Quasi due anni in viaggio, cosa è cambiato?

 

Quasi due anni in viaggio e mi trovo a riflettere, come sempre, su cosa è cambiato e cosa questa scelta abbia comportato nella mia vita attuale.
Il 1 Ottobre 2012 ho perso il volo di ritorno in Europa, lo stesso volo che avrebbe sancito la fine del giro del mondo.
Sapevo già da aprile che lo avrei perso, ma ha avuto un certo effetto su di me sapere che su quel volo forse ci fosse un posto libero e che quel posto era il mio.
Avevo comprato questo biglietto a luglio 2011, mentre ero a Isla Holbox in Messico.
L’idea iniziale era di prolungare il viaggio per altri 7 mesi, questi poi sono diventati 12 e adesso che l’anno è scaduto non so più quanti ancora ne ho di fronte.

Sono punto e a capo. Non ho un biglietto di ritorno, sono in Ecuador da 2 mesi, non so quando mi rimetterò in cammino, e in testa ho solo una piacevole confusione che per il momento mi ha detto che è il caso di fermarmi per rimettere le idee in ordine.
Proprio in questo momento particolare per casualità leggo un post scritto da Michela, che ho avuto il piacere di incontrare alle isole Fiji, intitolato Un anno dopo. Concisa e di grande ispirazione come sempre mi ha dato un pò da riflettere.

Come me, anche lei un anno fa ha lasciato il lavoro presso quella che è definita la migliore azienda per cui lavorare nel mondo, Google, e ha cominciato a viaggiare e dare il via a quello che si definisce downshifting, ovvero vivere con meno ed essere più felici.
Entrambe avevamo un buon lavoro, un contratto duraturo e a tempo indeterminato che purtroppo però non appagava il nostro desiderio di volere, e sapere di poter, fare altro, di più.

Facile quindi immedesimarsi e ripensare al mio di percorso, così instabile ed imprevedibile, in cui i colpi di scena sono all’ordine del giorno.
Dico che vado via per sei mesi e invece non torno, dico che voglio fermarmi e poi perdo volontariamente il volo di ritorno, continuo a ripetere da settimane che sono pronta per passare la frontiera con la Colombia e continuo ad essere ferma in Ecuador.
La verità è che il mio viaggio è diventato un modus vivendi, tutto è diventato normale, se prima era normale avere da fare in ufficio dal lunedì al venerdì, concedermi qualche weekend fuori ogni mese e organizzare gli incontri con gli amici con giorni di anticipo, adesso è normale quello che prima mi sembrava straordinario.
Non pianifico nulla e lascio il caso decidere per me il dove, il quando e il con chi.
Non c’è più fretta, non un check in da fare nel giro di qualche mese, decido cosa fare e dove andare in base a chi incontro, non ho una tabella di marcia definita o definitiva.

Mi ritrovo spesso a guardare gli album delle foto che ho caricato in questi 19 mesi di viaggio, mi vedo cambiata, anche fisicamente. Ritrovo foto con compagni di viaggio improvvisati, giornate divertenti e giornate tristi, una vita come tutte le altre ma con backgrounds differenti  in cui  l’unico soggetto costante, per quanto in evoluzione, sono io e si, mi dico "Wow, che vita incredibile la mia!".

san blas panama

San Blas arcipelago

tartarughe galapagos

Io con la tartaruga gigante, Galapagos

Tulum Mexico

Nelle acque di Tulum, Messico

Il post di Michela mi ha quindi ricordato di quanto non rimpianga un solo giorno della vecchia vita, di come non vorrei essere li ora, a fingere che tutto va bene quando poi la verità è un’altra.
Sto bene nei panni della nomade senza fissa dimora, vivo questo momento speciale lontana dal solito trantran quotidiano all'insegna della semplicità in cui un ruolo fondamentale lo hanno le persone e non più le cose.

Questa esperienza che è cominciata avendo come motto "living the moment of your life" negli anni si è trasformata, non è più vivere il sogno,  quanto piuttosto vivere una vita reale che mi piace e la soddisfazione di essere stata in grado di avere reso possibile tutto questo.
Il sogno forse era all’inizio, con il passare dei mesi il sogno è diventato la mia vita vera, in cui non mancano complicazioni ed intoppi, ma in cui le cose vanno più o meno per come voglio io, e anche quando quando qualcosa va storto sento di avere  le redini in mano e di essere ora in grado di guidare per la strada giusta quello che un tempo era un cavallo impazzito .

Continuo così un’avventura cominciata nel 2011…non è cambiato granché, la passione per quello che sto facendo è la stessa. Io forse ho solo qualche ruga in più.

Aggiornato il: 13 Febbraio 2013
Scritto da: Giulia Raciti

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Scritto da Giulia Raciti

Esperta di Africa e Latino America sono in viaggio dal 2011. Attualmente a bordo di un van. Ho fatto un giro del mondo in solitaria durato 3 anni. Scrivo delle destinazioni che visito. Mi occupo di realizzazione viaggi personalizzati e su misura in Africa e Sud America sul sito dedicato Kipepeo Experience.

4 comments on “Quasi due anni in viaggio, cosa è cambiato?”

  1. Giulia,
    è da un po' che leggo il tuo blog, ma non ho mai il coraggio di scriverti.
    Ho trovato questa pagina per caso, cercando indicazioni per fare il giro del centro america. Nonostante sia una persona coraggiosa, che tante volte ha scelto di spostarsi, anche da sola, erano distanze troppo brevi e una vita troppo sicura.. Non avrò mai il coraggio di prendere e andare da sola.. Aspetto la Laurea, e poi qualcuno disposto a partire con me.
    E' possibile contattarti in privato? Vorrei porti un sacco di domande...
    Intanto in bocca al lupo, e grazie di farci sognare un po' tutti!

  2. ....è bellissimo ciò che scrivi....FANTASTICO.... sei la domostrazione vivente che quando vuoi puoi...qui è tutto più triste e noioso...ma non ho la forza di mollare e partire...troppi ma... per quanto anche qui la mia vita è sempre più alla giornata....
    intanto leggo il tuo blog e sogno un pò...sei grande.... buona strada Giulia...

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