Viaggiare in Birmania vivendola - Per un turismo solidale in Myanmar

La Birmania è un Paese diverso forse dalla maggior parte dei paesi in cui siamo mai stati, ha poco da condividere con gli standard a cui siamo abituati soprattutto se i viaggi fatti nel passato si limitano all’Europa.
Ma il suo fascino e la sua bellezza non sta forse nelle strade trafficate e tortuose di Yangon dove è facile perdere l’orientamento ma è piuttosto nella gente che la popola o nelle oasi di pace e mistiche quali Bagan o Inle Lake.
Nonostante il regime militare in cui lo Stato del Myanmar versa (anche se sembra che le cose stiano migliorando dopo le ultime elezioni) che ha portato il Paese a una totale chiusura del governo rispetto l’esterno la gente qui è avida di informazioni, vuole parlare e sapere, ti scruta con occhio indagatore ma simpatico, sorride sempre nonostante i denti anneriti o macchiati di rosso dovuti al masticare continuo del Betel Nuts questo surrogato naturale del tabacco che avvolto in una foglia che quando masticato da' un effetto narcotico.
Qui la gente ti ferma perché vuole semplicemente parlare, vuole sapere di te, dove vivi, cosa fai, quanti membri ci sono nella tua famiglia, perché sei in Myanmar, in molti casi capita che alcuni che studiano inglese vogliano praticare e tu puoi essere il mezzo gratuito per parlare e praticare.
Noi siamo l’unica porta verso il mondo esterno e questo fa di noi una sorta di super star, si diventa esotici.
Non sei più tu a fare foto a loro ma sono loro a fare foto a te. Se poi si indossano i loro abiti tradizionali si diventa una vera e propria attrazione.

Credo che basti qualche giorno in Myanmar per sentire la voglia a volte la necessità di fare qualcosa per questo popolo.
In base a una mia esperienza posso dire che i modi ci sono e sono meno scontati di quello che forse vi aspettate, infatti non consiglio di dare soldi a nessuno (probabilmente verrebbero comunque rifiutati) ma mi sento piuttosto di consigliare un giorno a una scuola di inglese in cui voi sarete gli insegnati.
Se infatti volete aiutare la gente e volete sentirvi parte di questa cultura affascinante condividendo qualche ora con loro, uno dei modi più produttivi per entrambe le parti è prendere parte a una lezione di inglese.
Io con altri 4 ragazzi incontrati nella guesthouse MotherLand Inn II di Yangon abbiamo incontrato un monaco buddhista birmano che oltre ad averci  intrattenuti per circa un’ora nel suggestivo tempio di Yangon ci ha invitati a prendere parte a due corsi di inglese presso la scuola U Aung Hein Kyaw, e noi saremmo stati i professori.
Inutile dirlo, abbiamo accettato e nell'eccitazione generale siamo tornati alla guesthouse emozionati per quello che sarebbe successo il giorno dopo, e ancora non ci era chiaro quanto bello e gratificante sarebbe stato.
Il primo corso comincia alle 7,30 mentre il secondo alle 9,30, il che ha significato sveglia alle 6 del mattino.
Durante il primo corso (inglese base) gli studenti ci facevano delle domande basilari quali: da dove veniamo, se siamo sposati o no, cosa facciamo nella vita, quanti membri ha la nostra famiglia.
Il secondo corso invece era un po’ più advanced e così ognuno di noi aveva un gruppo di studenti, tra i quali alcuni monaci e in questo caso invece si parlava a ruota libera. 2 ore no stop chiacchierando della loro e della mia cultura. Un bellissimo scambio.

I requisiti minimi per potere essere professore per un giorno è avere una conoscenza discreta dell’inglese, non bisogna parlarlo fluentemente (anche se ovviamente sarebbe meglio) ma bisogna almeno essere in grado di portare avanti una conversazione.
Ho trovato questa esperienza unica e soprattutto produttiva per me e per loro, per questo mi sento di consigliarla a chiunque venisse a Yangon, se interessati potete presentarvi a U Aung Hein Kyaw (English Class), No.167, 3rd Floor, Seikkanthar Street, Kyauktada Twonship, Yangon.
Vi basterà poco per sentirvi al sicuro in questo Paese dove la gente fa la propria vita in una situazione di povertà evidente ma dove l’onestà e la purezza sono caratteristiche dei più.
Se qualcuno vi ferma per strada non abbiate fretta e non scappate, parlateci, perdete tempo con la gente locale, lasciatevi conoscere e apritevi a una cultura lontana anni luci dalla nostra, genuina e fatta di piccole cose.
La vostra presenza e il vostro aiuto dato in termini di tempo sarà uno spiraglio di speranza per questo popolo fantastico.

Aggiornato il: 15 Marzo 2024
Scritto da: Giulia Raciti

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Scritto da Giulia Raciti

Esperta di Africa e Latino America sono in viaggio dal 2011. Attualmente a bordo di un van. Ho fatto un giro del mondo in solitaria durato 3 anni. Scrivo delle destinazioni che visito. Mi occupo di realizzazione viaggi personalizzati e su misura in Africa e Sud America sul sito dedicato Kipepeo Experience.

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