo stesso argomento. é sempre un modo interessante per sapere anche cosa gli altri scrivono a tal proprosito. A me piacerebbe leggerlo

  7. Semplicemente sensazionale... la mia musa quasi fin da quando ho iniziato a bloggare... diversamente da te però, io ai blogtour ci vado, mi piace un sacco conoscere i 'colleghi' e vedere un luogo con gli occhi di chi ci vive e ti ha invitato!
    Questo sempre restando me stesso ed esprimendo il mio parere incondizionato.
    Ora chiudo... perché ogni volta che ti leggo mi vien voglia di mandare in vaffa tutto e partire verso l'ignoto???
    Hugh you, sperando di conoscerci presto! 🙂

    1. Non lo metto in dubbio, come credo che siano degli eventi interessanti ed utili. In fin dei conti chi vi partecipa ha il privilegio di essere accompagnato da guide e potere raccontare un luogo da punti di vista sconosciuti, o troppo nascosti, a chi fa da sè.
      Semplicemente ho un grande problema con le imposizioni, soprattutto quelle di viaggio!

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